Ci sono i libri perfetti, i libri eterni, i libri straordinari, quelli che per tutta la vita vorresti rileggere e poi non rileggi mai, e poi ci sono i libri con cui scatta, immediata e dirompente, l'identificazione. Nel mio caso questo è capitato con un volume che non è perfetto, né straordinario, né quasi sicuramente eterno. A me è sembrato bello, come ti sembra bello, istintivamente, qualunque luogo incontrato per caso lungo il cammino e percepito come familiare, come immediatamente assimilabile a casa. Ho letto quel libro e mi ci sono ritrovata. Così come Flaubert poteva dire "Madame Bovary c'est moi!", così io - in un determinato momento della mia vita - ho potuto riconoscere in me una precisa coincidenza di intenti e di sentire con Emilia, la protagonista di Palline di pane di Paola Mastrocola. La storia è semplice, divagante, vagamente delirante, ha il ritmo e il respiro di una chiacchierata davanti al focolare. Fa arrabbiare, a tratti sorprende. Fa sorridere, commuove. Non ho mai avuto il coraggio di regalare questo libro a nessuno, percependo sempre un simile atto come troppo intimo, come un'esposizione eccessiva di me: la maggior parte delle persone non avrebbe capito il senso del dono - e quindi non lo avrebbe meritato -; i pochi che avrebbero potuto capire, invece, avrebbero sicuramente capito troppo.
Non l'ho mai regalato, quindi, ma è stato uno dei pochi testi che io abbia prestato, nella mia copia amatissima, usurata. Palline di pane, con il suo titolo buffo e poco epico, è diventato un veicolo di comunicazione, un modo per abbattere i muri. Il primo ad averlo condiviso con me è stato un amico lontano, anima gemella letteraria e spirituale, molesto come pochi, individuo affine come affine era stato a me il libro stesso. Poi, molto tempo dopo, uno studente, testa matta in continua ricerca, con cui ho dialogato attraverso le parole dei libri e che ha saputo descrivere il racconto in termini migliori di quanto avessi mai potuto fare io.
Credo che tuttora non potrei impacchettare per nessuno una copia di questo volume. Continuerei però, nei casi necessari, a prestare la mia, o a invitare alla lettura chiunque stia cercando una strada, o abbia bisogno di trovare una nuova prospettiva sul mondo, di farsi beffe delle convenzioni, di realizzare che importante in fondo è solo ciò a cui noi diamo valore, peso e importanza.
Carolina Pernigo
Carolina Pernigo
Palline di pane
di Paola Mastrocola,
di Paola Mastrocola,
Guanda, 2001.