Da bambina, per quanto potessi variare la letterina a Gesù Bambino (già, niente Babbo Natale), sapevo che sotto l'albero avrei avuto una costante: una videocassetta della Disney, generalmente il lungometraggio uscito l'anno prima. Perché sono abbastanza âgée da ricordare i tempi in cui usciva un solo film animato ogni 365 giorni.
Passati gli anni, ho smesso di inviare la letterina, ma una certezza sotto l'albero è rimasta: si tratta dei libri di Harry Potter. Scontato, immagino. Ma la verità è che regalare libri ad una lettrice vorace è sempre un problema e si rischia di scadere nel "già letto" o nel non gradito. La Rowling era invece un porto sicuro.
Sono in particolare legata al quinto volume della saga, romanzo di transizione sia per i personaggi che per i lettori. L'avevo scartato alla vigilia di Natale, come sempre, e avevo avuto il permesso dello strappo al coprifuoco serale che mi voleva a letto abbastanza presto. Una pagina via l'altra ancora ai piedi dell'albero e avevo alzato lo sguardo al capitolo del ritorno di Hagrid intorno alle quattro del mattino. La sera dopo, esaurito il rituale di pranzo e cena con i parenti, mi era bastato leggere fino alle due per chiudere il volume, affranta per due motivi: il primo, la morte del mio personaggio preferito e il secondo, ovvero l'agghiacciante pensiero "E ora come resisto fino alla pubblicazione del volume sesto?".
Ho una certezza anche quest'anno, benché la saga e i sequel siano già stati letti e digeriti: so che sotto l'albero troverò il volume La pietra filosofale fino ad ora posseduta solo in formato epub.
D'altronde le tradizioni vanno rispettate.
Giulia Pretta