di Silvana De Mari Salani, 2000
pp. 104
€ 7,80
L'individuo 4/6**5 non ha un nome, solo un codice identificativo. L'individuo 4/6**5 vive nelle paludi con la mamma, i fratellini e il nonno, mentre il papà lavora nelle miniere e torna a casa solo una volta l’anno, nella giornata del TuttoVaBene. L'individuo 4/6**5 è un bambino Yukon in una società in cui la classe dominante è quella dei pallidi Amir, che hanno steso un dettagliato statuto, la Legge dell’Ordine, in cui sanciscono i diritti (propri) e i doveri (altrui). Tutto questo giunge a conoscenza del lettore grazie a una serie di sconclusionati e sgrammaticati temini che il piccolo protagonista scrive per la scuola, corretto implacabilmente dalla maestra Star-One.
Grazie a tali scritti, e ai commenti sarcastici della docente, iniziamo a conoscere la vita nelle paludi, dove si cacciano gli alligatori, i topi la notte fanno il solletico ai piedi e gli scorpioni ogni tanto cadono nella minestra e la rendono più saporita. Tutti sono grati al Governo perché li costringe al lavoro invece che all'ozio, perché li spinge alle scelte migliori, perché impedisce che i cittadini Yukon si abbandonino ai vizi invece che perseguire la strada dell'alacrità e della virtù. Solo i bambini, con il loro sguardo ingenuo, riescono a sfondare la patina opaca della superficie, a esprimere ad alta voce – o, nel caso specifico, in forma scritta – i loro desideri (per i giocattoli Amir, per il cibo buono che a loro non è concesso, per il riscaldamento o l’acqua calda, per la possibilità di tenere animali domestici). E ogni volta trovano qualche adulto, come la mamma o la maestra, che li riprende e li riconduce all’ordine e alla disciplina del pensiero.
Per iniziare a capire che la storia non è tutta qui e che bisogna aspettarsi qualche sorpresa, si deve ricordare che l’autrice è Silvana De Mari, una delle scrittrici per bambini e giovani adulti più delicate e intelligenti del nostro panorama letterario. Profonda sostenitrice del valore etico della letteratura per l’infanzia, nelle sue opere la De Mari crea percorsi di senso lineari e coerenti, che fanno sorridere e commuovono di primo acchito, ma che invitano sempre a una seconda lettura. In L’ultima stella a destra della luna, si racconta di un percorso alla riconquista di sé che passa attraverso la pratica – terapeutica, apotropaica, illuminante – della scrittura. In un mondo in cui il ragionamento è disciplinato da norme calate dall’alto e la libertà pare un’idea vaga connessa a un nebuloso passato, la composizione di temi improntati agli argomenti più semplici eppure più essenziali, come La tua casa o La tua famiglia, diventa un’occasione di rivolta. Grazie a una maestra solo apparentemente severa, i bambini iniziano a riflettere sulle cose, sulla realtà che li circonda, sul diritto inalienabile alla propria individualità. E iniziano a lottare per avere un nome che li qualifichi come soggetti autonomi, pensanti e senzienti, carichi di dignità tanto quanto i regnanti Amir: l'individuo 4/6**5 diventa allora NuvolaCheVola, i suoi compagni rispettivamente GattoCheMiagolaPiano, FioreDEstate, GufoPensante, VolpeCheAmaDormire, CaneTristeMaNonDisperato, FlagelloDiPirañaEAlligatori, GufoVeloce, GufoArrabbiato, persino BucoDiCuloDiGallinaAsmatica. La debolezza diventa forza, in questo racconto adatto agli adulti quanto ai giovanissimi. Tra fratelli perduti e ritrovati, nonni anarchici, partite a rhiil nella discarica (con tanto di lancio d’armadillo e rivendicazioni sindacali), ai genitori illuminati, agli insegnanti che credono nel potere salvifico della parola (e che magari sognano di farsi chiamare GufoCheVolaSempreENonSiArrendeMai), ai sognatori, agli umoristi, agli amanti delle storie sorridenti, questo libro darà grandi soddisfazioni.
Carolina Pernigo