@gloriaghioni live dall'ultimo evento... |
Domenica a Livorno si è concluso “Il senso del ridicolo”: dopo il tripudio di pubblico del sabato, ecco l’ultima tappa per verificare se la scommessa di aggiungere eventi e location è stata una buona idea. Basta poco per accorgersi che la folla non accenna a diminuire; al contrario, code ordinate salutano i padiglioni fin dalla mattinata.
QUANDO DA UN BLOG PUÒ NASCERE MOLTO ALTRO
Stefano Bartezzaghi dialoga con Claudia De Lillo - foto di ©gmghioni |
Il tutto prova che il senso del ridicolo non aiuta solo a migliorare la giornata, ma anche la carriera, mettendosi alla prova con un sorriso sulle labbra!
I MATTI: REPERTORI DI FANTASIA E DI VITA
Foto di ©gmghioni |
Al Senso del ridicolo, Paolo Nori porta i repertori dei matti delle città di Bologna, Milano, Torino, Roma, Parma, Cagliari, Andria e Livorno, costruiti nel tempo ed editi da Marcos y Marcos.
I matti hanno tutti la caratteristica di essere visibili, ma in modo diverso: ogni città ha i suoi luoghi dove dare prova di pazzia: per Bologna, i matti danno prova di stravaganza al bar, mentre a Milano il luogo deputato è la metropolitana. A Torino, poi, sono tutti un po’ domestici, anche quando si trovano all’aperto compiono azioni inadeguate, che solo entro i muri di casa risulterebbero normali.
Le letture si susseguono, così come le risate degli spettatori, colti alla sprovvista dalle stramberie dei vari personaggi (spesso anonimi).
TEMPO DI RACCONTARE (E ASCOLTARE) STORIE DI VITA
Foto di ©gmghioni |
Lui si occupa di “storie”, storie di vita: da due anni, raccoglie brevi racconti divertenti che rivelino qualcosa degli ascoltatori e del loro senso del ridicolo: complesso il tutto, perché siamo naturalmente portati a narrare episodi che ci hanno toccati, spesso in modo negativo.
Nella prima parte dell’incontro, Matteo Caccia ci porta a riflettere molto rapidamente sui punti fondamentali di un racconto, su quali sono i 7 punti fissi da rispettare (alcuni opinabili e facili da contraddire con un po’ di letteratura). Di certo, è pienamente condivisibile questa affermazione:
Poi, ci siamo immersi nella parte più divertente: Caccia ha dimostrato come due racconti completamente diversi possano far ridere, a volte per la stessa sindrome che ci porta a scoppiare a ridere ai funerali.
Ma sono gli ultimi venti minuti, quelli più forti e toccanti, in un crescendo di emozioni opposte: Caccia e la sua equipe hanno provato a raccontare un secolo intervistando e facendo raccontare 25 tappe di età particolarmente rappresentative ad altrettante persone comuni. Il risultato? Risate e commozione, perché la carrellata porta alla luce piccole grandi storie, in cui immedesimarsi o semplicemente lasciarsi trasportare.
HUMOUR INGLESE: REGISTRO LOGORO E STANTIO DEL SENSO COMUNE?
Foto di ©gmghioni |
Che cosa muove lo humour? In parte il desiderio di prevenire le critiche degli altri, prendendosi in giro da soli con la cosiddetta “self deprecation”; in parte, una forma di arroganza, per la serie “ok, ho questi difetti, e allora?”. La stessa regina Elisabetta testimonia quanto lo humour inglese sia tutt’altro che defunto o in calo: lo provano video simpatici che desacralizzano incontri ai vertici con una battuta di spirito e l’espressione apparentemente impassibile della regina.
D’altra parte, a tutti i livelli lo humour va piuttosto di moda: basti osservare quanto è seguito l’account Twitter di VeryBritishProblems, a cui le persone inviano tutte le situazioni considerate iperbolicamente imbarazzanti per un inglese e un nonnulla per gli altri popoli.
QUANDO LE NOTIZIE FANNO SENSAZIONE (A TUTTI I COSTI)
Foto di ©gmghioni |
Quanto può essere ridicola la rassegna dei quotidiani? Marianna Aprile (giornalista di «Oggi») e Alessio Viola (celebre volto di Sky24) ci mostrano il potere dei giornalisti di far ridere (più o meno consapevolmente) con i titoli degli articoli: tra sensazionalismo, giochi di parole a costo di perdere il senso della notizia, tocchi di blasfemia e di politicamente scorretto, le slide provocano veri e propri boati di risate. Il non-sense si nasconde dappertutto, e così i tentativi rocamboleschi di ottenere il click su questo o quel link: Aprile e Viola giocano con il “click-baiting” e ci mostrano come anche in sala si nascondano notizie potenzialmente sensazionali: basta saperle camuffare ed stravolgere gli aspetti più utili a fare lo scoop!
Sicuramente questo incontro, demistificante nei confronti del giornalismo e anche ammiccante verso gli spettatori, ha colto appieno il messaggio del senso del ridicolo: sincere congratulazioni per il ritmo dell’incontro, serrato e irresistibile, e per la capacità dei relatori di tenere desta l’attenzione e criticare il mondo in cui loro stessi vivono e lavorano.
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a cura di Gloria M. Ghioni
Un ringraziamento particolare al direttore artistico del festival, Stefano Bartezzaghi, e alla splendida organizzazione e disponibilità di Stilema.
PS - i contributi sul festival in realtà... non sono finiti! Presto leggerete le parole di alcuni dei partecipanti e anche altre curiosità!
PS - i contributi sul festival in realtà... non sono finiti! Presto leggerete le parole di alcuni dei partecipanti e anche altre curiosità!