dal Rinascimento ai giorni nostri
di Adriano Bassi
Odoya, 2016
pp. 384
€ 24
Stando ai libri di scuola il mondo delle arti (sia figurative che performative) è sempre stato piuttosto avaro con le donne, cui ha riservato un posto in secondo piano rispetto ai colleghi uomini in base al tacito - ed infondato - principio secondo il quale nella procreazione si esaurirebbero i loro compiti "creativi". Insomma agli uomini le opere d'arte, alle donne i figli. A questo non si è sottratta la musica, arte in cui pur essendoci sempre state numerose esecutrici al femminile (fin dalle antichissime etere-flautiste dei simposi greci) ben poche compositrici si sono distinte, lasciando la loro traccia nella storia della musica.
In Guida alle Compositrici dal Rinascimento ai giorni nostri di Adriano Bassi possiamo riscoprire alcuni dei loro nomi e delle loro vicende personali, ingiustamente destinate all'oblio. Organizzato per voci in ordine cronologico, il libro ripercorre secoli di musica al femminile, fornendo un attento identikit di ogni compositrice corredato di dettagliatissime informazioni bibliografiche (divise tra opere, studi e registrazioni). La ricerca di Bassi non si ferma al passato ma comprende autrici tuttora viventi ed è questa, in realtà, la sezione più consistente del volume, a testimoniare che la lenta e graduale emancipazione delle donne in musica ha raggiunto la sua acme ai giorni nostri con un numero di compositrici distintesi pari (se non maggiore) a quello di tutti i secoli precedenti messi insieme. A ciascuna di loro viene dedicata un'intervista ed uno spazio in appendice con l'elenco dei rispettivi lavori.
Ora, nonostante il proposito lodevole, appena si esula dalla mera opera di compilazione il lavoro di Bassi risulta a mio parere farraginoso e poco scientifico, ricco di deludenti giudizi estetici e commenti pressapochisti. Le perplessità maggiori sono suscitate però proprio dalla sezione delle compositrici viventi. Manca il nome di Irma Ravinale, recentemente scomparsa e insignita nel 2010 del Premio del Presidente della Repubblica, come mancano anche tra le altre le italiane Silvia Colasanti e Lucia Ronchetti, la russa Sofija Asgatovna Gubajdulina, la finlandese Kaija Anneli Saariaho, le opere delle quali sono tra le più eseguite a livello mondiale. Tra l'altro i loro nomi si inferiscono dalle interviste delle colleghe ed una loro assenza nel volume - ammesso che, pur contattate da Bassi, non si siano prestate ad interviste ed invio di materiale - non è giustificabile. In questa sezione regna poi una gran confusione: non si riesce a capire bene in che ordine siano le voci (sicuramente né cronologico e né alfabetico) e tra di esse si riscontra una profonda disparità di spazi. Di conseguenza alcune compositrici riempiono decine di pagine con le loro biografie e le loro interviste, altre vengono relegate in pochi paragrafi. La stessa appendice è piuttosto disomogenea e non adotta una formattazione standard, limitandosi invece al copia e incolla dal materiale presumibilmente messo a disposizione dalle compositrici.
L'impressione generale è che pur avendo svolto una grande opera di ricerca, raccolta e selezione delle fonti (ed una tale quantità e qualità di testi citati non passa inosservata), Bassi abbia trascurato il labor limae e non abbia né organizzato né rielaborato al meglio il frutto delle sue ricerche, dotandolo di una veste che non ne esalta la peculiarità.
Data la mancanza di un compendio simile nella letteratura specialistica mi sarebbe piaciuto molto poter considerare questo testo come un utile complemento della storia della musica ufficiale, atto ad evidenziare la reale portata ed importanza delle donne compositrici; esso non rimane però che un ottimo studio pionieristico e divulgativo, buona base per ricerche future.
Adriano Morea