È un viaggio straordinario tra le sale di Palazzo Ducale, a Genova, il percorso tra più di
cinquanta dipinti provenienti dal Detroit Institute of Arts; una mostra, inaugurata il 25 settembre e visitabile fino al 10 aprile, assolutamente da non perdere per il valore delle opere esposte, sapientemente accostate in un viaggio che parte dai primi lavori impressionisti fino al Cubismo di Picasso, passando per le avanguardie. Non è la prima volta che Genova ospita una mostra di questo genere e dopo la bellissima esposizione di qualche anno fa
“Van Gogh e il viaggio di Gauguin” con un allestimento davvero ben riuscito – per accostamenti, prestigio delle opere, descrizioni e organizzazione scenografica delle sale – Palazzo Ducale torna protagonista con una raccolta che ha già suscitato un notevole interesse da parte del pubblico,
unica tappa europea.
Ho visitato la mostra un sabato sera di un paio di settimane fa e, complice la maggior tranquillità dell’orario scelto, è stato possibile aggirarsi tra le sale non troppo affollate, godendosi con calma ogni dipinto esposto sala dopo sala, tornando indietro, soffermandosi di fronte a quelli che più hanno la capacità di emozionare. Il percorso è organizzato in
ordine cronologico e adeguatamente raccontato dai curatori, Salvador Salort-Pons e Stefano Zuffi, che accompagnano il visitatore tra le opere più significative di un trentennio artistico straordinario dell’Europa a cavallo tra Otto e Novecento. Dieci sale di diversa grandezza, in cui trovarsi di fronte dipinti che hanno segnato la storia dell’arte moderna e il collezionismo americano, che sorprende per prestigio e varietà di linguaggi.
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Pissarro, "Il sentiero" |
Ad accogliere il visitatore nella prima sala e fornire un immediato esempio del valore della raccolta, sono tele di
Pissarro – considerato il primo Impressionista – come “Il
sentiero”, il meraviglioso
“Gladioli” di
Monet di fine anni Settanta in cui protagonisti assoluti sono quei fiori resi con tecnica impressionista mentre l’elegante donna che passeggia nel giardino rimane sullo sfondo, diverse tele di
Renoir tra cui spicca la sensualità della
“Donna in poltrona” o della
“Bagnante seduta”, la
“Bagnante addormentata” di
Courbet una giovane qualunque colta nella sua nudità assopita nei pressi di un ruscello. Non mancano poi, proseguendo tra le sale, scene di vita parigina di stampo più realistico come la
“Scena di caffè a Parigi” del maestro
Gervex, o le celebri ballerine di
Degas colte alla luce fioca di una sala verde, nell’atto di prepararsi alle prove per un balletto, mentre poche stanze più oltre troviamo le sperimentazioni di
Cezanne (a cui, come per Degas ed altri che seguiranno, è dedicato uno spazio autonomo all’interno del percorso) tra cui l’ultima versione de
“La montagna” uno dei soggetti più sviluppati dall’artista francese.
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Monet, "Gladioli" |
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Redon, "Evocazione di farfalle" |
La mostra prosegue quindi negli sviluppi cronologici che dall’Impressionismo portano al superamento della corrente, con opere quali ad esempio la vibrante
“Evocazione di farfalle” di
Redon, tela dalle dimensioni contenute, tutta sui toni del rosso, dell’arancio e dell’oro su cui risalta un gruppo di farfalle in volo, il celeberrimo
“Autoritratto con cappello di paglia” di
Van Gogh qui presente anche con
“La sponda dell’Oise ad Auvers” (luogo che è stato l’ultima residenza dell’artista) esemplari di quella pittura così materica, intensa, che ha caratterizzato la produzione di Van Gogh.
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Kandinsky, "Studio per dipinto con forma bianca" |
Esaurita la corrente impressionista, il percorso espositivo lascia spazio quindi alle
avanguardie della scuola di Parigi di inizio Novecento con opere di
Matisse come
“La finestra”, “Papaveri”, “Il caffè”, alcuni tra i celebri ritratti di
Modigliani, caratterizzati da colli lunghi e inquietanti sguardi privi di pupille, per approdare all’
Espressionismo tedesco tra cui, insieme al celebre
“Autoritratto” di
Otto Dix, spicca lo
“Studio per dipinto con figura bianca” di
Kandinsky già lanciato verso l’espressionismo astratto che caratterizzerà la sua produzione artistica.
A chiudere l’intenso percorso,
Picasso e il Cubismo, cui è dedicato uno spazio monografico che mette in evidenza la forza delle tele qui esposte tra cui, quella che personalmente mi ha più emozionato - insieme al volo delle farfalle -,
“Ritratto di Manuel Pallares” a cui l’artista è stato legato tutta la vita da sincera amicizia e che porta i segni della successiva evoluzione cubista, per approdare infine a
“Ragazza che legge” ritratto pienamente cubista della donna amata intenta alla lettura, sulle cui pagine del libro stesso troviamo la firma dell’artista.
È un percorso davvero denso di emozioni ed imperdibile per la straordinaria forza comunicativa delle opere esposte.
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Picasso, "Ragazza che legge" |
di Debora Lambruschini
Ringraziamo l'ufficio stampa della mostra per averci concesso l'utilizzo delle presenti riproduzioni dei quadri e per la disponibilità verso CriticaLetteraria.
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