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«Viaggiamo per apprezzare casa nostra»: lungo la route 66 con Ella e John

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In viaggio contromano. The Leisure Seeker
di Michael Zadoorian
Marcos y Marcos, 2009

pp. 288
€ 16,50 (cartaceo)


Noi due insieme, come siamo sempre stati, senza parlare, senza fare niente di speciale, semplicemente in vacanza. Lo so che niente dura, ma anche quando ti rendi conto che qualcosa sta per finire, puoi sempre voltarti indietro e prendertene ancora un po' senza che nessuno se ne accorga. (p. 55)
Sono partiti di soppiatto, Ella e John, perché figli e medici si sarebbero certamente opposti, davanti all'idea di ripercorrere la Route 66 fino a Disneyland, dove i due vecchi coniugi erano stati anni prima con i bambini. Di certo il viaggio è avventato: Ella ha un tumore a uno stadio ormai avanzato e John lotta contro i vuoti di memoria e il disorientamento dell'Alzheimer. Una avventura nell'avventura, insomma, che non basta tuttavia a scoraggiare Ella:
«Nessuno - medici, figli, governo - riuscirà a convincermi che questa vacanza non è una buona idea. Diamine, è l'unica idea che ci rimane». (p. 93)
Anche perché lei lo sa, John è ancora un ottimo autista, porta il Leisure Seeker, il loro camper di una vita fa, come se fosse un giocattolo. Certo, ogni tanto fatica a ricordare il nome di Ella, ma sa sempre che è sua moglie, e tanto basta. In valigia, le lenzuola che hanno usato una vita fa, ormai rese morbide dai lavaggi di tante vacanze, una carta di credito ben carica, cibo in scatola (soprattutto il necessario per il panino alla mortadella a cui John è tanto legato) e centinaia di diapositive. 
Con queste premesse, si potrebbe pensare a un viaggio tragico e patetico. Tutt'altro: Ella, che è anche la voce narrante, è un personaggio splendido: comprende quando è necessario avere pazienza e quando deve scuotere John, non si perde d'animo neanche davanti ai dolori del cancro, e nelle situazioni di grande tensione sa come cavarsela. Ma è anche un personaggio umano, "pietoso" in senso dantesco, con un sorriso pronto e il desiderio di godersi quel che resta. Non ha illusioni, sa benissimo che sarà l'ultima vacanza concessa loro, e per questo hanno un buon sapore una lattina di birra bevuta con motociclisti dall'aria (ma solo l'aria) minacciosa, e un pasto condiviso con una famigliola giovanissima e affamata. 

La meta è chiara, basta seguire la Route 66, come avevano fatto una volta; gli imprevisti però ci sono, ed è divertente e a tratti struggente constatare come l'amore aiuti a far fronte a tutto, anche alla malattia. E l'amore sa essere accudimento e ricordo, ma anche presente, perché si può sempre trovare un po' di felicità, nonostante tutto. 

Zadoorian traccia con una penna scabra ma attentissima, ora cruda ora delicatissima, il percorso dolceamaro di chi vede davanti a sé il precipizio, ma vuole ancora godersi la gioia del volo. E ne esce uno dei romanzi più emozionanti, verosimili al di là dell'avventura inverosimile, degli ultimi anni. 

GMGhioni