Le Livre des Questions è il titolo che viene dato da Edmond
Jabès ad una serie di sette volumi pubblicati tra il 1963 e il 1973 presso la
casa editrice francese Gallimard. Di difficile interpretazione, il ciclo non
può essere semplicisticamente definito come un insieme di “récits” piuttosto
che di romanzi veri e propri. Allo stesso tempo, non può essere riassunto come “narrazione
della storia d’amore tra due giovani ebrei (Sarah e Yukel) durante la seconda
guerra mondiale”.
Superata la fase del Nouveau
Roman francese – mantenendo tuttavia un contatto con il progetto
mallarmeano mai compiuto – Jabès personalizza la struttura del frammento
rendendola sinonimo del “deserto sociale” provocato dalla seconda guerra
mondiale e della crisi di identità ebraica e generale che ne consegue. I testi
si arricchiscono di domande apparentemente senza risposte, prende via via forma
un vero e proprio “romanzo nel romanzo” che riflette la crisi di identità
vissuta in prima persona da Jabès in qualità di «scrittore
e ebreo» oltre che ai sensi di colpa inconsci per non aver vissuto il dramma
della Shoah.
Le Livre des Questions è pluritematico ed attraversato da un coro di
voci indistinguibile ad una prima lettura. Citazioni inventate di rabbini
immaginari, stralci di lettere e di diari dei protagonisti, dialoghi scritti
dello scrittore interno al testo, dialoghi tra figure medievali personificate
e, importante, presenza di figure “in ombra” che si manifestano nei pronomi “tu”
e “nous”. I pronomi, apparentemente anonimi, celano una coralità di lettori.
Non si tratta però dei lettori esterni che acquistano il testo. Al contrario,
si tratta di lettori interni al testo e che presentano tutte le caratteristiche
di personaggi a tutto tondo.
1.1 Lettori singoli:
Personaggi
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Pronome di riferimento
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Esempio
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Yukel
personaggio
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Nome
di battesimo seguito dal pronome “tu”
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«Yukel, tu as toujours été mal dans ta peau, tu
n’as jamais été là, mais ailleurs […]» (Le
Livre des Questions, pag. 33)
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Yukel
scrittore
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“je”,
“tu”
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«Je me lève avec la page que l’on tourne, je me
couche avec la page que l’on couche […]» (Le
Livre des Questions, pag. 33)
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Sarah
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Nome
di battesimo seguito dal pronome “tu”
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«Je t’ai donné mon nom, Sarah, et c’est une voie
sans issue.» (Le Livre des Questions,
pag. 13)
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Dieu
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Pronome “Tu” o “Vous”
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«Je Te nomme et meurs de mon nom» (Le Retour au Livre, pag. 59)
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1.2 Lettori
corali :
Personaggi
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Pronome di riferimento
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Esempio
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Le lecteur X
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Pronome “tu” e “nous”
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«Yukel, dis-nous l’histoire de ton pays» (Le Livre des Questions, pag. 72)
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Il lettore accademico
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A volte pronome “tu”,
svolge prevalentemente il ruolo dell’intervistatore
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«Que se passe-t-il derrière cette porte?» (Le Livre des Questions, pag. 14)
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I rabbini
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Pronome “nous”
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«Nous ne pouvons être sauvés que par nous-mêmes. Telle est notre chance»
(Le Livre des Questions, pag. 136)
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Le lecteur inconnu ou "lecteur au seuil du livre"
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Pronome "Tu"
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«À toi, qui crois que j’existe
[…]» (Le Livre des Questions, pag. 41)
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Si è tra gli anni Sessanta e Settanta. Il sentore del
dopoguerra non è del tutto spento, soprattutto nella comunità ebraica. Per uno
scrittore come Jabès - «scrittore e ebreo» - la questione
della memoria è ancora aperta. Nell’introdurre tanti lettori, l’autore conferma
l’importanza della comunicazione in una società divisa e distrutta dalla
storia. Il suo è un messaggio di speranza: il suo ciclo viene letto da lettori
con diverse fedi e culture.
Yukel
e Sarah, a dispetto del destino che li segnerà, continuano a vivere la loro
storia d’amore in forma scritta, senza arrendersi ai soprusi. I lettori “au
seuil du livre” di Jabès non si chiudono a riccio, non si barricano dietro barriere
culturali e religiose. Anzi, sono curiosi e sensibili. Sebbene vengano definiti
“au seuil du livre” poiché limitati dalle leggi della fisica, Jabès permette
comunque a quelli che immagina essere i lettori papabili del suo ciclo di
addentrarsi nella sua opera. Dà loro diritto di parola (interagiscono con il
narratore, Yukel) e di replica, senza sottrarsi ai capricci e alle ostilità dei
più pretenziosi.
Per concludere, Jabès vede nel lettore
“primordiale”, quello spinto dall’interesse e dalla curiosità, dalla necessità
di evadere e dall’ingenuità di spirito, che tuttavia si distingue dall’idea di
lettore passivo tanto in voga tra i critici letterari del passato, il perfetto
alleato dello scrittore per cancellare un passato di orrori e costruire un
futuro di speranza. Lo scrittore dimostra che “le livre” può essere il punto d’incontro
ideale tra lo scrittore e i lettori per la ricerca di una verità universale. Proprio
come Dio che trasmette la sua «erratique parole» ne «le Livre» rendendola
eterna.
Arianna Di Fratta
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