di Nicola Lecca
Mondadori, 2017
pp. 189
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
In questa città, Silke era rimasta liberamente prigioniera per ventiquattro anni. Fino al giorno in cui suo padre le aveva imposto di lasciarla: esiliandola. (p. 65)
Cos'ha mai fatto di tanto grave Silke per dover lasciare la sua città, Innsbruck, la famiglia, il lavoro in banca e la sua vita? Quando iniziamo I colori dopo il bianco non lo sappiamo, seguiamo solo una spaesatissima ventiquattrenne per le strade affollate, vivaci e continuamente imprevedibili di Marsiglia e sappiamo che è lì per un motivo. Piano piano, ci viene il dubbio che la fuga sia, in realtà, una grande occasione per scoprire davvero sé stessa, mettere in dubbio i tanti pregiudizi familiari che antepongono forma e apparenza anche ai sentimenti più atavici.
Dentro le lenzuola con le farfalle, guardando il mare e l'orizzonte, rispondendo a chi bussa alla sua porta, rompendo tutte le abitudini, Silke si meraviglia: non sempre è un bene avere il controllo della situazione. Lasciarsi sconvolgere da sentimenti forti, che non si era mai concessa prima, richiede coraggio; persino lasciar entrare a casa sua e nella sua vita la vicina di appartamento, che un tempo si prostituiva, va contro l'educazione rigida e austera di Silke. Eppure la semplicità e la sincerità con cui Murielle le ha raccontato il suo passato è qualcosa di nuovo, squarcia le difese della giovane tirolese e la porta ad aprirsi a nuove possibilità: dunque, è possibile accettare i propri difetti, il proprio vissuto e, un giorno, perdonarsi?
D'altra parte, lo si legge in tantissimi classici ed è sempre vero l'assunto che per amare qualcuno dobbiamo prima accettare noi stessi. E il bel Didier, ladro gentiluomo, colpisce subito Silke, ma ce la farà l'amore a rompere l'armatura rigida e temprata dall'educazione ferrea di Innsbruck? Lì ogni sbaglio è punito senza pietà; e a Marsiglia?
Ecco che, tra scoperte e battute d'arresto, dubbi e incredibili slanci, l'ultimo romanzo di Nicola Lecca accompagna una giovane protagonista alla scoperta di nuovi colori dopo che, abituata alla noia del bianco, si trova accecata dal caleidoscopio di una città cosmopolita, caotica e, anche per questo, viva e stimolante come Marsiglia:
Descritta con tanta vivezza che pare di vederla, la città di mare si pone come continua metafora di un Eldorado da conquistare ogni giorno, a costo di correre rischi e mettere in dubbio anche gli affetti dati per scontati. La posta in gioco è alta: provare l'annichilente estasi della felicità.«Marsiglia è una città estrema e ti costringe a vivere a pieno. Subirla è un castigo. Sceglierla, un privilegio». (p. 163)
GMGhioni
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