Se mai verrà il mattino
di Anne Tyler
Guanda, 1998
pp. 228
€ 12,00
Titolo originale If morning ever comes (trad. di L. Pignatti)
Opera d'esordio di una scrittrice canadese letterariamente prolifica e amatissima dal pubblico, Se mai verrà il mattino presenta tutti i pregi e tutti i difetti legati alla giovane età dell'autrice e ai tempi ormai lontani della pubblicazione (correva l’anno 1964). Lo stile di Anne Tyler ha già il ritmo rapido e la freschezza ponderata e intelligente che caratterizzeranno i romanzi della maturità, ma lo sviluppo narrativo tende a tratti alla frammentazione e ad una seppur poetica dispersione.
La trama
è poco sviluppata e, a dire il vero, poco rilevante: quello che interessa a chi
scrive non è evidentemente raccontare una storia ricca di eventi e colpi di
scena, ma ricostruire un'unità familiare in uno spaccato di tempo limitato,
tratteggiare figure e caratteri, descrivere le piccole incoerenze e stranezze
che movimentano e danno vita all'esistenza quotidiana. Il risultato - e in
questo Anne Tyler si rivela come sempre meravigliosa - è la delineazione di una
galleria di personaggi che il lettore sente subito vicini, personaggi a tutto
tondo, ricchi di sfaccettature, particolari e umanissimi.
Se mai verrà il mattino parla di ritorni e di partenze: il
ritorno di Ben Joe Hawkes a Sandhill, North Carolina, dove l'aspetta il gineceo
composto dalla madre, la nonna e le sei sorelle, microcosmo femminile da cui
lui si trova sempre bonariamente escluso; il ritorno di Jamie Dower, ormai
vecchio e venuto a morire nel luogo in cui è nato; il ritorno di Joanne, la
sorella grande, solare ed inquieta, che ha lasciato un marito troppo innamorato
e presente ed ha indossato ancora una volta il vestito rosso della sua
adolescenza; il ritorno, infine, dell'amore antico e dimenticato, quello della
memoria di un padre dalla barba nera e la risata sul volto, di vicende
famigliari di cui nessuno ha la voglia e il coraggio di parlare.
Se mai verrà il mattino è storia di
silenzi e reticenze, di passi felpati e febbrili in notti che sembrano non
finire mai, ma è anche storia di nuovi inizi, di piccole lotte contro i luoghi
comuni, della forza che implica il persistere nella propria
anticonvenzionalità. Certo, il lettore degli anni Zero non può non trovare
ormai sorpassata la società descritta dal romanzo, il paese di provincia
polveroso e pettegolo, l'esistenza di donne che si realizzano principalmente
nell'accudire la casa, nel ricamare a maglia e nel gestire oculatamente le
risorse domestiche. Eppure Anne Tyler riesce comunque a creare un'atmosfera
nostalgica e crepuscolare che avvince e commuove, ad affezionare il pubblico ai
difetti tanto comprensibili dei suoi protagonisti, a disseminare la narrazione
di piccoli dettagli che rendono immediata ed inevitabile l'identificazione. In
questa celebrazione lirica del quotidiano si nasconde la forza dell'autrice,
che rivela già da questa sua prima opera profonda sensibilità e indubitabile
talento.
Carolina Pernigo