Splendi più che puoi
di Sara Rattaro
Garzanti, 2016
pp. 250
€ 16,90 (cartaceo)
L'espressione “amore mio” è un ossimoro. Il sentimento più libero e l'aggettivo più possessivo.
Che cosa è l'amore? Ecco
la domanda delle domande. Quel sentimento che ti travolge senza
chiederti il permesso, arriva all'improvviso e ti porta con sé
togliendoti il respiro. Donandoti gli attimi più belli della vita,
ma anche le sofferenze più grandi. Ma c'è un punto in cui l'amore
finsce, non è più definibile tale, e diventa altro? Amare
qualcuno davvero significa concedergli di toccarci il cuore senza
difese o precauzioni. Esiste
un limite, l'amore è sempre amore?
Per
Emma no, l'amore non è stato sempre amore. È stato angoscia,
violenza, torture, dolore, solitudine. Marco, l'uomo che ha sposato
perché era bello, ricco e affascinante, si rivela in pochi mesi
un'altra persona. Un uomo molto geloso al punto da diventare
ossessionato, al punto da voler Emma solo per sé, vietandole di
lavorare, di uscire, di incontrare i suoi genitori. E dietro tutto
ciò le botte, la violenza disumana, le giornate passate in casa, con
le tapparelle abbassate. Amare davvero qualcuno al di là
dei suoi limiti è l'esperienza più appagante, ma spesso anche la
più pericolosa.
Una
tragedia che si consuma nel luogo che dovrebbe essere il riparo della
nostra vita, la nostra casa, e la persona che abbiamo scelto accanto
per proteggerci diventa il nostro carnefice. Nascondere i lividi è
sempre più difficile, non solo agli altri ma soprattutto a se
stessi. È assurdo, ma Emma si vergogna, si sente in colpa per non
aver scelto l'uomo giusto, per avere davanti a sé il fallimento
dell'idea stessa di famiglia. E nonostante la paura di Marco sia
fortissima, ancora più grande è quella di denunciarlo. È
totalmente sola, abbandonata a combattere questa lotta alla
sopravvienza, più grande di lei.
Ma
poi arriva Martina, una figlia, un raggio di sole nato da una coppia
malata, la conferma che anche dalle cose più terribili può nascere
qualcosa di buono. Così Emma capisce che non può andare avanti
così, che quello non è il futuro che vuole soprattutto per sua
figlia, che quella non è vita. In
astronomia la chiamano energia oscura. Ed è la causa primaria
dell'espansione accelerata dell'universo. Qui, sul pianeta terra, la
riconosciamo in ogni donna capace di portarsi in salvo.
Toccato
il fondo, quando ormai Martina ha 3 anni, Emma inizia ad agire. Così
la decisione: far ricoverare Marco. E respirare, di nuovo. Fare
progetti, immaginare altri scenari, rimboccarsi le maniche. Finchè
sarà così, ci sarà un nuovo sogno da realizzare.
Non
sarà affatto facile per Emma tornare alla vita. Marco continua ad
essere una presenza, un'ombra costante, una minaccia per la sua
salute e la sua incolumità. Ma è un uomo malato, è un pazzo e non
solo un mostro, ed è un padre. Perdonare è un'arte
divina e non ha nulla da spartire con la dimenticanza. Il
perdono non sarà possibile, ma liberarsi piano piano da quell'incubo
sì.
Emma
torna a sentirsi libera: dopo una lunga battaglia legale durata 10
anni, sola a combattere in un paese dove la
violenza domestica è percepita come un affare privato e non come un
reato da rendere pubblico, ottiene
il divorzio da Marco e la custodia di Martina. Ma non è grazie alla
legge che chiude col suo passato. Emma è una donna distrutta che
deve fare i conti con se stessa, deve rialzarsi con le sue gambe.
Deve splendere, splendere più che mai.
Tutti
abbiamo diritto a una seconda occasione, (…) tutti abbiamo il
diritto di ricominciare da capo o rifarci una nuova vita. Basta
trovare il coraggio di chederlo. Fidarsi
di nuovo per Emma è difficile, soprattutto di un uomo. Ma dopo tutto
il dolore la voglia di tornare a essere felici è più potente di
tutto. Così, piano piano, lascia spazio nella sua vita a un nuovo
amore, timido e insicuro, ma che può lenire i lividi, rimarginare le
ferite. Può far tornare il sole.
Tante
domande, tanti interrogativi, tanto dolore nel romanzo di Sara
Rattaro che abbiamo letto in anteprima. Come si può sopportare
tanto? Come si può arrivare a tanto? L'autrice non fa sconti: la
violenza, le botte. Scene che sono destinate a restare impresse nella
nostra memoria, a farci mancare il fiato, a farci riflettere. Una
storia forte, pesante. La storia di Emma ma anche la storia di tante,
troppe donne. Un libro di denuncia alla violenza sulle donne, in un
paese dove – assurdo crederlo – fino a pochi decenni fa la
violenza sessuale non era un reato alla persona ma all'onore e in un
paese dove fino al 1981 esistevano i matrimoni riparatori. Un libro
che vuole essere un grido, di aiuto prima ma di speranza poi.
Elena Sizana
Elena Sizana