Giovedì 26 maggio presso la Casa Editrice Feltrinelli a Milano c'è stato l'incontro con Alessia Gazzola, giovane scrittrice di successo, autrice della fortunata serie di libri con protagonista la, ormai celeberrima, Alice, per l'uscita del suo nuovo romanzo: Non è la fine del mondo (che noi abbiamo recensito qui).
Gazzola è una ragazza che sprizza energia ed entusiasmo da ogni poro e dimostra come, pur essendo un'autrice che ha numeri da capogiro nell'editoria moderna, non ha perso la spigliatezza e l'aurea mediocritas di quando era studentessa di Medicina e Chirurgia in Sicilia. L'incontro, pensato per i blogger che collaborano con webzine letterarie, come abbiamo detto è stato l'occasione giusta per illustrare il nuovo libro e, soprattutto, la sua nuova protagonista, ovvero Emma.
Gazzola è una ragazza che sprizza energia ed entusiasmo da ogni poro e dimostra come, pur essendo un'autrice che ha numeri da capogiro nell'editoria moderna, non ha perso la spigliatezza e l'aurea mediocritas di quando era studentessa di Medicina e Chirurgia in Sicilia. L'incontro, pensato per i blogger che collaborano con webzine letterarie, come abbiamo detto è stato l'occasione giusta per illustrare il nuovo libro e, soprattutto, la sua nuova protagonista, ovvero Emma.
Emma è molto diversa da Alice. Se Alice attacca bottone con tutti e se potesse chiacchiererebbe anche con le pietre, Emma è più riservata, sta più sulle sue, diciamo. Mi piace questo aspetto di Emma perché è una persona che, in molte occasioni, si basta, concedetemi il termine, non è troppo dipendente dagli altri. In questo senso, oltre che apprezzare personalmente questa dote, trovo che sia un fattore di grande modernità ed emancipazione per questo personaggio.
Gazzola nel raccontare la genesi del suo libro spiega come l'ispirazione, nonostante un matrimonio e due bambini, non le venga mai meno e di come, a parte cercare di ritagliarsi un momento (e un luogo) tutto suo dove poter scrivere ed inventare storie, l'ansia della pagina vuota sia, tanto per usare un linguaggio medico, qualcosa di sconosciuto.
Ci ho messo relativamente poco a scrivere "Non è la fine del mondo". Mi sono proprio divertita nel farlo perché sentivo che avevo bisogno di inventare qualcosa, qualche storia che non avesse come protagonista Alice. Ciò non vuol dire che la serie dei libri su di lei siano finiti, anzi ce ne già uno praticamente ultimato, ma in questo preciso momento sentivo che la mia tensione artistica andava verso altro.
La storia di Emma, "la tenace stagista" che cerca, con alterne fortune, di barcamenarsi nel mondo dei diritti cinematografici, pur non avendo moltissime caratteristiche in comune con l'autrice, letteralmente trae la sua linfa vitale dalle esperienze, incontri e situazioni occorsi alla stessa Gazzola.
Per poter scrivere bisogna prendere il treno, lo dico sempre. Io per le mie storie e personaggi utilizzo costantemente spezzoni di conversazioni, volti e situazioni che, un po' per caso un po' no, mi succede di incontrare quando vado in giro, anche per brevi spostamenti. A volte l'esigenza di segnarsi qualcosa è talmente forte che debbo prendere in tutta fretta un taccuino e buttare giù pochi e febbrili appunti! Diciamo che una scrittrice è sempre al lavoro!
A questo punto facciamo una domanda, piuttosto circostanziata, chiedendo quanto sia stato difficile rendere fruibile ed interessante per tutti i lettori un mondo, come quello giustappunto dei diritti cinematografici, così tecnico e, apparentemente, distante dal comune vissuto quotidiano.
Ammetto che su questa cosa ci ho lavorato molto. In questo senso mi ha aiutato in larga misura una mia amica, che lavora proprio in questo settore ed anche la mia esperienza personale. L'imminente serie televisiva prodotto dalla Rai su Alice è stata l'occasione per avere a che fare con le trasposizioni in chiave cinematografica/serie tv di un'opera letteraria: quasi esattamente quello che succede in Emma.
In Non è la fine del mondo, l'immaginario è fortemente femminile, nel senso più ampio del vocabolo. non ci sono colori basici ma tutto è sfumatura e nuances di tinture, i libri che la protagonista divora sono, immancabilmente, degli Harmony un po' scollacciati e i personaggi maschili sono, almeno all'apparenza in secondo piano.
Io i romanzi li scrivo in prima persona e sentendomi molto femminile, come attitudine e modo di pensare ed affrontare la vita, non penso di poter mai scrivere una storia con il protagonista uomo. Detto questo mi sono molto divertita nello scrivere le parti al maschile, specie nelle conversazioni tra Emma e il Produttore, con tutto quel gioco di darsi del lei e di punzecchiarsi davvero stimolante da creare.
Alcuni dei blogger hanno chiesto a Gazzola se il personaggio di Emma sarà destinato, come quello di Alice, a diventare protagonista di una serie di romanzi.
No, non direi proprio. "Non è la fine del mondo" è stato pensato come storia auto-concludente, mentre proseguiranno le storie con Alice come ho ricordato prima. Sento l'esigenza di scrivere anche altro rispetto alla serie de "L'Allieva" ma Alice è, ormai lo posso dire con forza, dentro di me.
Al termine dell'incontro Alessia Gazzola ha rimarcato come sia stato importante scrivere questo romanzo, dato che le ha permesso di poter parlare di tante sfumature dell'umano vivere che, per una cosa e per l'altra, nei precedenti libri non aveva avuto modo di toccare.
Non so quanto lo scrivere possa essere considerato una qualche forma di cura ma, fatto sta, che quando scrivo io mi sento bene. Spero di poter donare un decimo delle vibrazioni positive che io provo nel creare storie a chi le legge.
Mattia Nesto