Congo Inc. Il testamento di Bismark
di In Koli Jean Bofane
Traduzione Carlo Mazza Galanti
66thand2nd, 2015
pp. 288, € 17,00
Il Congo è un paese
multiforme. Gli ottantuno milioni di abitanti si frazionano in più
di quattrocento etnie; la ricchezza forestale poggia su risorse
minerarie quali i diamanti, il rame e lo zinco e ne entra in
contrasto; nella storia recente, governi più o meno legittimi e più
o meno dittatoriali si sono succeduti a gran velocità. Tutte queste
pluralità trovano però una sintesi e una convivenza, anche se non
troppo pacifica, nel personaggio di Isookanga, pigmeo della regione
di Tshuapa e protagonista del romanzo “Congo Inc” di In Koli Jean
Bofane.
Isookanga è un pigmeo
ventiseienne troppo alto per la sua razza e troppo basso per il resto
del mondo. Vive nella ricca e lussureggiante regione equatoriale
della RDC, è nipote del capo villaggio ed è destinato a prenderne
il posto. Per un mondialista tendente alla globalizzazione come lui,
la vita in un ammasso di casupole è stretta. Fiero sostenitore del
progresso e convinto che ogni differenza o distanza possa essere
annullata da una buona connessione wi-fi, Isookanga ha un sogno,
ovvero poter raggiungere Kinshasa dove mettere a frutto le sue idee e
le sue conoscenze. Sfruttando ed ingannando le parentele dell'amico
Bwale, riesce ad infiltrarsi nella caotica e violenta capitale e, nel
giro di pochissimo tempo arriva a conoscerne i vari aspetti. Diventa
una delle figure più ascoltate e rispettate degli shégué,
l’esercito di ragazzi di strada che lo riconoscono come guida e
portavoce delle loro rivendicazioni; mette in piedi un promettente
commercio di acqua fresca e pura con Zhang Xia, suo socio d’affari
cinese; entra in contatto con Kiro Bizimungu, ex signore della
guerra, che spera di sfruttare le sue conoscenze della regione
equatoriale per arrivare alle risorse minerarie lì celate. Dai
corridoi di potere ai vicoli sudici, la constatazione del giovane
ekonda è solo una: la sua fuga dal villaggio non era poi così
necessaria e i principi della mondializzazione possono essere
applicati anche nella guida di un modesto agglomerato di case nel
cuore della regione equatoriale.
Il romanzo, vincitore del
Prix des cinq continents de la francophonie che omaggia i
migliori lavori sull’integrazione e l’arricchimento
interculturale, è stato definito “satyricongolese”, in
riferimento all'opera di Petronio e per meglio sottolineare la
ricchezza di personaggi e situazioni che compongono l'opera.
Encolpio/Isookanga è il motore che ci porta nell'immersione del
mondo della RDC. Raccoglie in sé tutte le contraddizioni del paese
di cui è stato eletto rappresentate. Sente profondamente la
questione del debito coloniale che lo aiuta ad autoassolversi per il
furto di un portatile. Conosce la potenza dei media e crede di essere
in grado di sfruttarla. Suo specchio e presentazione nel mondo è
l'alter ego che si è creato per giocare ad un violento gioco online
“Raging Trader” che è una riproduzione delle guerre e delle
lotte politico- economiche che squassano il continente africano. Con
il nome di “Congo Bololo”, Isookanga impara tutto quello che c'è
da sapere sullo sfruttamento, di uomini e risorse, sui giochi di
potere e arricchisce il proprio vocabolario con parole come “embargo”
e “trading” che usa con la disinvoltura di chi crede di
padroneggiare una materia. Non ci viene formalmente presentato come
un ingenuo che non capisce la situazione che lo circonda, ma di fatto
lo è. Viene da chiedersi se riesca a fare il collegamento tra la
devastazione che vede sullo schermo e i genocidi e la miseria che
affliggono il suo paese. Persino il suo tentativo di mettere in piedi
un commercio di acqua “l'eau pire svizzera” con il socio cinese
Zhang Xia ha del naïf che fa sorridere: pur infarcita di termini
come trend di mercato, franchising e arricchita dall'altisonante
sostanza E26 è, e rimane, una vendita abusiva di sacchetti di acqua
leggermente colorata.
