L'imperfetta meraviglia
di Andrea De Carlo
Giunti, 2016
366 pp.
18,00 €
«Guarda che non sono il tuo prevaricatore.»
Sta tutto qui il senso dell'ultimo libro di Andrea De Carlo: i protagonisti sono in cerca della loro libertà, che passa attraverso la definizione e la proclamazione della loro identità.
Provenza, giorni nostri. Milena è approdata in Francia con la sua compagna Viviane. Qui ha aperto una gelateria artigianale, anzi, personale: ogni gusto è diverso perché rispecchia i sentimenti di chi lo prepara. Nick è il frontman della band dei Bebonkers, costretto a interpretare il personaggio del ribelle nonostante col tempo sia diventato molto più posato e riflessivo. Entrambi sono a un punto di svolta: Milena sta per diventare madre, perché Viviane insiste affinché si faccia inseminare artificialmente. Nick, invece, è alle prese con un mastodontico matrimonio, ripreso in diretta da un team di giornalisti di gossip.
Il romanzo è costruito sull'alternanza dei punti di vista di Milena e Nick: per De Carlo è stata una sfida, perché «non ci si improvvisa nei panni di una donna.»
Come ha spiegato nell'incontro di presentazione del suo romanzo, i personaggi principali sono molto più simili di quanto non paia: sono entrambi artisti, nei rispettivi ambiti di competenza.
Nick è costretto dal suo esoso manager a produrre la musica che i suoi fan si aspettano, gli stessi accordi triti e ritriti, eseguiti nello stesso modo da anni per rassicurare il pubblico; ma nella sua immensa casa di collina c'è uno spazio segreto, una casetta piccola e semplice, dove il cantante sperimenta una musica diversa, più meditata, più profonda. Quanto a Milena,
il fatto è che proprio non le interessa fare buoni gelati per turisti; quello che le interessa è esplorare le sfumature misteriose dei sapori, scoprire i collegamenti tra sensazioni e immagini e ricordi, attraversare la complessità per arrivare al massimo della semplicità.
Tra lei e il suo sogno c'è il realismo di Viviane, la bread winner della coppia, che le rinfaccia di lavorare a un'impresa antieconomica e non si fa scrupoli di imporle una gravidanza che la costringerà a casa tra stimolazioni ormonali e pappine.
L'intreccio è abbastanza scontato, tuttavia il romanzo abbonda di tematiche interessanti: innanzitutto quello del rapporto omosessuale, che Milena sceglie per sottrarsi alle pressioni degli uomini, finendo comunque per sottostare a un partner più forte. Poi la crudeltà di un'industria discografica che costruisce stereotipi, più che artisti della musica, imponendo a Nick di produrre sempre di più e rivelare sempre meno della sua personalità.
Da ultimo ci sono i rapporti di coppia, in entrambi i casi sbilanciati: Aileen, la superdinamica futura moglie di Nick, rompe l'equilibrio perché cerca di prendere il sopravvento sul suo fidanzato.
Nick, invece, è alla ricerca di una figura protettiva, che lo ripaghi di un'infanzia fredda causata da una madre emotivamente distante. In un primo momento trova conforto nella signora Jeanne, la sua premurosa cuoca, l'unica che sa interpretare i suoi gusti e bisogni.
Quando incontra Milena, Nick vede in lei uno specchio, e lo capisce perché entrambi sentono di sprecare la loro vita a realizzare sogni altrui.
Continuare a fingere di essere un ribelle, nascondersi per leggere un testo classico, è solo un altro modo di sottostare a delle regole, ancor più assurdo in una società di regole flessibili, in cui "la trasgressione è diventata un prodotto di consumo come tutti gli altri".
Milena e Nick vogliono tornare a una dimensione più pura della vita, e se lui lo fa suonando il mandolino, lei ci prova preparando il gelato al fiordilatte, "il punto da cui ricominciare".
C'è qualcosa di iniziale nel fiordilatte: come una tela bianca, come una pagina non scritta che contiene mille potenziali storie o nessuna, dipende.
Ecco, le potenzialità: le possibilità che Milena e Nick sentono negate, in una impossibilità di realizzarsi che rende ogni gioia effimera. Come l'imperfetta meraviglia di gustare un buon gelato, che un attimo è delizioso e fresco, l'attimo dopo è svanito.
E qui si innesta un tema che per l'autore è non solo ricorrente, ma "un'ossessione": la realizzazione di sé.
«Ci sono infinite cause per cui uno non riesce a essere ciò che vuole: circostanze, persone, avvenimenti - ha detto De Carlo, durante la presentazione. - Quello che il lettore si deve portare dietro da questo libro è una serie di domande, sui rapporti, sulle sue potenzialità e la possibilità di essere meno vittima delle circostanze».