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Foto di ©Debora Lambruschini |
Ho dovuto riflettere a lungo prima di scegliere quale figura materna, tra i tantissimi libri letti in questi anni, potesse essere per qualche ragione più significativa delle altre incontrate, non per forza un modello, ma importante per la mia esperienza di lettrice. E, lo ammetto, non è stato per niente facile. Ho pensato a
Margaret March, così forte, saggia, materna nel senso più tradizionale del termine; alla buffa
Mrs Bennet e ai suoi tentativi di sistemare le figlie con il partito migliore, esasperando il povero marito tra chiacchiere e crisi di nervi; a
Becky Sharp (si, lo so, torno sempre da lei alla fine) così determinata, cinica, egoista, decisa a non farsi intralciare dai sentimenti, neanche dall’affetto per il proprio figlio, priva di quell’istinto materno rassicurante di cui la letteratura aveva sempre dato adeguata rappresentazione; o a
zia Mame (ok, non proprio una madre in senso stretto, ma la figura più vicina ad un genitore di cui Patrick deve accontentarsi), così eccentrica, esuberante, maestra di pazzia e divertimento, ma anche a suo modo nonostante eccessi e frivolezze la sola persona su cui il nipote può sempre contare; o, ancora, dalle short stories di
George Egerton, negli ultimi decenni dell’Ottocento, il ritratto di maternità controverse, che scandalizzavano i lettori inglesi messi di fronte alla rappresentazione di una femminilità forte, indipendente, non sempre dotata di istinto materno. E tralasciando tutte le madri letterarie legate alla mia infanzia, una scoperta dietro l’altra.
Insomma, un bel pasticcio, scegliere un esempio tra i libri che ho amato per omaggiare le mamme in questa ricorrenza.
Poi, però, mi è venuta in mente lei, Lily Potter. Ecco, direte, con tutti gli esempi – più o meno edificanti – di madri/maternità di cui la letteratura è piena – ma lo è davvero? – vai a scegliere proprio la mamma di Harry Potter?! Ebbene si, non ho dubbi, scelgo Lily. Perché lei, madre per un tempo così breve e allo stesso modo per sempre, è il modello più dolce e forte allo stesso tempo tra quelli letterari che potesse venirmi in mente e perché, ormai diciotto anni fa quando il primo volume della saga è approdato in libreria, è stata una scoperta di cui ringrazio ancora una volta la mia, di mamma, che regalandomi quel libro mi ha spalancato le porte del mondo di Harry Potter (da cui no, non sono ancora disposta ad uscire). Lily, rappresenta per me l’istinto materno più puro, l’amore incondizionato, il legame del cuore che nulla, nemmeno la morte, può recidere. E i pomeriggi a leggere quelle pagine, l’attesa per ogni nuovo libro della saga, per ogni nuovo film da gustare al cinema. Sempre in compagnia di lei, la mia mamma in carne ed ossa, che mi ha insegnato tutto quello che so e non smette di ispirarmi.