La ragazza nel parco
di Alafair Burke
Piemme, 2016
Traduzione di Sara Marcolini
pp. 316
18,50 euro
Alafair Burke è una scrittrice
americana di crime novel che
costituiscono un ottimo esempio del genere letterario. È anche una
professoressa di Legge alla Hofstra University di New York, un commentatore
legale, nonché la figlia del celebre giallista americano James Lee Burke e di
sua moglie, Pearl.
È stato proprio pensando ad
Alafair Robicheaux, la sua omonima eroina in tanti libri del padre, che mi sono
avvicinata al suo ultimo, grande successo La
ragazza nel parco (titolo originale: The
ex).
Alafair Robicheaux è una giovane
donna, figlia adottiva del detective Dave Robicheaux; ha studiato Legge
(proprio come la Burke); è una scrittrice di talento (altro parallelismo) e ha
un carattere risoluto e indipendente. È sagace, saggia, amante della verità e
della giustizia.
Un personaggio femminile,
insomma, affascinante.
È così che immagino Alafair
Burke, soprattutto dopo aver letto La
ragazza nel parco, il thriller bestseller che sta ottenendo un meritato
successo anche in Italia, e che conquista il grande merito di dar forma a
personaggi femminili di alto livello: tratteggiati in modo profondo, con luci e
genialità che non nascondono, ma anzi rendono vere, le immancabili ombre, le donne di questo romanzo sono
profondamente moderne, indipendenti, con obiettivi professionali ambiziosi e
poco tempo per le questioni sentimentali.
Almeno così sembra per Olivia
Randall, quarantenne avvocato di talento che un giorno, improvvisamente, riceve
la telefonata di una sedicenne che la implora (e un po’ le ordina, facendo leva
sul suo senso di colpa) di assumere la difesa del padre, accusato di triplice
omicidio. La sedicenne è Buckley Harris, figlia di Jack Harris, il suo ex
fidanzato ai tempi del college, l’uomo a cui Olivia ha spezzato il cuore,
lasciandolo a poche settimane dal matrimonio.
Dopo la fine del loro rapporto,
Jack ha subito la perdita dell’amato fratello Owen e ha avuto un crollo emotivo
che lo ha condotto in una clinica psichiatrica. Dopo essersi ripreso, si è
sposato con Molly, un’insegnante, e ha avuto la figlia Buckley. Ma quando la
moglie è rimasta uccisa in una sparatoria alla Penn Station, per mano di un
ragazzino, la vita di Jack ha subito l’ennesimo stravolgimento. Così, quando i
corpi di Malcom Neeley, padre del giovane killer della Penn Station, e di altri
due passanti vengono ritrovati in Hudson Parkaway, e la polizia scopre che Jack
Harris si trovava nelle vicinanze quella stessa mattina, tutti i sospetti
ricadono su di lui.
Ma Olivia è convinta della sua
innocenza. Almeno fino a che una serie di prove e indizi non inizia a insinuare
scomodi dubbi nella sua mente: Jack è davvero stato incastrato da una
misteriosa “ragazza del parco” o sta
manipolando Olivia, facendo leva sul suo senso di colpa per avergli spezzato il
cuore?
Ci sono romanzi che leggi per
indagare le leggi dell’universo e del tuo inconscio; altri per ripercorrere sogni
consueti e scoprirne di nuovi; altri ancora sono abili strumenti che nutrono il
tuo bisogno di svago. La ragazza nel
parco è uno di questi. Un thriller piacevolissimo che coniuga una trama
semplice, dai dettagli però molto complessi, con un insieme di personaggi
tridimensionali, con lati oscuri, colpe da espiare, e grandi pregi. La parte
legale, pur presente e dettagliata, non risulta ostica alla lettura ma dà anzi
quella necessaria quantità di verosimiglianza che un legal thriller non può trascurare.
Soprattutto nelle ultime 50 pagine, il ritmo, già incalzante, subisce un’impennata
che rende impossibile staccarsi dalla lettura, seppure davanti a un romanzo
simile, si ha la tentazione di centellinare le pagine, per goderne a lungo.
Tre le riflessioni fondamentali
che il libro suscita: il fallimento, la caduta, non sempre è sinonimo di
incapacità o precursore di un futuro d’insoddisfazioni. Olivia Randall svolge
il suo praticantato da avvocato presso uno studio prestigioso, Preston & Cartwright,
ma viene rifiutata quando si presenta l’occasione di divenirne un’associata.
Nonostante ciò, diventa un avvocato di successo e socia presso la Ellison &
Randall.
Jack subisce un duro contraccolpo
a causa della perdita della fidanzata e, subito dopo, del fratello. Ma riesce a
rialzarsi, diventa uno scrittore di successo, crea una sua famiglia. Da un
fallimento, dunque, è importante risollevarsi, guardare oltre, esplorare nuove
possibilità.
Dal punto di vista più letterario,
invece, e a una occhiata più attenta, del romanzo colpisce soprattutto il gioco
di specchi che si può rilevare tra i personaggi: Charlotte, la migliore amica
di Jack, giornalista lesbica dal carattere forte e solido, e Melissa, l’amica
più cara di Olivia, proprietaria di un locale di tendenza a New York; ma anche
Olivia e le successive donne di Jack, in cui l’uomo ha sempre ricercato un
particolare, un dettaglio che gli ricordasse quel suo primo amore. Le vicende
di Jack e Buckley Harris tristemente intrecciate a quelle di Malcolm e Todd
Neeley, due famiglie molto diverse che hanno in comune il dolore per la perdita
prematura della moglie e madre.
Infine, la riflessione più
importante di tutte, la domanda che sta alla base di questo avvincente romanzo:
i nostri sentimenti verso le persone care ottundono la nostra capacità di
giudizio, o occorre fidarci di cosa ci dice l’istinto (e il cuore) anche quando
si oppone al nostro raziocinio?
La risposta definitiva (forse) è dentro
La ragazza nel parco.
Barbara Merendoni