Lo spirito natalizio, lo ammetto, non è proprio la caratteristica che mi definisce meglio, e i (pochi) libri ricevuti in regalo li ho quasi sempre sostituiti con altri titoli che meglio aderivano ai miei interessi e/o gusti letterari.
Ricordo però un Natale di tanti, tanti anni fa in cui una zia particolarmente attenta mi regalò due volumi di fumetti di Hugo Pratt, la prima raccolta di avventure di Corto Maltese e la mitica "Ballata del Mare Salato".
Ero poco più che un bambino e avevo già scorso qualche fumetto di Pratt sul "Corriere dei Piccoli" e successivamente sul "Corriere dei Ragazzi", ma quel regalo mi dischiuse la finestra su un mondo sconosciuto, quello del fumetto d'autore, in cui le storie avevano un'originalità e un valore tutto loro ed erano raccontate attraverso tavole meravigliose su cui in seguito passai lunghe ore sognanti, ammirando i disegni di maestri della levatura di Pratt, Micheluzzi, Battaglia, Toppi.
È soprattutto grazie a questo regalo che ho sempre considerato il fumetto (sì, lo chiamo ancora così, non "graphic novel" come fanno i ggiòvani) una modalità di espressione artistico/letteraria che può avere dignità e valore pari a un romanzo o a un dipinto. Precisazione tutt'altro che scontata, visto il permanere dell'opinione generale che ritiene questo tipo di narrazione una forma minore o destinata a un pubblico non colto.
Questi volumi, ormai prime edizioni pressoché introvabili, occupano un posto importante nella mia biblioteca, e dopo tutti questi anni mi capita ancora di sfogliarli perdendomi in avventure infinite in giro per il mondo in compagnia dei "gentiluomini di fortuna" (se non sapete chi sono leggete questa singolare intervista di Giulia, clicca qui) proprio come facevo allora.
Questi volumi, ormai prime edizioni pressoché introvabili, occupano un posto importante nella mia biblioteca, e dopo tutti questi anni mi capita ancora di sfogliarli perdendomi in avventure infinite in giro per il mondo in compagnia dei "gentiluomini di fortuna" (se non sapete chi sono leggete questa singolare intervista di Giulia, clicca qui) proprio come facevo allora.
Ecco, questi sono libri che non ho mai sostituito e che continuerei ad accettare – e perfino a regalare – con assoluta convinzione e molto volentieri.
Buon Natale (laico o religioso, fate voi) a tutti.
Stefano Crivelli
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