L'amante Fedele
di Massimo Bontempelli
Incontri Editrice, «Kufferle», 2016
pp. 283
A sessant'anni da quella che è stata a tutti gli effetti
la sua ultima opera letteraria, Incontri editrice propone una nuova edizione
dell’Amante fedele di Massimo Bontempelli, all’interno della collana
Kufferle, dedicata alla riscoperta di testi e autori del passato.
Patricia Gaborik, attenta studiosa dello scrittore,
nell’introduzione al testo spiega come quest’opera
presenti alcuni dei temi caratteristici, quasi ossessivi, della narrativa di
Massimo Bontempelli, con in più quella sfumatura meditativa e crepuscolare
tipica di un autore giunto alla fine della carriera. Bontempelli fu
rappresentante di diversi movimenti di pensiero e correnti letterarie, basti
pensare che all’inizio del Novecento era stato un rappresentante del Classicismo
di stampo carducciano, qualche anno più tardi aveva rinnegato gran parte delle
sue opere precedenti, diventando uno dei maggiori esponenti del Futurismo, nel
teatro e nella prosa. Alla metà degli anni diede vita a un nuovo movimento
estetico 'Novecento', prendendo a prestito l'espressione 'Realismo magico' dal critico
d’arte tedesco Franz Roh. Nonostante questi cambiamenti, l’opera di Bontempelli
mantiene alcuni elementi immutati e riconoscibili anche in quest’ultima opera.
Mi riferisco allo spirito di avventura dei
personaggi, la centralità del mito, la predilezione per i protagonisti
femminili, tutti affascinanti e tragici allo stesso tempo. Le descrizioni sono d’ampio
respiro e i personaggi dei racconti sembra vivano più in sintonia con la Natura
e i suoi ritmi che con il mondo umano. La
prosa è lineare e ricca di dialoghi, salta subito all’occhio il punto di vista
sul reale. Probabilmente era proprio questo che Massimo Bontempelli voleva fare
con la sua arte: mostrare le cose da un’altra prospettiva.
«Era chiaro che il pubblico del caffè pieno di fumo non s’era mai fatto una immagine precisa del modo di dormire della Bella Addormentata nel Bosco. Oh come l’uomo è negligente e approssimativo nelle sue cognizioni, grossolano e distratto di fronte allo spettacolo della verità!» (La Bella addormentata).
I quindici racconti sono diversi nelle ambientazioni e nelle atmosfere, immancabili immaginazione ed ironia, tipiche dello stile di Bontempelli. I vari elementi del Realismo magico si intrecciano all’interno della raccolta
eppure rimangono distinti, così è possibile apprezzare racconti come I Pellegrini o Nitta, chiaramente evocativi, quelli come L’Imperatrice, Il ladro Luca e altri, senza dubbio civili e introspettivi, in cui l’autore mostra lo spirito di solidarietà
dei personaggi verso la precarietà dell’uomo che si sfalda. Infine ci sono quei
racconti dai toni grotteschi, tra questi L’ottuagenaria, in cui un’anziana
donna, infelice perché irrealizzata, decide di raccontare ai suoi figli e nipoti i particolari
inaspettati della sua vita prima di morire. Allo stesso filone appartiene L’amante fedele, che da il titolo alla
raccolta. Vittorio, il protagonista, è in attesa del ritorno della moglie Teresa
che ha lasciato la città per qualche tempo, un amore indiscutibile e saldo lo
lega a lei, una convinzione che lo porta alla Resistenza passiva. Ecco, è sicuramente
una Resistenza politica oltre che umana, che spiegherebbe il cinismo esasperato
di questo racconto.
Isabella Corrado
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