Le ossa della principessa
di Alessia Gazzola
Collana La Gaja Scienza
Milano, Longanesi, 2014
di Alessia Gazzola
Collana La Gaja Scienza
Milano, Longanesi, 2014
pp. 360
cartaceo € 17,60
cartaceo € 17,60
ebook € 8,99
Questa volta Alice è alle prese con un'indagine diversa da quelle a cui la Gazzola ci ha abituato: un cold case, ovvero un omicidio avvenuto diversi anni prima, tornato sulle prime copertine dei giornali in seguito al ritrovamento del corpo della vittima.
Il rinvenimento coincide oltretutto con un altro fatto preoccupante: la sparizione di Ambra Negri Della Valle. In questo libro, quindi, Alice deve fare i conti non solo con un modus operandi tutto diverso, ma anche con un nuovo sentimento nei confronti della (finora) tanto odiata Ambra. La sua scomparsa, infatti, suscita nella nostra protagonista un confuso groviglio di sentimenti contrapposti: da una parte il senso di colpa per non averla mai sopportata e nemmeno compresa fino in fondo, dall'altro la tenacia nella prosecuzione delle indagini per scoprire che fine abbia fatto. I dettagli che man mano vengono fuori riguardo la sua fuga, inoltre, sembrano sempre più avvicinare la figura di Ambra a quella della vittima, fino ad arrivare a scoprire che la giovane specializzanda aveva organizzato un viaggio proprio nel luogo in cui la spedizione del professore aveva eseguito gli scavi per incontrare Daniel Sahr, figlio dell'accademico e probabile fiamma giovanile della vittima.
Questa volta Alice è alle prese con un'indagine diversa da quelle a cui la Gazzola ci ha abituato: un cold case, ovvero un omicidio avvenuto diversi anni prima, tornato sulle prime copertine dei giornali in seguito al ritrovamento del corpo della vittima.
Il rinvenimento coincide oltretutto con un altro fatto preoccupante: la sparizione di Ambra Negri Della Valle. In questo libro, quindi, Alice deve fare i conti non solo con un modus operandi tutto diverso, ma anche con un nuovo sentimento nei confronti della (finora) tanto odiata Ambra. La sua scomparsa, infatti, suscita nella nostra protagonista un confuso groviglio di sentimenti contrapposti: da una parte il senso di colpa per non averla mai sopportata e nemmeno compresa fino in fondo, dall'altro la tenacia nella prosecuzione delle indagini per scoprire che fine abbia fatto. I dettagli che man mano vengono fuori riguardo la sua fuga, inoltre, sembrano sempre più avvicinare la figura di Ambra a quella della vittima, fino ad arrivare a scoprire che la giovane specializzanda aveva organizzato un viaggio proprio nel luogo in cui la spedizione del professore aveva eseguito gli scavi per incontrare Daniel Sahr, figlio dell'accademico e probabile fiamma giovanile della vittima.
La ricerca di Ambra, inoltre, fa sì
che vengano a galla dettagli importanti riguardo la relazione con
Claudio, chiusa ormai da qualche mese, con annesso corollario di
sospetti infamanti per la giovane e affascinante promessa della medicina
legale. Può il nostro Claudio Conforti, ammantato come sempre del suo
splendore, essere stato capace di fare qualcosa di male alla giovane
Ambra? E soprattutto, la giovane specializzanda era davvero incinta di
Claudio?
Ad Alice – che tra l'altro è sempre più confusa riguardo la
sua vita sentimentale – ciò pare impossibile e mentre le ricerche
proseguono lei pare avvicinarsi sempre più pericolosamente a Claudio,
fino a rischiare di sfiorare la bollente notte trascorsa durante il
convegno siciliano (e raccontata in Un segreto non è per sempre). È una sera diversa, in cui
Claudio, preso dai rimorsi per la sua presunta pessima condotta avuta
nei confronti di Ambra, ha ceduto un po' troppo alla promessa di oblio
regalata dall'alcool e, in un moto di tenerezza istintivo, Alice si
presenta alla sua porta. Ed è un attimo: il buio del crepuscolo, la
tenerezza della sera, una carezza troppo a lungo tenuta tra le mani.
Slaccio il montgomery e lo poggio sulla poltrona; mi ricavo un piccolo spazio accanto alla sua testa, che lui finisce per poggiare sulle mie gambe, tenendomi un ginocchio con la mano. Il sangue accelera il suo flusso e si surriscalda e in un attimo mi ritrovo ad accarezzargli i capelli, come farei con il manto del mio piccolo Ichi. Solo che quello spasmo fugace di tenerezza si trasforma in una fiammata quando lui allunga la sua mano verso la coscia e io sento che se non me ne vado le cose finiranno per degenerare di nuovo. Eppure mi ritrovo a provare un senso di sorprendente frustrazione quando e` lui a ritirare la mano, come se per un attimo fossi tentata di rimetterla lı` dove l’aveva audacemente collocata.
La
nostra Alice, ostaggio nel suo stesso cuore, non sa che strada
prendere, anche se è giunta ad una consapevolezza nuova: sa di non poter
essere felice né con Arthur né con Claudio:
Credo che sia una specie di anatema che qualcuno mi ha lanciato, trovarmi a pensare a lui quando sono con Arthur, e viceversa. Una maledizione per cui non posso essere felice ne´ tra le braccia dell’uno ne´ tra quelle dell’altro.
