Nella notte tra martedì e mercoledì le nostre redattrici Claudia Consoli e Serena Alessi sono state di nuovo in onda su RaiUno per un’altra puntata di Mille e un libro Scrittori in TV, insieme a Gigi Marzullo e ai suoi ospiti (leggi qui per saperne di più sulla collaborazione di CriticaLetteraria col programma televisivo).
In questa puntata puntata le nostre redattrici hanno parlato di:
Soliloqui di Betlemme di Giovanni Papini. Nota di lettura di Franco Ferrarotti (Centro editoriale dehoniano, 2016);
Socrate 2896 di Margherita D’Amico (Bompiani, 2016);
Candore di Mario Desiati (Einaudi, 2016).
Qui il link per rivedere la puntata, ma ecco fin da ora un assaggio di cosa hanno detto Claudia e Serena a proposito dei libri che hanno letto.
Giovanni Papini, Soliloqui di Betlemme (presente in studio il curatore Franco Ferrarotti)
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L’opinione di Serena:
L’operazione compiuta da Papini, cioè quella di riscrivere un’opera che sta alla base della cultura occidentale concentrandosi sulle prospettive di ogni personaggio, ha fatto gola a molti scrittori nei secoli, soprattutto nel Novecento, ma non sempre l’impresa è riuscita. Perché confrontarsi con i grandi è difficilissimo e solo altri grandi ci riescono. Papini ci riesce e Ferrarotti è abilissimo a spiegare come l'autore prenda il racconto antico della nascita di Gesù e ne faccia dei quadretti modernissimi che arrivano fino ai lettori di oggi.
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Claudia con Franco Ferrarotti |
Margherita d’Amico, Socrate 2896
L’opinione di Claudia:
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L’opinione di Serena:
Socrate 2896 è una lettura difficile ma importante, perché esprime con un linguaggio creativo e poetico quello che è più comune leggere nei saggi di filosofia o di scienze politico-culturali, e mi riferisco alla teoria dell’antispecismo. Il messaggio di opporsi alla visione antropocentrica del mondo che impera da sempre, e l’idea che non sono gli essere umani gli unici ad avere la facoltà di sentire, è proprio il perno del libro. Che quindi è da leggere proprio perché invita a ritrovare un equilibrio necessario tra l’umanità e gli altri viventi, che hanno tutti lo stesso diritto alla vita.
Mario Desiati, Candore (leggi la recensione al libro di Gloria Ghioni)
In una Roma di periferia, una città vista sempre attraverso il vetro sporco degli autobus, si muove un personaggio inetto e incorreggibile, dotato di una gentilezza tale da sconfinare in perpetuo amore. Martino Bux osserva le vite degli altri dallo spioncino e le trova sempre migliori della sua, è un uomo vinto da un costante desiderio, una forma di felicità a cui non sa rinunciare. Un uomo candido, appunto, che alla domanda "Sei pazzo?" risponde "No, sono libero." In Candore c'è uno sguardo all'Italia che non ha vergogna del sesso e ai suoi luoghi nascosti, che solo chi conosce sa interpretare. Un romanzo di indubbio valore letterario e anche un'interessante cronistoria del porno da un punto di vista sociologico.
L’opinione di Serena:
Candore è un libro scritto benissimo, lo stile palesa un grande e accurato lavoro, ma il contenuto rivela una mancanza. Desiati non si è posto il problema della prospettiva della donna, e questo rende un romanzo che ruota attorno al porno come minimo un po’ ingenuo. Le donne in Candore sono solo degli oggetti e mai dei soggetti, e quando lo sono è in maniera assolutamente marginale e anche poco interessante. Ad esempio non sono mai attratte non solo dal porno ma neanche dal sesso, cosa strana quantomeno. Il libro insomma è coerente ai dettami commerciali della pornografia mainstream. La prova del nove è la domanda: potrebbe una donna essere la protagonista del libro e di tanto candore? Io credo di no, e questo perché la pornografia – quantomeno quella di cui si nutre il protagonista Martino Bux – è quella prodotta per il maschio occidentale ed eterosessuale.
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Serena con Mario Desiati |
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