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Indignamoci e seguiamo Jaddo in corsia: la satira è dietro il carrello dei disinfettanti

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Vita di corsia. Storie vere e non romanzate di una giovane dottoressa
di Jaddo
Vallardi, Milano 2016

Traduzione di Maddalena Togliani
pp. 260
€ 14,90 (cartaceo)


Ci sono storie che partono da un camice, un fonendo sempre al collo e una vena critica accesa, di quelle che rimangono anche alla fine del turno. Jaddo, nota blogger francese (http://www.jaddo.fr/), ha coperto con pseudonimo i suoi sfoghi e i casi che le capitavano durante il tirocinio e durante l'internato per diventare "medico generale", come dicono in Francia. Ma attenzione, non si tratta del classico "stupidario" con le più divertenti castronerie da parte dei pazienti; o perlomeno, non solo. 
Si trova innanzitutto la "Jaddo" umana, quella che ha spesso dubbi e ipotesi che non osa esprimere per timore di essere snobbata o rimproverata dal medico di turno; ci sono le sue genialità e le sue frustrazioni; e poi c'è lo sdegno. Sì, perchè dietro l'ironia caustica di alcune pagine si nasconde lo sgomento per manifestazioni di disumanità e di cinismo da parte dei suoi colleghi. L'arrivismo dei compagni di tirocinio batte tutto, a volte anche la passione per una facoltà totalizzante come medicina. Ma, d'altra parte, non è una questione di vocazione, come precisa Martin Winckler nella prefazione: 
La vocazione? Sconosciuta. Mai vista. E non ho mai incontrato nessun medico o studente di medicina che sostenesse di averla. Molti di loro, invece, riconoscono di avere qualcosa d'altro. Sullo stomaco, intendo. E che avrebbero bisogno di un luogo, un'occasione, per svuotare il sacco. 
In genere chi diventa medico nutre sentimenti contrastanti. Paura, stupore, disgusto, collera. Molte volte, nei confronti di sé stesso. (p. 7)
 A volte è giusto indignarsi, come è inevitabile concludere uno dei brevi capitoletti del libro (che ricordo essere tratti dal blog) con la sensazione che tutto questo non sia giusto, che ci sia bisogno di più umanità. Verso chi impara e verso chi soffre. Non ci sono stereotipi, ma solo casi, paradossi sfatati, malattie e guarigioni trattate con lo stesso tentativo di mantenere il distacco. E, per questo, sappiamo che l'ironia è una grande arma. Ma non sempre Jaddo riesce a celare la lacrima dietro il camice. 
Per gli appassionati delle serie tv mediche, un "diario" da parte di chi si sente ancora l'ultima arrivata e mantiene lo sguardo ora coinvolto ora straniato da ospite in corsia. 

GMGhioni