I personaggi che si
muovono intorno a lui, a volte visti con i suoi occhi, a volte
introdotti senza soluzione di continuità da una scena ad un'altra,
in alcuni casi rientrano nei canoni. Non ho mai sentito tanta
violenza. Tutti quegli uomini! Anche quando ballano, dentro di loro
c’è come una sofferenza repressa (…) Io desidero una cosa sola:
condividere questa sofferenza dichiara la ricercatrice belga Aude
Martin con la testa piena di luoghi comuni; il comandante Kiro
Bizimungu, ex signore della guerra, sogna un Congo pacificato con
il napalm, dove non ci sarebbe stato altro da fare che sfruttare le
risorse del sottosuolo. Talvolta invece, quelle che paiono
dramatis personae ci sorprendono. Con i problemi in Costa
d’Avorio, le operazioni anti- Farc in Colombia, la siccità in
Tanzania, gli uragani in America centrale, il nostro caffè si vende
meglio dell’anno passato spiega zio Lomama; lui, che sembrava il
perfetto esempio del capo tribù attaccato alla tradizioni e
contrario al progresso, è in realtà più furbo e accorto del
protagonista. Cazzo, il vecchio è forte! È arrivato fino a
Kinshasa senza domandare niente a nessuno. E mi ha rintracciato in
men che non si dica riflette infatti ammirato Isookanga. La
bambina- puttana Shasha, capo degli shégué, sa come attuare
vendette a lungo termine sul casco blu che l'ha presa come amante. In
tutto questo panorama chi delude maggiormente sono proprio i due
protagonisti, Encolpio/ Isookanga e Gitone/ Zhang Xia, suo socio
d’affari cinese. Isookanga appare un personaggio debole: dopo aver
tanto anelato la vita nella capitale, dopo essersi inserito così
bene nel mondo di strada ed essersi intrufolato nei corridoi di
potere, abbandona la città non appena lo zio lo viene a riprendere e
gli dimostra l'inconsistenza dei suoi progetti. Appare quasi come un
ragazzino che è scappato di casa e viene riaccolto in maniera
bonaria da chi sa come va veramente il mondo. Zhang Xia, pur con
tutte le sue competenze informatiche, le basi politiche con cui
esorta gli shégué alla lotta per la rivendicazione dei propri
diritti, si fa incastrare (o forse è veramente colpevole) di
illeciti e corruzione di funzionari in Cina e viene rimpatriato senza
troppi complimenti. La testimonianza di Isookanga, l'unica cosa che
lo potrebbe salvare, si perde perché la dichiarazione in formato jpg
è troppo pesante da spedire con la debole connessione di Tshuapa.
Traditi entrambi dalla modernità in cui avevano riposto ogni
speranza, si dirigono nuovamente verso il destino a loro assegnato
fin dall'inizio: la foresta tanto esecrata per Isookanga e il carcere
per Zhang Xia.
La storia recente del
Congo è quasi data per scontata. Non assistiamo a particolari eventi
storici di cui i protagonisti sono testimoni: a volte viviamo dei
ricordi, soprattutto di guerre e massacri nella testa di Shasha e del
comandante Bizimungu, ma la storia qui viene data come un fatto
assodato e parte della quotidianità. Anche la mancanza di competenze
e conoscenze specifiche non guasta la lettura del romanzo.
Apprezzabile ed
esemplificativa la copertina dell'edizione italiana a cura della casa
editrice 66thand2nd; è tratteggiata come un disegno, quasi che un
bambino avesse provato a fare un disegno di cose da “grandi”.
Esattamente quello che succede a Isookanga, pigmeo mondialista della
ricca e lussureggiante regione equatoriale di Tshuapa.
Giulia Pretta