Le avventure di Erasmo. Elogio dell’Acqua
di Daniela Maddalena
Marcos y Marcos, 2016
pp. 150
€ 14,00
Illustrazioni di Laura Fanelli
Un figlio alla ricerca di un padre lontano e forse perduto, una zia affettuosa e intraprendente, un viaggio per mare rocambolesco e dall'esito incerto. Questa, sommariamente, la trama di Elogio dell'Acqua, primo volume dedicato alle avventure di Erasmo che, anticipa l'autrice, dopo l'esordio nelle profondità oceaniche, proseguiranno a breve nell'Aria.
Il volume è edito nella collana Gli Scarabocchi, che Marcos y Marcos immagina rivolta ai ragazzi di età compresa tra i sette e i tredici anni. Questa indicazione offerta dalla casa editrice aiuta ad affrontare un testo di altrimenti difficile collocazione, per la varietà di argomenti e registri che si può riscontrare al suo interno. Elogio dell'acqua è infatti un racconto delirante e visionario, che adotta in modo sistematico le strategie narrative dell'iperbole e del paradosso.
Il viaggio del giovane protagonista procede tra allucinanti (ma anche allucinati e forse allucinogeni) concerti rock acquatici, un tea party negli abissi, pericolosi confronti con le sirene e addirittura una replica del Diluvio universale, con tanto di arca di Noè. Ad accompagnare i lettori nelle situazioni di crisi, l'insistita, martellante domanda: "Che fareste voi? Che avreste fatto voi?". La narrazione è una girandola di episodi grotteschi e giochi di parole:Li avevano scoperti. Le sirene continuavano a strepitare, l'annuncio veniva ripetuto ogni cinque secondi, mentre persone e animali si disponevano lungo tutta la circonferenza dell'arca. Formarono un grande girotondo antifuga, tenendosi per le zampe. C'era qualche eccezione. La giraffa veniva tenuta per il collo, il condor per le ali, il toro per le corna, il can per l'aia. (p. 75)
L'effetto è comico e spiazzante al tempo stesso, perché ci si chiede quanto dell'umorismo dispiegato da Daniela Maddalena possa realmente essere colto dal destinatario, settenne o tredicenne che sia. La stessa domanda sorge nell'accorgersi che il testo è ricco di riferimenti intertestuali, da Pinocchio all'Odissea, dai miti greci a Walt Disney, dalla Bibbia alla Divina Commedia.
Molti sono anche gli inserti metaletterari: l’autore (che parla di sé al maschile, forse per ribadire il proprio ruolo di personaggio fra i personaggi e la propria distanza dall’autrice reale) fa irruzione spesso e volentieri, commentando l'agire di eroi e antagonisti e giustificando le proprie scelte compositive; a tratti fornisce preziose indicazioni al suo pubblico sulle letture consigliate, a tratti invece gioca col testo e i suoi molteplici significati; talvolta rimane pure sconcertato di fronte all'impudente e sfrontata autonomia dei suoi stessi protagonisti, che mentono, violano le regole della narrazione e spesso sfuggono al suo controllo.
Le scelte anticonvenzionali, quasi ardite, che guidano lo svolgimento della storia possono incuriosire quanto lasciare perplessi, e solo alla fine del libro, sulla quarta di copertina, il lettore disattento trova una chiave possibile per decifrare il mistero. Attraverso una segnalazione a caratteri rossi (a dire il vero ben visibile fin da subito) si scopre che il volume appartiene, insieme agli altri della collana, a un progetto – #BookSound – rivolto alle scuole di ogni ordine e grado al fine di valorizzare la lettura ad alta voce e la condivisione del testo narrato tramite l'ascolto e il confronto. In quest'ottica trova dunque un senso la rapidità con cui si susseguono parole e immagini, la creatività linguistica di Daniela Maddalena, la sua ricchezza espressiva: nella lettura ad alta voce i punti oscuri si possono chiarire, gli snodi troppo rapidi all'interno della trama possono essere oggetto di indugio e di riflessione collettiva, il lettore può diventare protagonista e interloquire col testo come, di fatto, fa anche l'autrice. Allora sì che anche il decenne può apprezzare la storia delle sirene e comprendere gli accenni alla storia contemporanea, mentre l'attività della lettura torna ad essere, come sempre dovrebbe, un momento di arricchimento, a livello personale quanto relazionale. E si spiega perché la vicenda non offre facili soluzioni: perché il lettore è come un esploratore, e i sentieri tracciati non gli si confanno. Molto meglio le avventure e le peripezie, il farsi strada a forza in una realtà ostile da cui trarre, nel momento dello svelamento finale, la massima soddisfazione:
Si sa, gli esploratori non vanno in cerca di pace. Devono vedere come la pace è fatta dentro. Così la aprono, la smontano, cercano di capirla, fanno un gran baccano e quando poi cercano di rimontarla si ritrovano per le mani una cosa assai diversa. (p. 118)
Carolina Pernigo