Tumbas. Tombe di poeti e pensatori
di Cees Nooteboom
Iperborea, 2015
Traduzione di F. Ferrari
pp. 375
€ 20
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?
Foscolo apre la sua opera
più celebre, il carme I Sepolcri, con una domanda, quanto mai
attuale:
la morte è forse meno
aspra e dolorosa se vi è, per chi rimane in vita, un luogo fisico
dove commemorare il defunto? Può darsi, che proprio grazie alla
corrispondenza di amorosi sensi
che si viene a creare nel momento in cui chi resta in vita va a
trovare un proprio caro, la morte venga un po' sconfitta grazie alla
potenza del ricordo. Alcune tombe però possono avere una valenza in
più: le tombe dei grandi uomini del passato, siano essi poeti,
inventori, rivoluzionari, aritsit, possono essere un'enorme fonte di
ispirazione, uno stimolo alla gloria. Egli stesso ha sperimentato il
potere di questi luoghi nel momento in cui ha percorso l'abside di
Santa Croce e si è trovato di fronte ai sepolcri di Machiavelli,
Michelangelo, Galilei. Proprio come le tombe, anche la poesia ha la
stessa funzione eternatrice, ma spinta a un livello più elevato, che
riesce a superare i vincoli materiali e a tramandare i valori di una
civiltà ben oltre i limiti dello spazio e del tempo. È tra queste
due dimensioni, il sepolcro e la poesia, che si gioca la partita
della memoria eterna.
Cees Nooteboom, scrittore
olandese candidato al premio Nobel e gran conoscitore della
letteratura, ha sicuramente presente I Sepolcri quando scrive Tumbas,
un piccolo gioiellino edito da Iperborea. Il libro di Nooteboom è
infatti il resoconto di un viaggio lungo una vita che egli ha
percorso veramente. Un viaggio tra le tombe dei grandi poeti e
pensatori. Accanto a lui in questa avventura Simone Sassen, che ha
fotografato questi luoghi e ha arricchito visivamente l'opera.
L'idea di fondo è sempre
la medesima: recarsi sulle tombe dei grandi è uno stimolo alla
grandezza. “La maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è
così. I poeti continuano a parlare”. Nell'interessante saggio
introduttivo l'autore rievoca i momenti salienti di questo viaggio,
che l'ha portato ovunque, alla ricerca dei suoi punti di riferimento
letterari, di quei poeti che hanno accompagnato i suoi anni sin da
quando era giovane e che ora sente di commemorare così. “Qualsiasi
cosa facciamo con le tombe è irrazionale. Portiamo fiori per
nessuno, strappiamo le erbacce per nessuno, e la persona per cui
andiamo lì non sa nulla della nostra presenza. Eppure continuiamo a
farlo” e questo è quello che lui ha fatto, fondamentalmente per
ricevere ancora da questi illustri il dono delle loro parole. Perché
quello è veramente eterno, e forse potenziato proprio vicino quelle
lapidi.
Iniziamo così questo
viaggio con l'autore, che riordina i poeti e i pensatori in ordine
alfabetico. L'aspetto di questo libro è geniale e direi estremamente
funzionale: per ogni autore c'è la foto della sua lapide, in bianco
e nero, e accanto una, due pagine dedicate a lui. Possono essere
poesie, stralci di un romanzo, ma spesso sono vere e proprie
testimonianze di Nooteboom, che racconta un aneddoto della vita
dell'autore, della sua personale visita alla tomba. O di aver
incrociato Samuel Beckett, per esempio. Proprio grazie a questa
formulazione il libro suscita l'interesse del lettore, perché a ogni
nuova pagina trova qualcosa di inedito, di nuovo, che lo spinge a
continuare in una lettura che altrimenti rischierebbe di diventare
ripetitiva e che invece non lo è mai.
Attraverso queste pagine si può incontrare un poeta ancora sconosciuto, ritrovare un altro invece già molto noto. Aprendo casualmente le
pagine del libro, ecco chi troviamo: Mann, Keats, Goethe, Montale,
Baudelaire, Neruda, Cortazar, Proust, Calvino. Per un totale di
ottanta nomi. È bello così scoprire che per esempio Montale è
sepolto accanto alla sua Mosca Drusilla Tanzi, in un cimitero
fiorentino. O che Goethe è sepolto accanto a Schiller, a Weimar. Che
Virginia Woolf invece riposa in un grande giardino. Che alcune lapidi
sono iper semplici, altre sono vere e proprie opere architettoniche.
Che alcuni luoghi sono diventati vere e proprie mete di
pellegrinaggio: è il caso di Montparnasse e Père-Lachaise a Parigi.
Tenere questo libro sul
comodino è una ricchezza, una sorpresa che si rinnova. Lo si può
aprire e iniziare il viaggio ogni volta che si voglia.