di Martina Colligiani
Illustrazioni
di Stefano Tartarotti
Ensemble, 2015
pp. 124
12,00€
12,00€
In A bath’s life diventa reale
una delle fantasie più comuni tra i bambini: immaginare un mondo che prende
vita lontano dagli occhi umani e che è abitato dagli oggetti usati nella vita
di tutti i giorni.
Proprio per questo la storia ideata da Martina Colligiani
non brilla per originalità: illustre precedente cinematografico è il disenyano
Toy Story; di fronte al tripudio di emozioni della pellicola targata Pixar,
un’avventura ambientata nel luogo meno romantico della casa, il bagno, corre il
rischio di partire svantaggiata. Tuttavia il potere della letteratura, anche
quella dell’infanzia, risiede nella sua capacità di stimolare senza freni la
fantasia e A bath’s life, che accompagna i bambini della fascia di età 7-10
anni, assolve perfettamente a questo compito. Le illustrazioni di Stefano
Tartarotti, disegnatore pungente e geniale che settimanalmente propone la sua
personale visione della vita si Il Post, divertono e coinvolgono rendendo la
storia intensa e accattivante.
Walter Closet è un brillante
architetto all’apice della sua carriera: ha vinto un prestigioso appalto in
California per la costruzione di un grattacielo ecosostenibile: una conquista rilevante
per l’ambiente, una lotta contro la cementificazione massiccia. La moglie Mira
e la smemorata madre Linda sono entusiaste del traguardo raggiunto e della gioia
che aleggia in famiglia partecipano anche Lino (lo spazzolino), Den (il dentifricio), Blondie (la spazzola), Nello (il pennello da barba) e Page (le parole crociate). L’unico outsider è il subdolo
Tim, collaboratore senza scrupoli di Walter: trama alle sue spalle per accaparrarsi
il progetto modificane l’essenza, realizzando un complesso altamente
inquinante da vendere a una società interessata al guadagno e non al
rispetto dell’ambiente. Il team di oggetti da bagno inizia, allora, una corsa contro il
tempo per fermare il perfido Tim e salvare la reputazione e la carriera del
buon sig. Closet.
Come per i migliori viaggi, anche
quello del gruppo da beauty case non è importante tanto per la meta (che nel
loro caso è la salvezza di un progetto) quanto per il percorso, che in A bath’s
life viene compiuto insieme ai piccoli lettori. Il peso educativo della storia,
come vedremo tra poco, è ingente e risulta ben calibrato dalle scelte linguistiche
e artistiche adottate. Tre sono gli aspetti stilistici che impreziosiscono il
racconto.
Le illustrazioni sono delicate,
realistiche e frizzanti, supporto esplicativo alla storia; l’umanizzazione degli
oggetti è stata realizzata con un’intelligente antropomorfizzazione rispettosa
del carattere del personaggio, quasi con una fisionomia parlante.
Il linguaggio è intelligente e
curato, con giochi di parole arditi e originali. Quando Nello si arrabbia tutti constatano che ha un diavolo per setola; se Den è affaticato e sudato per lo sforzo perde tutta la sua essenza alla menta; i biscottini che aiutano il team durante la missione hanno un temperamento tenero; la saponetta Mini, infine, si è consumata per soccorere il gruppo al momento del bisogno.
Il font, infine, è quasi una
chicca esclusiva di questo testo; il carattere tipografico e la grandezza
cambiano in base al significato della parola o nel caso di momenti
particolarmente concitati o salienti. Un escamotage per mantenere viva
l’attenzione dei bambini, certo, ma anche una tecnica quasi artistica, a
cavallo tra il volume illustrato, la letteratura per l’infanzia e il fumetto.
Si diceva di un viaggio prezioso
per le sue tappe. E se non è la storia a brillare in originalità, a farlo sono
i temi trattati con la leggerezza tipica dei testi per bambini ma che si
insinuano nelle coscienze dei lettori silenziosamente, con la speranze che
attecchiscano come semi di una pianta che ha tanto tempo per crescere. I “semi”
vanno dal rapporto con le difficile condizione degli anziani la cui memoria
traballante e incerta spesso spazientisce le persone che stanno loro vicino, ma
che Walter risolve sempre con gentilezza e maturità assecondando le piccole
follie quotidiano della mamma Linda, all’inutilità della vendetta, che spinge il rancoroso
gel Fix a odiare i suoi vecchi compagni di bagno per antichi episodi, salvo poi
rendersi conto che l’odio non conduce a nulla se non a solitudine e tristezza; dal ruolo degli amici e dei rapporti
disinteressai e veri nella vita di ciascuno di noi, al valore della fiducia,
che Tim tradisce senza scrupoli e che invece deve rappresentare il fondamento
delle relazioni umane, alla salvaguardia dell’ambiente: come il bagno è l’unico
habitat in cui i nostri amici possono vivere, così il grattacielo ideato da Walter
non può non prescindere dall’ecosistema naturale della Terra; Bob, la pila a
ricarica fotovoltaica, esemplifica infine il diverso, ciò che non appartiene
alla nostra realtà più vicina e immediata ma che per questo si dimostra unico
per l’apporto che può dare nella nostra vita.
Un
lungo percorso verso il recupero di piani architettonici perduti ma che
alla fine disvela molto di più di un progetto corrotto; alla fine della
storia si scopre che si può essere in grado di superare le porprie
paure e la tristezza derivata dall’assenza di qualcuno che ci sta a
cuore. L’avventura più bella, la vita, da vivere tutta d’un fiato.
Federica Privitera
Tavole riprodotte per autorizzazione della casa editrice
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