La faccia delle nuvole
di Erri De Luca
Feltrinelli, 2016
pp. 96
€ 9 (cartaceo)
Non lo sapevo, ma Erri De Luca ha tradotto alcuni libri della Bibbia. Mi piacerebbe sapere da che lingua, se dal greco o da qualche versione precedente in ebraico. Forse la seconda, dato che il suo nuovo libro La faccia della nuvole è pieno di citazioni, soprattutto etimologiche, in questa lingua. Un aspetto, questo, che sicuramente aggiunge fascino all'autore napoletano e spessore al testo.
di Erri De Luca
Feltrinelli, 2016
pp. 96
€ 9 (cartaceo)
Non lo sapevo, ma Erri De Luca ha tradotto alcuni libri della Bibbia. Mi piacerebbe sapere da che lingua, se dal greco o da qualche versione precedente in ebraico. Forse la seconda, dato che il suo nuovo libro La faccia della nuvole è pieno di citazioni, soprattutto etimologiche, in questa lingua. Un aspetto, questo, che sicuramente aggiunge fascino all'autore napoletano e spessore al testo.
La faccia delle nuvole
racconta la storia delle storie: quella di due genitori e
della nascita del loro primogenito. I due genitori si chiamano Iosef
e Miriàm, il bambino Ièshu. Siamo in Israele e gli anni di Erode,
quindi sì, è la storia della vita di Gesù. Erri De Luca la
racconta in un lungo dialogo fra i protagonisti, soprattutto i
genitori, ma anche compaiono sulla scena i Re Magi, i pastori, un
universo narrativo popolato da figure che tutti – anche i non
credenti – sanno riconoscere, memorie di catechisimi dell'infanzia.
Un dialogo intervallato da interventi del narratore, voce diegetica
che tiene le fila del discorso, e guida il lettore con riflessioni,
spiegazioni.
La grandezza di questo
piccolo romanzo (anche se forse la parola romanzo non è totalmente
adeguata) è il modo in cui l'autore tratta la storia. In questo
dialogo i due genitori, e anche il loro divino figlio, sono resi
umani in ogni loro gesto, pensiero, preoccupazione. Sono una famiglia
di profughi, in fin dei conti. E Gesù è il primo latitante della storia. Costretti a spostarsi da Betlemme a
Gerusalemme, poi in Egitto, poi rientrare in Israele. La storia delle
storie diventa la storia di due esseri umani “qualunque”, eroici
nell'affrontare le loro battaglie quotidiane. Chiedono asilo
politico, affrontano lunghi viaggi partendo da luoghi che oggi ancora
vedono tutti i giorni partenze di questo genere. E Gesù è
rappresentato nella sua totale semplicità e umanità, negli
episodi salienti della sua vita: i primi miracoli, il tempio di
Gerusalemme, il Golgota, fino alla sua morte – qui solo accennata e
vissuta tramite il dolore dei genitori. Poi la rinascita, e
l'apparizione ad Emmaus. Gesù non prende però mai parola in prima
persona, resta sullo sfondo e le sue azioni sono raccontate dal
narratore o dagli altri personaggi. Un protagonista che resta
nell'ombra, ma che per questo motivo risalta ulteriormente.
La famiglia è una
famiglia normale, e per questo assolutamente straordinaria. Un altro
tratto che li caratterizza, ed è qui che più riconosciamo Erri De
Luca, è che parlano napoletano. I luoghi sono quelli canonici di
Israele, ma hanno i tratti tipici degli uomini del sud Italia. Come a
voler dire, a tutti, che la Sacra Famiglia, in fondo, può essere
quella di ognuno di noi. Con le ansie di tutti i giorni. Con le
dinamiche di tutti. Con un Giuseppe preoccupato per questo figlio che
chissà di chi è, ma che ripone in Maria la totale fiducia. Un
figlio che quando nasce non si sa a chi somigli. “Quando nasce un
marmocchio i parenti vanno in cerca di rassomiglianze. Meglio sarebbe
scorgere la sua unicità che rinnova di sana pianta il mondo. Meglio
vederlo affrancato da qualunque precedente”.
Forse somiglia alla faccia
delle nuvole, che cambia a ogni folata di vento.
Elena Sizana
Elena Sizana
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