Un
amore senza fine
Scott Spencer
Traduzione di Francesco
Franconeri
Sellerio, 2015
pp.581
15 €
Are you ready to be heartbroken?
Are you ready to be heartbroken?
Are you ready to bleed?
What would it
take
What would it take to wipe that smile off of your face?
Questo il ritornello di una delle
canzoni più importanti degli anni’80, soprattutto per il movimento New Romantic che proprio nel 1984, anno
dell’uscita di Rattlesnakes, l’album
di esordio (nel quale è contenuta per l’appunto Are you ready to be heartbroken?) dei Lloyd Cole and the Commotions, viveva la sua "età d'oro". E non ci sono parole e musica più
adatte per iniziare a parlare di un romanzo che ha letteralmente segnato, in
profondità, generazioni di persone, vecchi o giovani non importa, che hanno
patito per amore. Persone insomma che hanno subito “gli
strali dell’infausta sorte di Eros” come al tempo dei Greci Antichi, come
quando Partenio di Nicea componeva i suoi Erotikà Pathémata, Le pene d’amore: il libro in questione è
Un amore senza fine di Scott Spencer,
edito da Sellerio nella brillante traduzione di Francesco Franconeri. Amore,
follia e sangue: nulla di più e niente di meno, questi gli ingredienti di un endless love.
Ci sono due ragazzi, David e Jade che si
amano con una forza disperata, tale che tutto il mondo, la scuola, l’arte, la
società, la famiglia e le regole sono assorbite da questo rapporto di coppia
che è non solo totale, ma anche totalizzante, nel senso che “si basta nel suo stesso essere tutto”. Certo,
la famiglia di David, composta da attivisti di sinistra nella Chicago degli
anni ’60, è preoccupato per questo rapporto del figlio ma questa storia, Un amore
senza fine, non è la solita storia di un amore contrastato, no, tutt’altro. Il libro
inizia con un amore che è avallato, per non dire “spinto” dalle due famiglie, soprattutto da quella di Jade, un po’
hippy, un po’ anticonvenzionale, composta da due genitori soliti consumare e
provare le nuove droghe sintetiche che proprio in quegli anni si stavano
diffondendo a macchia d’olio, con i loro figli.
Eppure Jade, così assonata e così
totalmente (ancora una volta ricorre questa parole) se(n)ssuale, non è felice
perché sa che, nonostante tutti gli sforzi, anche ipocriti, dei genitori,
quella non sarà mai veramente casa sua. E allora come fare per spezzare un
equilibrio così soffocante, nonostante una storia d’amore che è tutto, quasi
tutto, per la giovane ragazza dagli occhi “verde opaco”? Bisogna affidarsi al
destino, che una sera, il 12 agosto 1967, bussa alla porta sotto forma di "lingue di fuoco". I genitori di Jade, qualche giorno prima, avevano deciso
di allontanare David. Ormai David era “uno di famiglia”, dormiva in un letto matrimoniale nella stanza di Jade, mangiava
assieme a loro, era l’ospite d’onore di tutte le ricorrenze. Troppo, troppo
totalizzante, per una ragazza di diciassette anni, pensano Ann e Hugh. Ma è il
12 agosto 1967 e il fuoco che divampa nella casa dei Butterfield l’ha appiccato
David, forse per tornare con Jade, forse perché anche Jade lo voleva.
Da qui la separazione, che come in un
cantare epico alla moda de L’Orlando
Furioso, divide i due innamorati. Jade parte verso il Nord, per fare
esperienza e iscriversi all’Università, David invece, dopo il “fattaccio brutto” dell’incendio, viene prima
rinchiuso in un manicomio e poi va a vivere da solo. A questo punto il libro
quasi si sospende. Leggiamo dell’esistenza di David, triste e solitaria. Quasi disperata
e monastica (dopo la grande stagione degli amori fisici e psichici con Jade,
ora David si astiene completamente da qualsiasi pratica sessuale ), dove
l’unica occupazione vera è quella di riannodare i cocci del destino, cercando,
nonostante l’ingiunzione del Tribunale, di ritornare a vedere Jade. Perché solo
con Jade egli vive, e solo con David ella vive.
Allora il tempo, anzi il destino, dopo
essere stato sospeso, inizia a scorrere vorticosamente. David fugge per
ricercare la madre di Jade, Ann, che intanto si è separata dal marito. La trova
a New York e in una giornata piena di dubbi, ansie e situazioni imbarazzanti
assiste, anzi in un certo senso “partecipa” alla morte di Hugh, il marito di Ann e
padre della stessa Jade.
Dalla morte nasce la vita però.
Dalla morte nasce la vita però.
David rivede Jade e la storia e il tempo
ricominciano a scorrere, ma, trattandosi di Jade e David, i due "escono dal
tempo". Basta una notte d’albergo a New York,
una lunga sessione erotica degna delle migliori pagine di Vladimir Nabokov,
dove al corpo si alterna l’anima senza soluzione di continuità, senza neppure
che si riesca distingue dove inizia Jade e dove inizia David. Il sangue dei
due si mescola come al tempo degli antichi riti pagani, Misteri Eleusini per sozze camere d'albergo. Una squallida stanza colta nella alla fine degli Anni Sessanta ha la stessa drammaticità dell’Atene
del IV secolo: l’uomo è tornato ad essere homo
dramaticus.
Qualche volta penso che abbiamo un’infelicità tutta per noi che ci attende. In certe storie d’amore c’è chi distrugge l’altro, però sono convinto che nel nostro caso siamo troppo innamorati per farlo, siamo troppo una stessa persona; ci distruggerà qualcosa di molto più grande di te e di me. E l’infelicità particolare dell’amore reciproco e mi spaventa da matti.
Un Amore senza Fine non è una storia a
lieto fine e non potrebbe esserlo, come tutte le grandi storie d’amore della
letteratura, almeno quelle legate a doppio filo all'eros dolce-amaro. Anche se, leggendo questo libro, più che di letteratura si ha la
sensazione di avere a che fare con della carne palpitante, con un fascio di
nervi e di sinapsi che tremano e sbattono a destra e manca.
So che probabilmente non ci vedremo mai più. Penso all’amore che ho avuto per te come a una vita al di fuori della legge e non voglio più fare una cosa del genere. Ho perduto una parte del mio coraggio ed è meglio così perché quel genere di spregiudicatezza serve solo a se stessa. Tutto il resto scompare. Non avremmo mai potuto avere una vita normale. Mi sembra così strano dovertelo dire, ma credo ancora nel nostro amore e ti amo sempre.
Non vi dico chi scrive a chi questa
lettera, ma tanto vi basti. Perché un amore per essere “un amore senza fine”
continua anche quando finisce. Sei pronto
ad avere il cuore spezzato?
Mattia
Nesto