Tutte le fiabe
di Jacob e Wilhelm Grimm
Donzelli, 2015
Prima edizione integrale 1812-1815
pp. 670
€35,00
“È certo che le fiabe hanno molte cose più
permanenti e fondamentali di cui parlare”
(J.R.R. Tolkien)
Perché leggere fiabe oggi? Tra le molteplici risposte, eccone una… in
una società dove l’esercizio del politicamente corretto, persino presso
istituzioni prestigiose, comincia ad influenzare l’approccio dei lettori
all’arte letteraria, frequentarle è un prezioso antidoto. Incontaminate dal
sentimentalismo sono guardate con sospetto da ogni ordinamento sociale e quelle
classiche, che i fanciulli continuano ad amare senza riserve, sono certamente tra le più
“pericolose”. Non si può dunque, non salutare con gioia questa edizione integrale, di
quelle raccolte da Jacob e Wilhelm Grimm, ennesimo tassello del brillante
lavoro svolto dall’editore Donzelli e dalla collana "Fiabe e storie" diretta da Bianca Lazzaro,
depositaria ideale, per vitalità e rigore critico, del progetto sulla fiaba
avviato negli anni ’60 da Italo Calvino presso Einaudi.
Se, per tutti gli appassionati, la classica versione einaudiana curata
da Clara Bovero ha rappresentato a lungo un punto di riferimento, ora siamo
invitati a esplorare una terra nuova e ricca di sorprese. L’edizione, illustrata da Fabian Negrin e curata magistralmente da Camilla Miglio, ci fa assaporare il distillato prodotto da quel laboratorio
eccezionale che continua a rappresentare la ricerca dei due studiosi tedeschi
offrendoci la primissima da loro approntata tra il 1812 e il 1815 (ne
seguirono altre sei, l’ultima del 1857 è quella einaudiana che conosciamo). Abbiamo così la possibilità di riscoprire voci, femminili soprattutto,
per lungo tempo apparse mute…
Ci auguriamo che il lettore possa almeno cogliere il ritmo, il respiro di un parlato che invita alla performance orale chiunque vi si accosti.
Con i Grimm, così come per altri celebri raccoglitori di storie quali
Crofton Croker in Irlanda, Asbjørnsen in Norvegia e Dobšinský in Slovacchia,
assistiamo in tempi moderni al travaso della fiaba dalla dimensione orale a
quella scritta.
il loro è un raccolto – in senso agricolo – di prodotti della terra, e raccolta – in senso antropologico folklorico – di voci umane.
Un mondo dove, immaginandoci fortunati uditori di cantastorie appena
giunti al nostro villaggio, riscopriamo antiche strade arricchite di nuovi
elementi talvolta differenti da come ricordavamo. Invitati a scoprire le
radici degli elementi e delle dimensioni di cui è intessuto il creato scopriremo la linfa della fiaba, quella che Cristina
Campo ha chiamato fede “di incredulità nell’onnipotenza del visibile”. Così si
muovono gli eroi tra le sue contrade e con questo spirito anche noi dovremmo
imparare a leggerla.
Specchio dell’anima o scrigno degli archetipi è un territorio
sterminato dove perdersi alla ricerca di un tesoro… Di quale natura siano un
abito nuovo, una gemma, una sposa, del sale o una cassa di monete d’oro, lo
scoprirà, ci si augura, il nostro cuore purificato di viaggio in viaggio… Partiamo dunque senza mai dimenticare di portare con noi,
come viatico, due parole tratte dal loro scrigno magico: splendore (Pracht) e meraviglia (Verwunderung).
(si consiglia l'ascolto di Tone Hulbækmo - Kåmmå no)
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