Roma, domenica 6 dicembre.
Più libri più liberi, annuale momento d’incontro, scambio
e riflessione, in cui circolano editori, promesse della letteratura internazionale,
autori italiani, professionisti del settore, ma anche fumettisti, YouTubers, giornalisti,
intellettuali e soprattutto lettori. Tutti, “per amore dei libri”.
Novità 2015 è lo spazio dedicato ai YouTubers,
giovani protagonisti di innovative forme di narrazione online, capaci di attrarre
l'attenzione di quelle fasce di pubblico oggi sempre più sfuggenti per
l'industria editoriale.
Nella giornata di domenica sono stati due i
protagonisti della scena nazionale: The
Pills e Alessandro
"Shooter
Hates You" Masala; i primi espressione delle scrittura seriale, che da
rockstar del web conquistano il cinema, il secondo produttore di un notiziario
(o show) su You Tube. L’attenzione nei confronti di queste nuove forme di
comunicazione “culturale”, ha incuriosito studiosi e giornalisti, interessati a
comprendere la cause del fenomeno.
Alessandro Masala, ad esempio, con il suo notiziario
online Breaking Italy, raccoglie
gli ascolti di buona parte di giovani italiani tra i 18 e i 24 anni. Quali le
ragioni?
«Probabilmente»
spiega il giovane YouTuber «perché
parlo come parlano loro, in maniera diretta, come fossi un amico».
In parole povere, è come se ci fosse una richiesta
di accorciare le distanze tra informazione e pubblico e diversificare il
linguaggio a seconda degli ascoltatori, ma anche di una cultura che sdrammatizzi;
insomma, una richiesta d’informazione, ma con toni più smorzati.
Sullo stesso filone “demenziale” si collocano i The Pills, tre giovani attori che hanno
realizzato tre milioni di visualizzazioni su YouTube, rappresentanti grotteschi
della generazione precaria, disillusa e un po’ perduta dei trentenni italiani.
Continua il rapporto della fiera con le scuole e le
università, non solo nel consueto “Spazio Ragazzi”, ma anche attraverso una
serie di iniziative che va dagli alunni delle scuole primarie agli studenti
universitari.
Restano i tradizionali incontri con gli scrittori
italiani più amati. In sala Rubino, Dacia Maraini racconta gli anni della
reclusione in Giappone: «i miei genitori erano libri-persona» dice «imparavano
i libri a memoria e li raccontavano alla gente nel campo di concentramento».
Non solo, l’autrice parla di luoghi (come la Sicilia)
dove ha conosciuto “la grande bellezza” e l’amore per il Barocco, spiega come
la scrittura sia arte, creazione di uno stile e forma di artificio, «saper
parlare non vuol dire saper scrivere», quello della creazione è un processo
impegnativo e molto complesso. Per cui, come s’impara a scrivere?
«Le scuole di scrittura possono aiutare. Prima di
tutto c’è il talento, l’artificio si acquisisce».
Nella stessa giornata, Andrea
Camilleri ha presentato il suo ultimo libro Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta. Sala gremita
per ascoltare la nascita delle storie dello scrittore siciliano, «io seguo un certo ritmo» dice «e quando vedevo, mi
rileggevo la pagina ad alta voce e doveva suonarmi bene».
Non poteva mancare, a quarant'anni dalla sua scomparsa, un
ciclo di omaggi e approfondimenti sulla figura di Pier Paolo Pasolini, dalla presentazione
di un diario segreto La vita di Pier
Paolo Pasolini prima di diventare Pasolini, scritto da Elettra Stamboulis e
illustrato dal fumettista Gianluca Costantini, alle riflessioni sui maggiori
autori del Novecento di Aldo Onorati.
Tra le personalità di spicco del panorama internazionale,
lo scrittore sloveno Boris Pahor, che ha presentato il suo ultimo lavoro Quello che ho da dirvi. Dialogo tra
generazioni lontane un secolo; libro nato dal confronto con un gruppo di diciottenni
su svariati temi, quali la guerra, l’identità,
la lingua, la scrittura.
Contemporaneamente, in Sala Rubino, la scrittrice,
psichiatra e attivista Jean Shinoda Bolen, presentava il suo tredicesimo libro:
Artemide. Lo spirito indomito dentro la donna.
L’autrice americana esalta la forza della mitologica
dea guerriera, ponendola come archetipo interiore femminile e simbolo di lotta e solidarietà.
«I support the activism in every
woman» dice Bolen, ma esistono delle donne che hanno l’archetipo di
Artemide dentro di loro, queste non saranno mai delle vittime, saranno sempre delle donne che combattono.
Isabella Corrado
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