Un vento del tutto imprevedibile, tanto quanto la protagonista di Maestra, sconvolge la quiete di qualche domanda nel giardino dell'Hotel Manin, a Milano. Lisa Hilton, bellissima anche dopo una giornata impegnativa di interviste, è pronta a raccontare della sua protagonista e non si lascia distrarre. Sarà che ha tanto studiato per creare il personaggio di Judith, che adesso ha gran voglia di parlare di come ogni cosa nel romanzo sia stata sperimentata da lei in primis («ho anche provato a muovere un uomo a peso morto... Ovviamente non si trattava di un cadavere, ma di un volontario!», sorride).
Eros e Thanatos si mescolano indissolubilmente nel già preannunciato bestseller Maestra, che uscirà per Longanesi il 2 maggio ed è attesissimo in tutto il mondo. È stato presentato come "il superamento in chiave femminista e letteraria delle Cinquanta Sfumature", ma chi lo ha già letto sa che c'è molto altro. C'è un tocco di storia dell'arte, passione e campo di studi della stessa Lisa Hilton; accanto, il gusto per un thriller pieno di suspense che scava nella psicologia del personaggio, senza schermi di alcun tipo, né fronzoli. E poi ok, c'è tutto l'erotico che prende piede senza pregiudizi né orpelli: è un sesso spogliato da ogni edulcorazione, da ogni eufemismo, e di questo non si può che essere grati a Lisa Hilton.
UNA PROTAGONISTA CHE PARLA PER SÉ, NON PER TUTTE LE DONNE
Judith nasce così, in parte come prolungamento (in?)volontario di Lisa, ma soprattutto come l'incredibile costruzione di una donna unica, che non vuole rappresentare "tutte le donne". «E per fortuna! - commenta Lisa Hilton - Non avrei mai questa pretesa, mi sembrerebbe molto arrogante da parte mia. Judith è un personaggio autonomo, che ho immaginato di far muovere in un certo mondo patinato. Ma non voglio parlare dei bisogni di tutte le donne, né scrivere un romanzo dedicato solo al mondo femminile.»
Di Judith piace subito la complessità: è una donna irrisolta, che sente continuamente il bisogno di cambiare (ne è una prova il suo cambiarsi d'abito frequentemente, che le permette di adattarsi a qualsiasi circostanza), affronta la propria autentica passione per l'arte con la triste consapevolezza che così non potrà mai campare. E allora ci sono le luci dorate di una società in cui è difficile, ma non impossibile infilarsi: basta avere un corpo come quello di Judith, e abbastanza scaltrezza da rendersi indispensabili. Ma, come conferma Lisa Hilton, «Judith è una donna davvero sola, non si può fidare di nessuno, neanche di sé stessa. A volte, addirittura, si fa paura con i suoi stessi desideri. È instabile, e la volevo creare proprio così. Mi interessava la sua perfidia, ma anche l'egoismo con cui si muove a caccia di qualcosa che non può mai raggiungere. D'altra parte, ce lo insegna la letteratura, no? Se Judith fosse stata troppo brava, non avrei avuto nulla da raccontare!»
L'EROS MANTIENE IL SUO COLORE (SENZA... SFUMATURE)
«L'ho fatto apposta, come sfida tecnica: sembra facile parlare di sesso, ma non lo è affatto: il crinale tra erotico e comico è molto sottile. Ho usato un linguaggio semplice, molto diretto, senza fronzoli, anche se le parole scelte possono sembrare un po' volgari - anzi, a volte lo sono, ma cercavo questo: se guardi su Tinder, è così che la gente parla. Dunque la mia è una scelta di verosimiglianza.» Impossibile, poi, non citare tra un sorriso e l'altro il Bad Sex Award, il tanto temuto premio che in Inghilterra vede premiate le peggiori scene di sesso nei romanzi: Lisa Hilton confessa di aver avuto questo spauracchio ben saldo nella mente, mentre scriveva, per evitare di incappare anche solo nella nomination!
A proposito di Social Network, Lisa ha citato Tinder, e viene spontaneo chiederle cosa ne pensa della tendenza di tanti giovani di condividere foto erotiche o, perlomeno allusive, sui social, stravolgendo l'intimità (si pensi anche solo al diffusissimo hashtag #aftersex che vedeva sfilare ragazzini alle prime armi ancora sudati di sesso). Emancipazione o esibizionismo?
