Prima di Florence Nightingale.
La letteratura infermieristica italiana 1676-1846
di Filippo Festini, Angelica Nigro
Libreria Universitaria.it, 2015
La letteratura infermieristica italiana 1676-1846
di Filippo Festini, Angelica Nigro
Libreria Universitaria.it, 2015
Il volume riporta alla
luce un ampio periodo antecedente all’affermazione di Florence Nightingale nel
panorama delle scienze infermieristiche e gli studi permettono di ridiscutere
il ruolo di fondatrice del nursing moderno coniato dalla critica recente.
L’analisi documentaria e biografica delle esperienze della Nightingale converge infatti verso una prospettiva valorizzante di unicità di scoperte infermieristiche e metodologiche che invece necessitano di una nuova ridefinizione. Alle scoperte mediche ottocentesche, si deve considerare un periodo precedente in cui è accertata l’esistenza di testi, documenti e la non trascurabile letteratura di opere che indicano con precisione la formazione e la crescita, in ambito medico, di personalità mediche fautrici delle prime esperienze avanzate di quello che si può individuare come pensiero medico moderno.
L’analisi documentaria e biografica delle esperienze della Nightingale converge infatti verso una prospettiva valorizzante di unicità di scoperte infermieristiche e metodologiche che invece necessitano di una nuova ridefinizione. Alle scoperte mediche ottocentesche, si deve considerare un periodo precedente in cui è accertata l’esistenza di testi, documenti e la non trascurabile letteratura di opere che indicano con precisione la formazione e la crescita, in ambito medico, di personalità mediche fautrici delle prime esperienze avanzate di quello che si può individuare come pensiero medico moderno.
Le “imprese” e le opere che vedono coinvolta
Florence hanno goduto del parere favorevole della stampa e la stessa rete di
relazioni parentali e amicali ha contribuito a rafforzare l’ideale mitico: santità
ed eroismo sono state volutamente attribuite alla Nightingale. Non si vuole con
questo volume, sminuire la portata entusiastica del percorso di vita di una
donna che ha saputo imporsi sulle radicali scelte familiari, indirizzate verso
un percorso simile a molte ragazze di famiglia colta inglese e benestante. Il
volume intende informare riguardo un terreno culturale, sociale e di scoperte
in campo medico di studi, ricerche ed esperienze, culla di un laboratorio
fertile già ben presente, anche in ambito italiano, a partire dal 1676.
La
pratica dell’Infermiero è un’opera di Francesco Dal Basco: nato nel 1564 a
Guia da Benedetto, diviene francescano dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
In quel periodo i conventi erano dotati tutti di un’infermeria dove venivano
accuditi e curati i confratelli malati. Spesso nei conventi, come succede
tuttora, si collocavano le spezierie dove venivano preparati i medicamenti e
nuovi preparati che avevano un’efficacia positiva sul paziente portandolo alla
guarigione. Dal Basco esercita quella che possiamo identificare già come
professione infermieristica. Scrive opere che raccolgono le sue esperienze
mediche che divengono trattati. Si ricorda, in particolare, La Pratica dell’Infermiero di Fra Francesco
dal Basco di Valdebiadene, detto il Castagnaro, Minorita Cappuccino nella quale
con osservazioni fondate sull’uso di moltissimi anni s’addottrina l’assistente
e caritativo infermiere per ben conoscere e, ne’ casi repentini, applicar li
rimedi proportionati a’ mali dei suoi infermi.
Altra figura riportata
alla luce è quella di Filippo Baldini. Nato
a Napoli nel 1750 da famiglia nobile, scrive uno dei primi trattati sul lavoro
di infermiere, L’Infermiero istruito.