E allora il conflitto interiore di Alice diventa paradigma di qualsiasi situazione di stallo ognuno di noi si trovi a vivere: per quanto la ragione ci spinga a prendere una decisione, il cuore resta al bivio, incapace di proseguire. È in casi come questi che bisogna fermarsi e aspettare che cuore e testa si ritrovino di nuovo allo stesso punto, per proseguire insieme. E così Alice lascia Arthur, la loro storia è arrivata al capolinea, e se le cose non funzionano è impossibile fermare il tempo.
E la visione di Ambra, una ragazza nuova, che ha ormai cambiato vita, felice della sua nuova scelta, diventa un monito per Alice, per tenere sempre di fronte a sé la lezione della vera felicità.
Il libro è stato concepito dalla Gazzola successivamente ad un viaggio in Israele del 2011, in cui è venuta a conoscenza del lavoro compiuto da un gruppo di scavo dell'Università La Sapienza di Roma, il quale ha tritrovato, durante i lavori, lo scheletro di una principessa. Insomma, partendo da una vicenda reale, la nostra autrice ha cominciato a prendere nota delle idee che le affollavano la mente:
Di ritorno a casa, piena di suggestione, durante le tre ore del volo Tel Aviv-Roma, su un piccolo taccuino che portavo con me in borsa per prendere appunti – una scrittrice ha bisogno di portarne sempre uno con se´, per prendere nota delle idee che passano d’improvviso per la mente, come vere e proprie allucinazioni – ho abbozzato la trama di Le ossa della Principessa, e ho iniziato a lavorarci nei primi mesi del 2012. (dalla nota dell'autrice)
Una volta stabilita la genesi quindi, stavolta riconducibile ad una circostanza specifica, non possiamo che ancora una volta notare l'abilità della tecnica narrativa della Gazzola, la quale in questo romanzo, dà sfoggio di tutta la sua capacità di tenere il lettore sul filo della tensione, in attesa di arrivare alla risoluzione dell'intreccio. Come nel precedente, Un segreto non è sempre, anche qui il romanzo termina con un finale aperto, in cui il ritrovamento di un cadavere in un teatro – lo stesso in cui la sorella di Arthur, Cordelia, svolge le prove con la sua compagnia – ci lascia col fiato sospeso, in attesa di scoprire quali nuove avventure aspetteranno Alice nel successivo capitolo, Una lunga estate crudele.
Credo che sia una specie di anatema che qualcuno mi ha lanciato, trovarmi a pensare a lui quando sono con Arthur, e viceversa. Una maledizione per cui non posso essere felice ne´ tra le braccia dell’uno ne´ tra quelle dell’altro.
E allora il conflitto interiore di Alice diventa paradigma di qualsiasi situazione di stallo ognuno di noi si trovi a vivere: per quanto la ragione ci spinga a prendere una decisione, il cuore resta al bivio, incapace di proseguire. È in casi come questi che bisogna fermarsi e aspettare che cuore e testa si ritrovino di nuovo allo stesso punto, per proseguire insieme. E così Alice lascia Arthur, la loro storia è arrivata al capolinea, e se le cose non funzionano è impossibile fermare il tempo.
E la visione di Ambra, una ragazza nuova, che ha ormai cambiato vita, felice della sua nuova scelta, diventa un monito per Alice, per tenere sempre di fronte a sé la lezione della vera felicità.
Il libro è stato concepito dalla Gazzola successivamente ad un viaggio in Israele del 2011, in cui è venuta a conoscenza del lavoro compiuto da un gruppo di scavo dell'Università La Sapienza di Roma, il quale ha tritrovato, durante i lavori, lo scheletro di una principessa. Insomma, partendo da una vicenda reale, la nostra autrice ha cominciato a prendere nota delle idee che le affollavano la mente:
Di ritorno a casa, piena di suggestione, durante le tre ore del volo Tel Aviv-Roma, su un piccolo taccuino che portavo con me in borsa per prendere appunti – una scrittrice ha bisogno di portarne sempre uno con se´, per prendere nota delle idee che passano d’improvviso per la mente, come vere e proprie allucinazioni – ho abbozzato la trama di Le ossa della Principessa, e ho iniziato a lavorarci nei primi mesi del 2012. (dalla nota dell'autrice)
Una volta stabilita la genesi quindi, stavolta riconducibile ad una circostanza specifica, non possiamo che ancora una volta notare l'abilità della tecnica narrativa della Gazzola, la quale in questo romanzo, dà sfoggio di tutta la sua capacità di tenere il lettore sul filo della tensione, in attesa di arrivare alla risoluzione dell'intreccio. Come nel precedente, Un segreto non è sempre, anche qui il romanzo termina con un finale aperto, in cui il ritrovamento di un cadavere in un teatro – lo stesso in cui la sorella di Arthur, Cordelia, svolge le prove con la sua compagnia – ci lascia col fiato sospeso, in attesa di scoprire quali nuove avventure aspetteranno Alice nel successivo capitolo, Una lunga estate crudele.
Valentina Zinnà