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Un fiuto investigativo profumato di mentine alla violetta

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Penelope Poirot fa la cosa giusta
di Becky Sharp
Marcos y Marcos, 2016

pp. 336
€ 17.00 (cartaceo)


Non è un caso se Penelope Poirot fa la cosa giusta si apre con il Palazzeschi del "lasciatemi divertire" in epigrafe: quando si inizia a leggere il romanzo, calano le preoccupazioni della giornata, rifiorisce la fiducia nel divertimento e nel sorriso. 
Sarà che Penelope Poirot - sì, imparentata con quel suo famoso avo - è una signora vagamente intrattabile, e subito sevizia verbalmente la sua nuova segretaria-dama di compagnia, Velma Hamilton, ingenua, tutta casa e nonni. Ma miss Hamilton non è stata assunta per svolgere chissà quali compiti, ma per seguire Penelope in Italia, in una paradisiaca villa toscana dove si riuniscono artisti, scrittori e altri personaggi agiati che vogliono dimagrire, disintossicarsi e altro. L'obiettivo di Penelope è ritrovare la serenità perduta e soprattutto scrivere le sue memorie, grazie anche alla sua segretaria.
Passano così oltre cento pagine, sorridendo dei battibecchi tra le due donne, tra humour inglese ben dosato e dialoghi svelti. Poi si arriva alla villa, che ha subito qualcosa di sinistro: sarà la sua apparente perfezione? O per il dottor Cosser, che sembra pilotare le emozioni dei suoi ospiti? Di certo, la presenza di Elizabeth Gauli, da sempre scrittrice avversa a Penelope Poirot, non promette niente di buono; soprattutto se invece il marito, Achille Gauli, è così dannatamente gentile con miss Poirot e miss Hamilton. Ma quest'ultima è attratta dal giardiniere-autista, Primo Baldan, che smuove istinti che Velma non sapeva quasi di possedere. Se aggiungiamo alcuni lavoranti alla villa piuttosto misteriosi, con probabili tresche sotterranee, e una ex attrice che vuole essere sempre alla ribalta, ecco che la questione si complica.
Soprattutto se in una fredda mattina d'inverno alla villa verrà trovato un cadavere, riverso nella neve fresca. Chi sono i possibili indiziati? Penelope Poirot si trova ad indagare, ma a suo modo: tenendo una borsetta di raso ben stretta, con dentro le sue immancabili mentine alla violetta, e la sua salacità sempre pronta a rispondere. 
Il risultato è un giallo piacevole, fuori dal tempo, divertente più che avvincente, perché l'ironia e il gusto per il pettegolezzo spezzano continuamente la tensione. Tutta da ritrovare Penelope, con i suoi vizi, le sue idiosincrasie mai taciute, la sua faccia tosta e il sovrappeso contro cui lotta (o finge di lottare), ma che non le toglie affatto charme. Lo charme di una protagonista che aspettiamo di ritrovare in una prossima indagine.

GMGhioni