«Sicuramente non emancipazione, questo non ha niente di erotico. Sono rimasta stupita quando ho sentito che è diffusa la moda di mandarsi foto erotiche subito dopo il primo appuntamento, quando i due non hanno ancora fatto sesso. Questo spogliarsi "preventivo", in cerca di conferme, lo trovo una mercificazione del corpo, che è davvero svilente per la donna (e non ha neanche nulla di erotico). Queste foto gridano: guardami, dimmi che sono bella! Invece, la vera emancipazione è sentirsi belli nel proprio corpo e fare le cose in modo adulto. Questa tendenza è simile al turbamento che avverti quando vedi una bambina che alza il vestitino e fa vedere le mutande: è fuoriluogo, disturbante.»
LA STORIA DELL'ARTE, OGGI E IN MAESTRA
Il mondo dell'arte è cambiato così tanto che è difficile trovare una nuova Artemisia Gentileschi (di cui si parla molto nel romanzo) al giorno d'oggi. Eppure il campo artistico, per Lisa Hilton, è uno dei rari ambiti lavorativi in cui si abbia una vera parità tra i sessi. Di certo, però, fa estrema impressione a Lisa sentire che in Italia si sta tanto discutendo sul ridurre o addirittura escludere la storia dell'arte dalle scuole:
«Anche in Francia sta accadendo questo: ma perché? È veramente una tragedia! Volevo parlare anche di questo nel libro: della nuova concezione dell'arte. Quando Judith arriva sullo yatch, si accorge che nel mondo dei ricchi comprare arte non è una scelta di gusto; Steve, il proprietario della barca, sa solo di aver fatto un buon investimento, ma non ha mai avuto un'educazione che gli permetta di capire cosa si nasconda davvero in un quadro. Questi nuovi ricchi sono ben diversi dalla famiglia dei Medici a Firenze! Allora, l'arte era uno dei loro obiettivi, non un mezzo!»
Parlare oggi dell'idea di bellezza, in arte, è davvero complesso, ma Lisa Hilton non si sottrae:
«La parola migliore che descrive l'arte di ogni tempo, per me, si trova nel Cortegiano di Castiglione ed è sprezzatura, il coraggio di fare qualcosa di difficile, che si distingue e segna un passaggio senza precedenti rispetto al passato.»
Maestra fa viaggiare: anche nel secondo romanzo si viaggerà tantissimo con Judith, ma ci muoveremo più verso l'Europa dell'Est; quanto al terzo romanzo, sarà quasi tutto ambientato in Italia. I luoghi, ovviamente, hanno un ruolo nella seduzione, e quando si chiede a Lisa di fantasticare su un luogo davvero affascinante, cita Panarea, dove era stata in buona compagnia su una terrazza splendida, in una notte di plenilunio rosso, con lo Stromboli davanti.
UN'ANTICIPAZIONE SUI PROSSIMI LIBRI...
Si apprezza senza dubbio che, pur appartenendo a una trilogia, Maestra è un libro auto-concluso: lo si può quindi leggere senza l'ansia di arrivare all'ultima pagina e trovarlo irrisolto. Viene comunque spontaneo cercare di carpire qualche anticipazione. Lisa Hilton si trattiene a stento, ma ci suggerisce che in effetti alcuni episodi nel primo romanzo non sono come sembrano... «Lo scoprirete nel secondo! La trama non è lineare: ripartirò da un episodio particolare, lo svilupperò e farò capire ai lettori come in realtà ci siano verità un po' diverse da quelle che sembravano lampanti nel primo libro...».
DOPO MAESTRA (e dopo un po' di meritata vacanza)?
Lisa Hilton tornerà ai suoi studi e dice che la interessa molto la traduzione di Nanà di Zola, che attualmente non ha una buona traduzione inglese. E poi continuerà a scrivere di narrativa, senza dubbio.
HANNO DEFINITO MAESTRA IL LIBRO DELL'ANNO. COSA SI ASPETTA DAI SUOI LETTORI?
Spero che quest'estate il mio libro vi porti a girare le pagine con tanta passione da farvi arrostire al sole, senza che ve ne accorgiate!
GMGhioni
Immagini riprodotte per autorizzazione della casa editrice
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