"I Poemi Omerici, nonostante siano stati scritti in momenti differenti circa 3000 anni fa, sono ancora tremendamente attuali. Certo sono antichi, antichissimi, eppure tutte le volte che nella storia dell'essere umano si è dovuti attraversare un fiume, ovvero c'è stato un passaggio temporale significativo, li si è sempre portati dietro. Il motivo è semplice: questi libri parlano di noi".Ecco come sabato 19 novembre Alessandro Baricco ha introdotto la lettura interpretativa, presso il Teatro Litta di Milano, del IX canto dell'Odissea, quello di Ulisse e Polifemo, realizzata dagli studenti del laboratorio teatrale del Liceo Ginnasio Giovanni XXIII di Bergamo. L'appuntamento rientrava nella serie di incontri di BookCity, la manifestazione itinerante ormai ritrovo classico delle persone legate alla cultura nella città meneghina. Questa lettura è una sorta di coronamento di ben dieci anni di attività del progetto LAIV di Fondazione Cariplo, volto a promuovere laboratori di musica e teatro nella scuole di tutta Italia. Fino ad ora i risultati sono stati lusinghieri, spalmati negli istituti della Lombardia, di Novara e del Verbano - Cusio - Ossola: 240 scuole superiori coinvolte per 15.000 ragazzi resi protagonisti.
Ad introdurre lo spettacolo, dicevamo, una sorta di mini lectio magistralis di Alessandro Baricco. Ricordiamo che lo scrittore torinese, oltre ad essere uno dei fondatori della Scuola Holden, ha realizzato nel 2004 Omero, Iliade, una reinterpretazione del testo classico: quindi chi meglio di lui per un'occasione del genere? Baricco ha sottolineato come i Poemi omerici abbiano tutte le caratteristiche di una specie di sunto della modernità:
Questi libri hanno una grande chiarezza, una grande forza e una grande sintesi: tutte qualità che, se ci pensiamo bene, noi quasi istintivamente associamo al concetto di modernità. Ecco perché quando i ragazzi si avvicinano a questi testi, se debitamente accompagnati, trovano grande vicinanza, scoprono una specie di empatia: Omero in fondo parla di avventure, di voglia di scoprire e dei demoni della propria mente, in questo caso incarnati da Polifemo. Tutte cose queste che durante l'adolescenza, ma anche l'età adulta, noi siamo chiamati ad affrontare
Terminata la rappresentazione noi di CriticaLetteraria abbiamo avvicinato lo scrittore torinese per domandare quale sia il modo migliore per far conoscere i classici nelle scuole, senza rischiare che, per una logica distanza temporale, il ragazzo non si ritrovi ad avere a che fare con qualcosa di troppo astruso:
Penso che il ruolo dell'educatore in questo come in altri casi sia fondamentale. Penso che sia ovvio che un racconto come quello di Ulisse e Polifemo abbia in se stesso una grande forza narrativa, potrebbe essere benissimo un'avventura a fumetti, però questa forza e questa carica moderna va ricercata con cura e questo è compito di un buon maestro. Altrimenti, di fronte al testo così nudo e crudo, diciamo così, il ragazzo si troverebbe perso, non capirebbe più di tanto e l'occasione andrebbe completamente persa
Quindi Omero, antico ma moderno, è l'autore giusto per "parlare" ai ragazzi, proprio per il fatto della sua chiarezza, sinteticità e forza?
Omero è l'autore giusto per tutti! (Risate) Se questi libri non sono mai stati smarriti dalla memoria collettiva umana, dalla cultura occidentale in genere, un motivo ci sarà: e questo motivo è che Omero è un nostro parente, neppure troppo lontano, che ragiona e sente col proprio cuore non troppo differentemente da ciò che proviamo noi: l'importante è qualcuno che ci accompagni per gradi ad andare a conoscerlo. Sarà un incontro proficuo per entrambi, vecchi e giovani, nessuno escluso.