di Marilynne Robinson
Einaudi, 2015
pp. 280
€ 20
«Il futuro ci trova sempre cambiati» (p. 233). Lila lo sa bene, lei che è stata subito abbandonata, appena in fasce, e ha scoperto che niente è scontato, neanche l'identità. Il suo nome, infatti, arriva quasi per caso, come la madre adottiva che ha pietà per quel fagotto di stracci, ossa e sangue, e la porta con sé attraverso anni di stenti, a mendicare qualche lavoro qua e là. Ma Lila non recrimina la povertà della madre adottiva Doll, perché la donna ha saputo dare tutto l'amore possibile, e una protezione quasi carnale. Non c'era spazio per la spiritualità, per Lila, finché il suo orizzonte era delimitato dalla gonna di Doll e dalla cerchia ristretta dei vagabondi con cui vivevano... Ma poi qualcosa, qualcosa di traumatico e difficilmente rimasticabile, ha lasciato Lila da sola, e l'ha portata a viaggiare fino a Gilead.
In cerca di un riparo, o almeno così Lila si sarebbe detta, la ragazza varca per la prima volta la soglia di una chiesa calvinista. Qui, qualcosa la sconvolge: è la visione del predicatore. Non è certo giovane, ma qualcosa nel suo aspetto e nelle sue parole la rapisce. Anche l'uomo, John Ames, vede Lila e ricambia la stessa sorpresa: una sorta di colpo di fulmine, certo, ma che deve fare i conti con il passato di due persone profondamente ferite e il presente assurdamente diverso. John ha perso infatti la sua prima famiglia e si era quasi arreso alla solitudine, almeno fino all'incontro con Lila. Dal canto suo, Lila ha maturato una totale diffidenza verso il prossimo, che l'ha maltrattata e perennemente frustrata. Riuscirà ora a fidarsi di John e a placare l'irrefrenabile desiderio di fuga che porta con sé fin dalla più tenera età? Quanto e come influiranno le Scritture sulle decisioni da prendere e sulla vita quotidiana?
- Buonasera -. Lila lo salutò con un cenno del capo senza fermarsi. Lui la raggiunse e si mise al passo, leggermente affannato. Disse: - Mi fa piacere vederla.- Perché?Lui rise. - Be', è una cosa che si dice di tanto in tanto. E poi, mi fa piacere vederla.Continuarono a camminare, superando l'emporio. - Perché?Lui rise di nuovo. - Fa delle domande molto interessanti, lei.
Sono le domande di chi si meraviglia di qualsiasi attenzione manifestata nei suoi confronti: Lila è stata sempre abituata ad essere evitata, o temuta, o disprezzata; se apprezzata, era solo per opportunismo. L'idea stessa di placarsi e trovare la pace è un'illusione per Lila («Sarebbero venuti la sera e il mattino. Per lei la quiete del mondo era orribile, una presa in giro. Aveva sperato di mettere fine a quei pensieri, ma tornavano a lei, e lei a loro», p. 117).
Vincere le rispettive resistenze affettive è tutt'altro che semplice; ma l'impresa stessa sembra tenere perennemente uniti Lila e John, tanto diversi per età, formazione, cultura, spiritualità e aspirazioni. Sono le loro diverse visioni del mondo a costituire un perenne scambio di domande e repliche; e il lettore ne resta avvinto per oltre duecento pagine. Intanto, mentre la storia tra Lila e John subisce inattese evoluzioni, il passato torna con flashback e incubi che ricordano a Lila quanto la quiete sia (forse) solo un'utopia da cui è impossibile lasciarsi cullare.
Il nuovo e attesissimo romanzo di Marilynne Robinson, tra le più importanti autrici americane viventi, introduce una doppia sfida: innovare le storie d'amore e far sì che sia la religione (bistrattata dalla laicissima letteratura del Duemila) la trama e l'ordito dell'intera vicenda.
GMGhioni