Dietro la scena del crimine
di Cristina Brondoni
Las Vegas edizioni, 2015
pp. 164
€ 10
€ 10
CSI ha portato lo spettatore sulla scena del crimine al di là del nastro giallo, ha aperto le porte della sala autoptica e ha servito il tabù della morte all’ora di cena.
Com’è vero! Ricordo che, da
ragazzina, al ritorno dagli allenamenti sportivi, mi aspettava la cena tardiva
e il secondo episodio di CSI, all’epoca novità assoluta. Quante bistecche, uova
strapazzate e focacce ho mandato giù vedendo cadaveri ripescati dall’acqua,
mangiati da topi o semplicemente stesi sul tavolo della morgue. Quante volte,
già all’epoca e con un misto di curiosità e ribrezzo mi chiedevo cosa ci fosse
di vero, quanto della parte scientifica fosse realistica e quanto dovuto alla
necessità di sceneggiatura. Per fortuna, le mie abitudini sono cambiate, la
cena si è spostata ad orari più consoni e la visione di CSI, per quanto mi
riguarda, si è interrotta. Ma la curiosità è rimasta e il lavoro di Cristina
Brondoni ha contribuito a risolvere parte dei quesiti rimasti sepolti nella mia
mente.
Le scienze forensi comprendono una serie infinita di scienze e discipline e anche qualcuna in più. Si va, in ordine sparso, dalla balistica alla biologia, dalla geologia all’archeologia, dall’entomologia alla medicina, dalla grafologia alla chimica. E per ogni materia c’è un esperto o un team di esperti che lavorano per venire a capo dell’indagine.
Queste pagine possono rivolgersi
ad un vasto spettro di lettori. A chi, come me, ha solo oziose curiosità sul
mondo delle scienze forensi e che, ogni volta che lava i piatti e butta un
occhio alla televisione si domanda se tutto quello che vede sia realistico.
Oppure a chi punge vaghezza di cimentarsi nella stesura di un romanzo o una
sceneggiatura thriller e non voglia cadere in giganteschi errori, frutto dell’influenza
mediatica della TV di genere.
Chi è solo spettatore curioso,
tra queste righe troverà notizie sorprendenti. Tutti i telefilm thriller/
gialli, da CSI a Criminal Minds, da Dexter a Lie to me, vengono analizzati
autopticamente , in alcuni casi esaltati, in altri smontati. Sapevate che un
detective/ scienziato forense/ super uomo nella polizia americana non esiste? O
che Miss Marple può essere considerata, a buon diritto, la prima criminal
profiler della storia? La massiccia ironia con cui viene abbattuto il
protagonista di True Detective o la virata sull’inverosimile di Criminal Minds
strappano più di una risata. I riferimenti letterari ad Agatha Christie, Edgar
Allan Poe e Arthur Conan Doyle attirano e coinvolgono anche chi di serie di
genere non ne macina poi più di tanto.
Chi invece vuole cimentarsi nella
scrittura, qui trova un utile prontuario di partenza: nozioni di base sui
fenomeni tanatologici, indicazioni sull’utilizzo verosimile dei più comuni
veleni, dritte sui sistemi di investigazione e sui vari organi deputati alle
fasi d’indagine. Nulla di eccessivamente specifico o incomprensibile ai
profani, ma sicuramente valido come punto di inizio. Una volta focalizzati i
nodi di una buona storia thriller e armati delle conoscenze dell’autrice, si è
pronti per approfondire ed ampliare in modo da realizzare un prodotto di
qualità e che non faccia venire i capelli dritti a qualunque scienziato o
criminologo intento alla lettura.
Le pagine scorrono molto veloci,
ricche di aneddoti, alcuni anche raccapricciati, legati ai delitti e serial
killer più famosi dell’ultimo secolo; sono narrati con una notevole dose di
ironia e uno stile estremamente colloquiale che ha come risultato quello di
alleggerire un argomento che altrimenti risulterebbe assai gravoso.
Non essendo in procinto di
cimentarmi con la scrittura thriller e rientrando quindi nella prima categoria
di utenti, posso dire che ho imparato molte cose utili: se non altro per
animare la conversazione sapendo dire di cosa tratta il principio di
interscambio di Locard e che la cicuta è il veleno peggiore da sciogliere nel
vino della nostra vittima.