Agrippina, la sposa di un mito
di Lorenzo Braccesi
Editori Laterza, 2015
pp 225
€ 11,99 (ebook)
Oddio no! Di nuovo storia!
Risuonava anche nelle vostre classi questo sospiro annoiato? Una volta superata
la parte divertente fatta di dinosauri e mummia, storia diventava sinonimo di
nomi, date ed eventi concatenati da ricordare. Non importa se fossimo alle
elementari, alle superiori oppure ad Hogwarts: storia restava una delle materia
più fastidiose ed inutili della nostra istruzione. Per quanto riguarda le mie
esperienze scolastiche, c’è sempre stato un solo periodo che riusciva a far
alzare la testa anche a chi scarabocchiava in ultimo banco: l’epoca tardo
repubblicana/ inizio imperiale romana. Gli amori di Cesare, Antonio e Cleopatra, la
sagacia politica di Augusto, la voluttuosità di Poppea immersa nel latte
d’asina riuscivano a solleticare interessi e speculazioni. Chi si divertiva
alla follia di Nerone, chi commentava i decreti legge di Augusto, chi
spettegolava sulle tresche di Giulia, figlia dell’imperatore…storia diventava
una materia viva.ù
Ricostruire, nel mondo antico, la storia di una donna è sempre difficoltoso; e lo è soprattutto per una matrona costretta ad agire necessariamente nell’ombra, per giunta ostacolata nei suoi progetti dal comportamento di un marito che sempre la raffrena, non condividendone l’operato
Lorenzo Braccesi, già autore di "Giulia, la figlia di Augusto"., decide di accompagnarci alla scoperta di un altro personaggio vissuto
nei densi anni di inizio impero ma che, probabilmente, è rimasto sempre ai
margini nei classici manuali di storia: Agrippina Maggiore, figlia di Marco Vipsanio Agrippa, il trionfatore della battaglia di
Azio, e di Giulia, unica figlia di Augusto e, in seguito, moglie di
Germanico e madre del futuro imperatore Caligola.
Sugli intrecci storici, le
parentele e il dipanarsi degli intrighi della potente dinastia giulio- claudia,
lascio ad ognuno il compito di rispolverare le proprie memorie di studente. A
questo volume assegno invece il compito di presentare la storia sotto un altro
punto di vista ovvero quello più nascosto e sottile delle manovre femminili.
Se è vero che la storia ricorda, per alta percentuale, i protagonisti maschili,
è vero anche che per i primi anni dell’impero romano le tendenze politiche, gli
intrighi, i tradimenti e le stesse successioni sono stati il frutto dei raffinati
maneggi sottobanco delle matrone dell’epoca.
Dietro ad ogni grande uomo,
Cesare, Augusto, Tiberio, Germanico, c’è sempre stata una o più grandi donne
che hanno manovrato con abilità e raffinatezza le correnti e le passioni
politiche. A partire da Giulia, madre di Agrippina, donna di raffinati gusti
culturali, atteggiamento libertino e viva passione politica che la resero così
cara alla plebe dell’Urbe, a Livia, madre di Tiberio e consumata avvelenatrice
di animi e scomodi rivali, la storia imperiale è il frutto di una paziente
tessitura ordita nei cenacoli e nelle stanze delle matrone più che tra i sedili
del senato.
Agrippina si pone tra queste
altolocate intriganti. Donna di forte carattere e amata dal popolo così come lo
era stata la madre prima di lei, lotterà tutta la vita per innalzare il marito
Germanico, del quale fu sempre appassionatamente innamorata e leale e fiera
sostenitrice, al rango di imperatore. Giocando con maestria sul mito di
Alessandro Magno, cercherà di plasmare a sua immagine Germanico con uno scopo ben preciso: quello di contrapporlo al detestato e paranoico Tiberio, successore di Augusto e
interprete sempre più rigoroso del nuovo ordine politico che mascherava, dietro
una finta collaborazione con gli organi istituzionali, l’instaurazione di un
potere di fatto totalitario. Il saggio, oltre ad avere una scorrevolezza tale
da far scivolare nella narrativa, percorre le fonti in maniera accurata, ma
senza cadere nel pedante o nel noioso. Ciò
lo rende una lettura appetibile anche per chi, a scuola, stava in ultima fila a
ripassare per l’interrogazione dell’ora successiva.