di Rino Cammilleri
Torino, Lindau, ‘I pellicani’, 2010
pp. 2078
€
16,50
La torinese Lindau ha il
merito di essere, in Italia, una delle poche case editrici davvero
controcorrente per spirito, linee guida, testi e autori in catalogo. Assieme a
Liberilibri (Macerata), Rubbettino (Soveria Mannelli, Cosenza) e IBL Libri
(Istituto Bruno Leoni, Milano) che pubblicano testi sconosciuti, inediti,
nascosti o introvabili di autori liberali (economisti, filosofi, narratori),
Lindau, nata nel 1989 col nome di una cittadina sul lago di Costanza, offre al
pubblico italiano saggi, pamphlet, anche romanzi, che altrove troverebbero
poco o punto spazio: dai capolavori del pensiero liberale (su tutti, Raymond
Aron, L’oppio degli intellettuali,
1955) a saggi storici che rimettono in discussione luoghi comuni difficilmente
estirpabili della storiografia (Rodney Stark, La vittoria dell’Occidente, 2014), fino a preziose collane di
saggistica scientifica, teologica o più semplicemente religiosa,
cinematografica, e acuminate 'Frecce' di pensatori fuori dagli schemi
conosciuti (è il caso di Alain Finkielkraut, L’umanità perduta, 1996).
Tra essi vi è, tra gli altri, Antidoti. Contro i veleni della cultura
contemporanea, un repertorio, un’antologia in ordine alfabetico dei brevi,
pungenti, sempre interessanti, articoli che da anni Rino Cammilleri pubblica,
quotidianamente, sul suo sito, www.rinocammilleri.com.
Agrigentino, oggi sessantacinquenne, Cammilleri collabora con “Il Giornale”,
per il quale cura la rubrica ‘Il Santo del giorno’ e pubblica articoli su
questioni scottanti, urgenti,, di attualità, affrontandole da un punto di vista laterale,
sostanzialmente diverso da ogni altro.
Il veleno della cultura contemporanea è,
ovviamente, il pensiero dominante, mai ragionato o scarsamente riflettuto, in
virtù del quale a qualsiasi latitudine ci si trovi, sentiamo ripetere, su ogni
argomento, sempre le solite storie, opinioni diventate verità, stereotipi
divenuti la norma in ogni dibattito, stancamente ripetuti e che proprio per
questo sono ritenuti ormai universali inattaccabili, pena la qualifica di
conservatore, bigotto, razzista, omofobo, fascista eccetera.
È il veleno dell’omologazione, i cui
frutti sono alcuni assiomi ritenuti ormai inconfutabili: la liceità dell’aborto,
la necessità di una Chiesa sempre meno Chiesa e sempre più ‘vicina ai bisogni
della gente’, l’idolatria per il socialismo, dimentica di ogni effettiva
nefandezza compiuta sotto questa bandiera; ma anche il progressismo imperante
in tema di matrimonio gay, clima e ambiente, fecondazione assistita, apertura multiculturale; il relativismo che, poi, dimentico del suo valore e del suo senso
primigenio, si è trasformato in un diritto a tutto, a dire e fare tutto, senza
assumersi la responsabilità di niente; e improvvise digressioni storiche, sullo
zarismo, sul marxismo, sullo stereotipo del Medioevo come periodo buio, religioso e
perciò retrogrado, dell’Islam come culla di una civiltà superiore a quella
Occidentale, e molto altro.
È imbarazzante scontrarsi, oggi, con un pensiero
dominante che oppone a qualsiasi riflessione o tentativo di argomentazione su
questioni tutt’altro che risolte, il blocco compatto del rifiuto categorico,
della squalifica preventiva (se si è contro uno degli argomenti sopracitati, si finisce per
essere definiti, appunto, fascisti, razzisti e via dicendo), della scomunica
mediatica (Cammilleri, e con lui i pensatori liberali e conservatori italiani
sono tutti assiepati tra “Il Foglio”, “Il Giornale” e “Libero”, quotidiani anch’essi
controcorrente e perciò squalificati, maltrattati, in fine emarginati).
Questi Antidoti sono quindi ideali, nella loro
brevità e incisività, per chi volesse conoscere o entrare in contatto con un
modo di pensare, di vedere le cose, di affrontare argomenti storici o di
attualità diverso da quello blandito quotidianamente su tutte le radio, i
canali televisivi, i giornali italiani.