di Riff Reb's
Traduzione di Fabrizio Iacona e Andrea Plazzi
Kleiner Flug, 2016
pp. 120
€ 15.00
Il mare solcato e raccontato dall'uomo non è mai lo stesso mare. Così come l'acqua cambia la sua forma in base al contenitore, mari e oceani variano in base allo scrittore che li racconta. È sempre un mare diverso, che incarna sogni e aspirazioni, tensioni, ideali, che si fa teatro di tragedie o di opere farsesche. Poi ci sono le navi, incarnazione in legno, vele e cordame dei sogni dell'uomo di domare lo spazio infinito, di costruire qualcosa capace di fare quello che la natura non ha voluto farci fare. E tra un mare divino incontrollabile e spietato, e navi ingombranti che combattono contro le onde, l'uomo è quello che è, ovvero un essere piccolino che al mare porta il suo bagaglio di sventure, delusioni, rivalse, ripicche e sogni. Se la nave è la storia, il mare è la narrazione che ne influenza le svolte e i ritmi, l'uomo è l'attore minuscolo che osserva, agisce e plasma i suoi sogni sotto lo sguardo severo e stringente della divinità acquatica e di quella meccanica.
Il mare solcato e raccontato dall'uomo non è mai lo stesso mare. Così come l'acqua cambia la sua forma in base al contenitore, mari e oceani variano in base allo scrittore che li racconta. È sempre un mare diverso, che incarna sogni e aspirazioni, tensioni, ideali, che si fa teatro di tragedie o di opere farsesche. Poi ci sono le navi, incarnazione in legno, vele e cordame dei sogni dell'uomo di domare lo spazio infinito, di costruire qualcosa capace di fare quello che la natura non ha voluto farci fare. E tra un mare divino incontrollabile e spietato, e navi ingombranti che combattono contro le onde, l'uomo è quello che è, ovvero un essere piccolino che al mare porta il suo bagaglio di sventure, delusioni, rivalse, ripicche e sogni. Se la nave è la storia, il mare è la narrazione che ne influenza le svolte e i ritmi, l'uomo è l'attore minuscolo che osserva, agisce e plasma i suoi sogni sotto lo sguardo severo e stringente della divinità acquatica e di quella meccanica.
Su questi tre elementi si basa Uomini in mare, il nuovo fumetto di Riff Reb's, terzo capitolo che chiude la trilogia marinara cominciata con A bordo della Stella del Mattino e Il lupo dei mari. In realtà c'è n'è un quarto, ovvero la letteratura, visto che i primi due libri sono tratti da due romanzi (rispettivamente di Pierre MacOrlan e Jack London) e questo terzo raccoglie invece l'adattamento di otto racconti. Lo scopo di Riff Reb's è chiaro sin dal titolo: raccontare il mare dal punto di vista degli uomini e degli scrittori. E Uomini in mare è proprio questo: Riff Reb's sceglie con grande intuito i testi di partenza (pescando tra classici e testi meno conosciuti) per formare nella mente del lettore l'idea più completa della gamma e delle possibilità di emozioni, colori e racconti che può offrire il mare (e la letteratura che ne parla). Riff Reb's sottolinea questo legame con la letteratura classica anche inserendo tra un racconto e l'altro citazioni di romanzi cui l'autore affianca suggestive illustrazioni in bianco e nero che richiamano alle stampe ottocentesche pur sfruttando un dinamismo e delle soluzioni più moderne.
Uomini in mare ha un ritmo ondivago, capace di cambiare toni ma con una coerenza di fondo che sembra nasce da un nocciolo che Riff Reb's mette sempre al centro delle sue storie, e che è poi un senso dell'ignoto che di volta in volta si trasforma in paura, curiosità, sogno, spiritualità. Attorno a questo tema centrale l'autore pone storie variegate, ognuna con un punto di vista peculiare. Colpisce soprattutto nella selezione dei racconti la voglia di allontanarsi dalla solita epica marinaresca (usata solo nel bellissimo Il grande sud di Mac Orlan ma usata comunque in maniera originale visto che l'acqua è sostituita dalla neve), per proporre una nuova visione di quel mondo. Arriva così la dolente surrealtà de I cavallucci marini, il lirismo spirituale e carnale de L'ultimo viaggio della Shamraken (entrambi tratti da William Hope Hodgson) o il beffardo terrore de I tre doganieri (di Marcel Schwob), La ciurma (sempre MacOrlan) e per finire Maelstrom, il grande classico di Poe. Su tutti colpiscono i begli adattamenti di Un sorriso (di Joseph Conrad) che brilla per il bel ritratto della vita terrestre dei vecchi lupi di mare, e de Il naufragio di Robert Louis Stevenson, un racconto divertente e satirico davvero inaspettato.
Se la scelta dei racconti è ottima e ben studiata, la loro scrittura non sempre convince. Sia chiaro: funziona tutto e non si perdono pezzi (né di storia né di emozioni) ma Riff Reb's abusa spesso di didascalie che risolvono con un po' troppa facilità alcuni problemi narrativi delle storie. L'unico adattamento davvero perfetto non a caso è quello di Maelstrom, dove le due voci narranti (quella di Poe e poi quella del marinaio che racconta la sua storia), si sovrappongono in un gioco a incastri interessante. Il tratto cartoonesco di Riff Reb's è invece sempre perfetto nel cogliere le varie sfumature dei racconti, la cui atmosfera generale è sempre data da un singolo colore diverso per ogni storia.
Riff Reb's chiude la sua trilogia a tema marino con un libro completo e variegato, capace di restituire le tante tonalità delle voci che ci hanno raccontato il mare attraverso le loro storie d'avventura, del terrore, sentimentali o ironiche. Ma sempre e comunque storie di mare.
Matteo Contin
@matteocontin
Immagine riprodotta per autorizzazione della casa editrice
Matteo Contin
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