Keep calm e smetti di fare il cafone
di Miss Caterina
Newton Compton Editori, 2015
pp. 256
Euro 9,90
«Anche la timidezza è una forma di maleducazione»
Paolo Villaggio intervistato da Maurizio Costanzo
Siamo tutti vittime, nella nostra vita, di episodi di maleducazione più o meno clamorosa: il fidanzato spilorcio che fa tanto di regalarci tre misere rose rosse, ammaccate e mal confezionate, protestando che almeno sono in numero dispari; l’amica di vecchia data, ben al corrente della nostra pericolosa allergia ai frutti rossi, che per dolce ci propone puntualmente torta/crostata/gelato alle fragole; la coppia al primo pargolo, così entusiasta del lieto evento da essere persuasa che la vita di chiunque desideri ruotare attorno alla triade pappa-cacca-nanna; la suocera, magari pessima cuciniera, che a tavola ci esorta a finire gli avanzi, “altrimenti si buttano”; la migliore amica di nostra moglie, talmente “migliore” che se ci incontra in sua compagnia ci ignora platealmente e non si toglie mai gli occhiali da sole (“peggiore” di lei è solo la persona che abbiamo sposato, che tace e acconsente); l’ex collega, con cui abbiamo perso i contatti da mesi (se non da anni), che pretende gratuitamente il nostro aiuto. Gli elenchi di ciascuno di noi potrebbero continuare ad libitum, e presumibilmente senza godimento alcuno: una cafonata bene assestata può suscitare travasi di bile più perenni di certi ghiacciai. Ma se raccogliere e indicizzare tutte le occorrenze assumerebbe i caratteri dell’impresa enciclopedica tanto rancorosa quanto scoraggiante, si può forse cominciare con un vaccino preventivo o, nel peggiore dei casi, con un antidoto: vale a dire, con la lettura – volontaria o coercitiva – di Keep calm e smetti di fare il cafone (Newton Compton Editori, 2015), l’agile manuale di buone maniere contemporanee, stilato dalla seguitissima blogger Miss Caterina (buonemaniere.wordpress.com).
di Miss Caterina
Newton Compton Editori, 2015
pp. 256
Euro 9,90
«Anche la timidezza è una forma di maleducazione»
Paolo Villaggio intervistato da Maurizio Costanzo
Siamo tutti vittime, nella nostra vita, di episodi di maleducazione più o meno clamorosa: il fidanzato spilorcio che fa tanto di regalarci tre misere rose rosse, ammaccate e mal confezionate, protestando che almeno sono in numero dispari; l’amica di vecchia data, ben al corrente della nostra pericolosa allergia ai frutti rossi, che per dolce ci propone puntualmente torta/crostata/gelato alle fragole; la coppia al primo pargolo, così entusiasta del lieto evento da essere persuasa che la vita di chiunque desideri ruotare attorno alla triade pappa-cacca-nanna; la suocera, magari pessima cuciniera, che a tavola ci esorta a finire gli avanzi, “altrimenti si buttano”; la migliore amica di nostra moglie, talmente “migliore” che se ci incontra in sua compagnia ci ignora platealmente e non si toglie mai gli occhiali da sole (“peggiore” di lei è solo la persona che abbiamo sposato, che tace e acconsente); l’ex collega, con cui abbiamo perso i contatti da mesi (se non da anni), che pretende gratuitamente il nostro aiuto. Gli elenchi di ciascuno di noi potrebbero continuare ad libitum, e presumibilmente senza godimento alcuno: una cafonata bene assestata può suscitare travasi di bile più perenni di certi ghiacciai. Ma se raccogliere e indicizzare tutte le occorrenze assumerebbe i caratteri dell’impresa enciclopedica tanto rancorosa quanto scoraggiante, si può forse cominciare con un vaccino preventivo o, nel peggiore dei casi, con un antidoto: vale a dire, con la lettura – volontaria o coercitiva – di Keep calm e smetti di fare il cafone (Newton Compton Editori, 2015), l’agile manuale di buone maniere contemporanee, stilato dalla seguitissima blogger Miss Caterina (buonemaniere.wordpress.com).
