Il Genio
di Harold Bloom
BUR, 2004
pp. 945
€ 12,90
“Lo studio della mediocrità, qualunque sia la sua
origine, genera mediocrità”
(Harold Bloom)
La prima cosa che faccio ogni mattina, una volta connesso alla rete, è
aprire la pagina inglese di Wikipedia dedicata ad Harold Bloom per controllare
che sia ancora tra noi… A seguire un doveroso controllo incrociato su Google...
L’acqua per il tè già scalpita e BBC Radio 3 is on the air… La mia giornata può
cominciare, felice che ce ne sia un’altra anche per le macerie della civiltà
letteraria. Eh già… Perché una volta scomparso il suo ultimo custode
assisteremo all’arrivo di una figura ubuesca che distruggerà anche le rovine… E
poi? Probabilmente accadrà qualcosa di simile alle ultime pagine de il
“Meridiano di sangue” di Cormac McCarthy.
Tranquilli… La maggior parte di voi non se ne accorgerà nemmeno… Fino a
quando… Un bel giorno… Stufi marci di tutti i Palaniuk e Lethem di turno avrete
voglia di leggere Shakespeare e non potrete… Perché l’NPCSO (New Politically Correct
Storytelling Order) l’avrà già fatto sparire da tempo… Da quel momento
trascorrerete i vostri giorni rovistando sbiaditi ricordi di lezioni
scolastiche in cerca di un pentametro giambico da rievocare... Per adesso hanno
cominciato a proscrivere Ovidio… Alcuni di noi, compreso il
sottoscritto, hanno già approntato un bunker librario… Circolano anche strane
voci sulla nascita di una resistenza…
Sapete amici… C’è una convinzione che l’industria culturale è
riuscita a installare nella testa di molti, il discredito per il genio. Non c’è
da stupirsi, per l’epoca Barnum 2.0 che abitiamo, la sola idea va recisa dalle
coscienze. Come darle torto? Il genio è antisociale, non ama gli ossequi, si
nutre di radici, talmente grande da non poter essere ignorato rifiuta ogni posto
che gli si offre perché non della sua persona gli importa ma unicamente della
sua opera. Figlia del silenzio o dell’esilio, certamente di un’esuberanza
vitale abbracciata in tutte le sue ramificazioni, si distilla in forme nuove
che rivivificano il canone.
C’è un problema... Si... Proprio quello vestito di nero con falce al
seguito, che nemmeno il discredito può dissipare… Alla fine, solo il genio rimane.
Immagino già lo stupore di qualche neo-hippie digitale...
- Hey! frena amico.
- Dimmi.
- Esiste una via del genio?!?
- Si… E’ irta di pericoli ma farà di te un tipo molto fico, come un Jedi.
- Ehm… e senti amico… hai qualcosa da kindlezzare per capire di che
accidenti stai blaterando?
- Certo! Un libro… ne stai leggendo proprio qui da un paio minuti.
- Ah… ok bello mio, continua…
L’incontro con il genio può provocare conseguenze inaspettate…
Catastrofiche, come nel romanzo di Thomas Bernhard “Il soccombente”, quando a due brillanti pianisti, che a Vienna seguono i corsi di composizione di Horowitz, accade di incrociare nella loro classe un nuovo allievo… Glenn Gould. Sublimi, come racconta Simone Weil, sorella di uno dei più grandi matematici del secolo scorso…
Catastrofiche, come nel romanzo di Thomas Bernhard “Il soccombente”, quando a due brillanti pianisti, che a Vienna seguono i corsi di composizione di Horowitz, accade di incrociare nella loro classe un nuovo allievo… Glenn Gould. Sublimi, come racconta Simone Weil, sorella di uno dei più grandi matematici del secolo scorso…
“Dopo mesi di tenebre
interiori, all’improvviso e per sempre ho avuto la certezza che qualsiasi
essere umano, anche se le sue facoltà naturali sono quasi nulle, penetra ne
regno della verità riservato al genio, se solo desidera la verità e fa un
perpetuo sforzo d’attenzione per attingerla.”
Ricapitolando… Fatti fummo per viver da prosumer o per cercare il nostro
genio? Perché di questo si tratta, cercare la parte migliore di noi per
accrescere il nostro spirito. E come speriamo di riuscirci se non cominciamo, almeno letterariamente, a
frequentarne qualcuno? Bloom ci propone 100 figure letterarie, da William
Shakespeare a Ralph Waldo Emerson, organizzandone i profili in uno schema
originalissimo, 20 lustri secondo le 10 Sephirot della Cabala ebraica. Se c’è
un prode tra voi, prima del gioiello di Bloom può immergersi nel suo doppio più
pericoloso, “Una visione” di W.B. Yeats… Genio che occupa il lustro n° 19
dell’ultima Sephirot…
Se non avete mai letto nulla di Bloom vi si avverte che il libro
potrebbe procurare molta irritazione, scalzatela e non credete ciecamente alle
sue liste. Piuttosto non saltate prefazione, introduzione e abbandonatevi con
fiducia. Bloom, al contrario dei numerosi #assiepatoridivaniloquidellultimamodadisponibilecondiscepolialseguito dal cui frasario siamo assediati
da 50 anni, spiega davvero senza menare il can per l’aia.
- Hey amico!
- Ciao...
- Il tuo blabblare da testaduovomarcioincantato m’ha convinto.
- Bene...
- E mi piace questa cosa dello spirito che cresce.
- Vedrai una volta terminate tutte e 940 le pagine…
- Ah… 940… ok… ora ti saluto
bello… devo sistemare una pagina di wikipedia…
- Non dimenticare la prefazione!