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#Scrittori in ascolto: La felicità è un diritto di tutti. L'incontro con Giuseppe Catozzella

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Martedì 12 gennaio 2016 è stato organizzato presso la Fondazione Feltrinelli di Milano un incontro tra alcuni blogger di riviste specializzate, tra cui noi di CriticaLetteraria, e Giuseppe Catozzella, già autore del fortunatissimo Non dirmi che hai paura, il quale ha presentato il suo ultimo libro, Il Grande Futuro, in uscita il prossimo 14 gennaio. Il Grande Futuro è un libro che, come ha ricordato a più riprese lo stesso Catozzella, "contiene tutto, è un libro nel quale ho cercato di mettere dentro tutto: il romanzo di formazione, il romanzo di avventura, i fumetti, i videogiochi, l'Orlando Furioso, tanto Orlando Furioso e anche Game of Thrones". E da questo patchwork multiforme e multicolore ne viene fuori una storia che è fatta di tante storie, di tanti episodi della vita di un ragazzo. 

"Il grande futuro l'ho iniziato a scrivere quattro anni fa - ci dice Catozzella - perché avevo bisogno di soddisfare un mio bisogno di scrittore: andare a vedere con i miei occhi i modi e le cause con le quali l'uomo compie la violenza. E allora, grazie ad un amico comune, sono andato al confine tra Kenya e Somalia, una delle zone più violente al mondo. Qui, dove gli scontri tra le truppe governative e le milizie di Al Shaabab, una sorta di costola di Alqaeda, ho conosciuto Alì. Volevo conoscere il nemico, il nemico dell'Occidente, gli altri: e alla fine il mio nemico non era nessuno, era come me, anzi più fragile, più indifeso e più spaurito di me, il vero nemico siamo noi".
 Nel corso di tre settimane Alì si apre con lo scrittore e gli racconta tutta la sua storia:
"Io penso di avere un metodo di lavoro molto strano, che non ho mai ritrovato in alcun altro scrittore - afferma Catozzella - Prima vado a vedere le cose di cui voglio parlare, i luoghi e le persone, diciamo così e faccio quello che farebbe un reporter di cronaca: racconto ciò che vedo. Dopo di che - prosegue lo scrittore - c'è la parte di fiction, in cui butto giù la storia: ecco i miei romanzi potrebbero essere definiti un campo di battaglia dove reale e letterario si scontrano in singolar tenzone".

A questo punto domandiamo a Catozzella se, posti su un'ipotetica bilancia, quale dei dati, quello reale e quello letterario, "pesi" di più: "Questa è forse la domanda che più volte mi è stata sottoposta in giro per il mondo - ci ha risposto prontamente - e per poterti rispondere non posso che dirti: in un precario equilibrio e su questo equilibrio io mi ci muovo. Un tempo, da giovane, ero convinto che ci fosse la verità, quella scolpita nel marmo. Ora sono molto più dubbioso su questo!".

Successivamente Catozzella ci ha spiegato come: "Sia stato da sempre un tipo di persona molto spirituale e per questo sono entrato in contatto con molte confessioni, come quando ho effettuato il battesimo buddhista. E, quasi naturalmente, ho avuto a che fare con l'Islam".

"Che Islam hai conosciuto?", chiede una giovane blogger: "L'Islam che ho conosciuto io è quello di un Imam di Milano che frequento abitualmente - illustra l'autore - Ho scoperto una religione molto diversa da come la si dipinge nei media, tutta piena di invocazioni alla pace e alla misericordia. Vi sono degli aspetti molto affascinanti come il fatto che nella umma, nella comunità, vi siano un tot di risorse destinate ai più umili. Quindi nella umma ci si aiuta, si vive assieme - prosegue Catozzella - ma poi il tuo percorso personale sei tu a compierlo. Un po' come il buddismo, anche l'islamismo è come se ti dicesse: sii sottomesso alla tua natura, tu sei quello che sei".
Infine un altro blogger chiede "Il tuo grande successo e l'attesa che si genera su una tua uscita ti pesa, in un certo qual modo?". "Sì, devo ammetterlo, mi pesa - risponde sinceramente Catozzella - però spero che le persone che leggeranno questo libro potranno rivivere, magari diversamente, magari in altre maniere, le emozioni che ho provato io. E' stato largamente terapeutico e costruttivo scrivere questo libro, che mi ha lasciato molto come, ad esempio, una frase dell'imam del racconto: la felicità è un diritto di tutti. E' un pensiero molto bello e io mi auguro possa essere davvero una realtà".