di Cinzia Sasso
UTET Libri, 2016
pp. 128
UTET Libri, 2016
pp. 128
€ 14
So bene cosa vuol dire essere una madre, diciamo che è un ruolo che pratico da più di vent’anni. Ma quello che è appena successo qui, a Venezia, nella città dove sono nata e cresciuta – e che adesso mi ha fatto diventare una moglie – per me è qualcosa di assolutamente nuovo. Perché, al di là dello stato civile, prima una mo- glie non lo sono mai stata. Ho provato a chiedermelo un sacco di volte, ma non sono riuscita a trovare una risposta. Almeno, non ho trovato “la” risposta.
Moglie è una testimonianza profondamente attuale, una storia personale che indaga i temi dell'autonomia e dell'amore, due dimensioni da conciliare in una società che tende ancora - nonostante tutte le battaglie e le varie quote - a fissare un tetto sulle carriere femminili.
Moglie è una testimonianza profondamente attuale, una storia personale che indaga i temi dell'autonomia e dell'amore, due dimensioni da conciliare in una società che tende ancora - nonostante tutte le battaglie e le varie quote - a fissare un tetto sulle carriere femminili.
Introdotta da una prefazione di Natalia Aspesi, la storia di Cinzia Sasso, veneziana e di adozione milanese, racconta due matrimoni: quello con l'uomo amato, Giuliano Pisapia sposato nel 2011, e quello con il proprio lavoro di giornalista svolto dal 1982 con inesausta passione, sempre con la volontà di capire e mai di giudicare (Ho sempre guardato il mondo come se da quello che vedevo avessi dovuto trarre un articolo, p.77). Nella sua lunga carriera Cinzia si è occupata di cronaca e politica giudiziaria e poi di carriere femminili, soprattutto con "La storia", un progetto di valore inaugurato nel 2000 su Affari & Finanza che ogni lunedì portava in prima pagina le storie di più di 400 donne che avevano sfondato il cosiddetto "soffitto di cristallo" facendosi strada nel mondo degli uomini.
Centrale all'interno del libro la dialettica tra il bisogno di autonomia e la volontà di costruire un "noi" che vada al di là delle esigenze del singolo e tuttavia le inglobi, dia loro un senso più completo. Quando si diventa un appendice dell'altro? Quando si percorre una strada davvero insieme? Si tratta di domande comuni a molte giovani donne della mia generazione, in procinto di costruire una propria vita professionale e familiare, affettiva.
Non più io. Ma noi. La nostra casa. La nostra automobile. Il nostro lavoro. La nostra vita. Come se ora, dopo che ognuno si era giocato le carte che aveva nelle sue mani, quelle carte si potessero mettere insieme. Tutto quello che doveva succedere era successo. Ognuno di noi aveva creato da solo, diciamo con l’appoggio esterno dell’altro, la propria vita. Ora in due, quella vita, poteva solo diventare più ricca. Sposarsi avrebbe aggiunto qualcosa. E non avrebbe sottratto.Nel caso dell'autrice questa analisi, che ha la forza di una testimonianza personale, si unisce alla riflessione sul rapporto tra dimensione e pubblica e dimensione privata, una distinzione che viene a cadere nel momento in cui si diventa la moglie del sindaco della città di Milano.
Moglie è la storia di una donna, di un matrimonio, di una madre ma nel libro ci sono tante altre storie, quelle delle altre mogli di ieri e di oggi, quelle di chi ha lottato per diverse, più ampie e inclusive, concezioni di famiglia come diritto. Ci sono anche le storie di una Milano in evoluzione, la Milano arancione degli anni di Giuliano Pisapia dove c'era molto da fare, c'era da seminare speranza e da creare entusiasmo.
Nel libro c'è anche una discussione sul significato più profondo della realizzazione femminile. Una donna, che per decenni è stata "solo" una moglie, questo mese ha concluso la sua corsa alla presidenza degli Stati Uniti; trovo molto onesto e attuale ribaltare i piani e mettere da parte la concezione ancillare e conservatrice della donna come membro della famiglia che deve fare sempre un passo indietro. È tempo di disegnare dei nuovi rapporti.
La storia di Cinzia Sasso trasmette l'idea che non esistono solo piani A e piani B nella vita e che spesso c'è "una regia dietro i fili della vita". Ma soprattutto conferma che una donna non deve necessariamente ambire alle stesse forme di appagamento di un uomo: si possono costruire tanti diversi modelli per completare se stessi.
Mi chiedo perché siamo in grado di andare su Marte e di inventare l’auto che si guida da sola e non riusciamo ad adattare il lavoro alle esigenze di una famiglia che cambia. Ecco, le donne che ho incontrato, con la loro semplice presenza, sfidavano un sistema.
Claudia Consoli