Il galateo non è certo una scienza esatta, epperò queste pagine vi lasceranno con la ragionevole certezza filosofica che la loro consultazione alla bisogna potrebbe giovare assai a molte persone di vostra conoscenza – e a voi per primi, ça va sans dire. Perché se Totò sentenziava che «Signori si nasce», Miss Caterina è dell’avviso diametralmente opposto e contrario: si nasce cafoni, e della peggiore specie, ovvero la più inconsapevole. Cafoni si può poi restare, per sventura o per scelta, ma signori si può e si dovrebbe sempre cercare di diventare, anche contro la propria volontà e le avversità del contesto. Così facendo, eccettuate le derive cafonal più radicali e compiaciute, potremmo addirittura sorprenderci nel constatare come ogni cosa della vita, anche la più tragica, squallida o fatale, possa solo avvantaggiarsi di quel rispetto di base che reciprocamente ci si deve l’un l’altro in quanto esseri umani. Dalla teoria alla pratica: un comportamento educato sarà il nostro migliore biglietto da visita a un funerale più ancora che a un matrimonio; ci libererà dall’imbarazzo nel commentare uno scandalo invece che una bella notizia; addirittura, potrebbe contribuire non poco a lasciare un ultimo bel ricordo di noi al dipendente che stiamo licenziando, o alla persona che non vogliamo più nella nostra vita, e alla quale imponiamo la fine di una relazione.
Se vi sembra banale parlare di buone maniere al giorno d’oggi, Miss Caterina vi convincerà presto del contrario. Ribelle in prima persona nei confronti di una normativa rigida e ingessata, da mandare a memoria come la poesia di Natale, l’autrice è però convinta che l’umanità contemporanea non perda occasione per dimostrarsi del tutto priva di savoir faire. Certo, l’infelice congiuntura storica e la crisi economica sono quasi un incentivo a farci tirare fuori il peggio di noi stessi, a reagire all’arroganza con altrettanta arroganza e alla prepotenza con altrettanta prepotenza, mentre l’evoluzione dei costumi e degli stili di vita tende a lasciare perplesse anche le persone più sobrie e morigerate. Le moderne tecnologie e i social network, poi, sono, da parte loro, un nuovo ginepraio, che si aggiunge alle selve sempreverdi delle relazioni sentimentali (2.0 e non), del buon vicinato, del contegno da tenere a tavola e via dicendo. Soprattutto, non ci sono categorie immuni, nemmeno quelle che l’opinione comune assocerebbe al buon gusto e al buon senso: non c’è blasone, patrimonio, mansione lavorativa o abbigliamento elegante che tenga. Anzi: “tanto più lussuosa la scarpa, tanto più rozza la persona che la calza”. Nessuna meraviglia, dunque, che il nobile, l’ereditiere, il professionista e il damerino all’ultima moda possano rendersi protagonisti di colossali CAFONATE e SUPERCAFONATE (questi i titoli delle due raggelanti appendici): la leggiadria e la grazia nei modi, per gli sfortunati (la maggior parte) a cui non vengono da dentro come una voce, richiedono un’umiltà, un’applicazione e un’infinita pazienza alle quali faremmo bene a rassegnarci.
Resta solo un dubbio, che l’autrice non scioglie: sarà buona o cattiva creanza fare dono del manuale alla persona più cafona di nostra conoscenza, e dunque più bisognosa di consiglio? Fermo restando che il miglior “catechismo” è il buon esempio, se il male estremo con cui avete a che fare vi sembra curabile solo con questo estremo rimedio (anche a rischio di passare voi per cafoni!), premuratevi almeno di nascondere il prezzo del libro, di confezionare un bel pacchetto e magari di accompagnarlo con un sorriso e una dedica ironica: perché anche nei regali, come nel galateo, la forma, quando non basta, aiuta.
Cecilia Mariani
Social Network