Studioso e ricercatore attento, nel 1774 è Lettore di Medicina all’Università
di Napoli. L’esperienza universitaria gli permette di ampliare gli studi
stringendo amicizie importanti in campo medico e collaborando con le scuole
mediche di Parigi e Berlino. Presenta un corpus di opere notevoli che sono
considerati degli interessanti studi di epidemiologia: La sanità de naviganti per uso dell’armata navale de sua Maestà
Siciliana, il Saggio intorno alle
malattie endemiche della provincia di Bari e in particolare, le Ricerche fisico-mediche sulla costituzione
del clima della città di Napoli, in cui il medico presenta uno studio
riguardo alle patologie urbane, le malattie endemiche e le soluzioni che possono garantire la salute e la longevità.
Altra personalità analizzata
è quella del pavese Ernesto Rusca. Membro della facoltà di Medicina
all’Università di Pavia, prestigiosa sede di scuola medica nell’Ottocento, si
impegna nello studio contro malattie devastanti come il colera e compone alcuni
trattati interessanti, in particolare, Istruzione
intorno al regime di vita onde preservarsi dall’epidemia di cholera e Compendio di anatomia patologica. Di
particolare interesse è il Manuale
dell’Infermiere, ossia Istruzione sul modo di assistere i malati, strumento di supporto al lavoro
infermieristico, corredato da un’ampia documentazione sulle lezioni tenute
dagli infermieri dell’Ospedale maggiore. Rispetto all’opera di Dal Bosco e di
Baldini, Il Manuale dell’Infermiere offre
un’analisi di alcune tecniche infermieristiche (dall’applicazione di
medicamenti, al governo dei malati, agli alimenti, alla pulizia e igiene).
L’opera di Rusca è importante per tre aspetti fondamentali: l’aver ideato e
pubblicato il primo scritto diventato poi supporto didattico per il corso formale
dell’infermiere; l’aver denominato l’opera infermieristica professione e l’aver coniato il termine nursing. Pur valorizzando il ruolo dell’infermiere moderno, in anticipo rispetto ai tempi e
agli sviluppi successivi, Rusca non apre le porte all’universo femminile. Oltre
all’utilizzo del termine esclusivamente al maschile, non si accenna mai
volutamente al ruolo della donna infermiera.
L’ultima figura
analizzata è quella di un altro medico pavese, Giuseppe Cattaneo. Nato nel
1815, laureatosi in Medicina, raggiunge la notorietà grazie ad alcuni
importanti studi: in particolare si ricordano il Manuale di ostetricia veterinaria e soprattutto il corposo trattato
Pedagogia dell’infermiere che
descrive le norme di pronto soccorso, il formulario delle preparazioni
farmaceutiche più utilizzate nelle diverse malattie e una parte rilevante
riguarda le qualità fisiche e morali
necessarie agli infermieri. Cattaneo valorizza il ruolo dell’infermiere da
un punto di vista sociale e sanitario, dedica ampio spazio alle necessità del
paziente e alla situazione di soddisfacimento dell’ambiente che lo circonda;
sottolinea le qualità che deve possedere un infermiere e le motivazioni che lo
portano a intraprendere il lavoro: oltre alla preparazione tecnica, occorrono umanità, pazienza, fedeltà subordinata e temperante; e una visione della scienza
infermieristica come arte fondata sulla
vocazione e sulla motivazione religiosa.
Il volume ci presenta un
quadro di studi sufficiente a confermare un modello infermieristico di caratura
culturale avanzata presente a partire dal Seicento. Si valorizza una figura
professionale già in grado di conoscere le basi della fisiologia, della
patologia, lo stato iniziale del paziente e il suo decorso medico.
L’esame complessivo dei
testi indica l’esistenza di una scienza infermieristica nata non solamente
dalle idee e dalle iniziative di una singola persona, ma che si è sviluppata
molto prima dell’Ottocento grazie ad un lungo e laborioso percorso di
progressiva crescita, in cui l’Italia ha giocato un ruolo fondamentale. L’analisi
delle opere indica, infatti, una realtà italiana avanzata e proiettata nel
futuro della scienza medica in campo anglosassone.