Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
di Stefano Marsiglia, Francesco Francini e Riccardo Frezza
Star Comics, 2015
pp. 211
€ 15.00
Scrivere un adattamento da un'opera letteraria è sempre gettare un punto di vista nuovo sulle vicende e i temi che i lettori conoscono bene. Come ci si approccia però a un adattamento di una storia raccontata così tante volte da essere diventata non solo parte della cultura popolare, ma anche il palcoscenico prediletto quando si vuole affrontare il tema della lotta interiore tra bene e male (al netto anche di travisamenti di significato e relative semplificazioni)? E' questo il caso de Lo strano del dottor Jekyll e del signor Hyde, opera raccontata e rimasticata in tutte le salse (dal cinema ai fumetti, dai cartoni animati al musical), rielaborata e rinarrata così tante volte che ormai la versione che abbiamo nella nostra testa ci sembra più fedele rispetto a quella originale.
In una sua introduzione al libro di Stevenson, Joyce Carol Oates faceva notare proprio questa particolarità del romanzo:
Come altre figure mitopoietiche quali Frankenstein, Dracula, e persino Alice (nel paese delle meraviglie) anche Dottor-Jekyll-e-Mister-Hyde, nel secolo successivo alla pubblicazione del famoso romanzo breve di Robert Louis Stevenson, diventa una sorta di creazione autonoma. Ciò significa che persone che non hanno mai letto il romanzo, che in realtà non leggono, conoscono Jekyll-Hyde attraverso la cultura popolare, nonostante tendano a parlarne in modo approssimativo; come se fossero due esseri distinti: Dottor Jekyll e Mister Hyde. [Traduzione di Elena Ferrazzi]
Riccardo Frezza |
Marsiglia ridà quindi al Signor Utterson, amico e notaio di Jekyll, il ruolo di narratore, qui declinato in una versione più attiva rispetto a quella del romanzo, complice anche il cambiamenti nei tempi del racconto. Se infatti nel romanzo tutto è già accaduto e viene semplicemente riportato da alcuni testimoni, nel fumetto il racconto diventa al presente e Utterson quindi da semplice narratore si trasforma in un osservatore attivo con cui Marsiglia si diverte a giocare incastrandolo in una sorta di indagine per cercare di salvare la vita all'amico.
La sceneggiatura di Marsiglia stupisce anche per la mancanza totale di didascalie e per il dinamismo che riesce a infondere al racconto. Tranne l'epilogo lasciato alla voce di Jekyll, il resto dell'adattamento è tutto azione e movimento, con alcune sequenze davvero riuscite (la corsa sui tetti nelle prime pagine e quella in cui la cameriera assiste all'omicidio dalla finestra).
Francesco Francini |
Alla buona riuscita del volume contribuiscono notevolmente anche i due disegnatori, Francesco Francini e Riccardo Frezza. Rifuggendo dalle classiche rappresentazioni dell'era Vittoriana, Francesco Francini ricostruisce una Londra brutale e rigida: la nebbia perde le sue capacità di ammantare segreti e misfatti per trasformarsi in graffi e abrasioni che sfregiano le tavole. Frezza al contrario lavora con uno stile opposto, con ombre molto nette e un dinamismo plastico delle figure, uno stile che ricorda molto quello della EC Comics e che infonde al libro una leggere atmosfera weird che finora era mancata. La regia complessiva delle tavole riesce bene a controllare i toni misteriosi della narrazione e che ha la capacità di prendersi il giusto spazio per l'azione, con lunghe sequenze mute e dinamiche dove i due disegnatori hanno tutto il tempo per concentrarsi sui gesti e i particolari.
Aiutati anche dalla lunghezza non eccessiva del romanzo, Marsiglia, Francini e Frezza riescono a non far inchinare il loro fumetto sotto il peso letterario del libro ma anzi eliminano ogni forma narrativa derivativa (come le già citate didascalie) per dare alla storia di Jekyll-Hyde una narrazione esclusivamente fumettistica, senza intermediari di sorta, sfruttando al massimo le capacità del medium.
Dellla collana I Maestri dell'Orrore abbiamo recensito anche:
Dracula
Alle montagne della follia
Matteo Contin
@matteocontin
Immagini riprodotte per autorizzazione della casa editrice
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