di Mathias Enard
Rizzoli, 2014
301 pp.
19,00 €
Lakhdar ha diciotto anni e tutta la vita davanti. Da cucciolo
randagio si è transformato in uomo e vaga fra le strade di Tangeri come un cane
battuto. Non sa di preciso cosa sia la dignità ma è certo di averla già
perduta. La fame e il freddo gliel’hanno strappata dalle mani, in una lurida
camera d’hotel, in una centrale di polizia, in un parcheggio desolato di
Tangeri. Quando chiude gli occhi, è l’odore della pelle di Meryem, sua cugina,
a tornargli in mente: l’odore di una felicità impaziente, fugace; di un amore proibito costatogli tutto, troppo.
Ma Lakhdar è ancora un giovane uomo pieno di risorse: ha
fiducia nel destino, fede in Dio e fantasia sufficiente per farlo volare
lontano, al richiamo irresistibile della letteratura (araba o europea, ogni
lettura è un pretesto per evadere, ma sono soprattutto i polizieschi francesi a
fargli perdere la testa). È curioso, tenace; si tiene stretta la vita come uno
scrigno vuoto da riempire e quando la nostalgia e il senso di perdita gli danno
un po’ di tregua, lascia che una voce gli parli nell’orecchio: il tempo di
vivere è appena cominciato, occorre muoversi, agire.
È il suo migliore
amico, Bassam, a suggerirgli una soluzione: l’organizzazione islamica per la diffusione
del pensiero coranico, di cui Bassam fa parte, sta cercando un libraio: se lo
vuole, il posto è suo.
Una nuova vita
comincia allora per Lakhdar, marcata dall’amicizia e dal senso di appartenenza.
Una vita finalmente degna di essere vissuta, non molto diversa da quella di tanti
altri giovani della sua età, scandita dalla lettura, dalla preghiera, da momenti
di svago trascorsi con Bassam, nei bar, sulla spiaggia, nel porto di Tangeri, ad
osservare le navi prendere il largo verso l’Europa.
Nel frattempo, la Primavera araba ha infiammato il Medio Oriente
ed è giunta alle porte del Marocco. In poco tempo, essa sconvolge la pacifica esistenza
di Lakhdar, costretto a proteggersi dalla radicalizzazione di quegli stessi amici
che lo avevano accolto e salvato dalla strada. Per sfuggire definitivamente al proprio
passato, Lakhdar si lascia tutto alle spalle e parte alla volta di un nuovo
viaggio, fra migranti morti, approfittatori, rivoltosi e terroristi alle prime armi. Una vera e propria odissea moderna, che lo vedrà implicato in un
susseguirsi di vicende e di incontri : un lavoro mal pagato da copista nella
Zona Franca di Tangeri, l’amore travolgente per la giovane Judith, studentessa
spagnola appassionata di letteratura araba, le traversate da una parte all’altra dello
Stretto a bordo del traghetto Ibn Batouta, i mesi come lavoratore clandestino
in Andalusia, al servizio di un avido e depravato becchino, fino a raggiungere l’ambita Barcellona, dove imperversa la rivolta degli Indignati. Qui, Via dei ladri sarà la sua nuova casa, popolata
da delinquenti, drogati e prostitute, e in questa nuova, umile, dimora Lakhar dovrà compiere
scelte difficili, che cambieranno per sempre il suo destino.
Può riassumersi così la struggente storia di Lakhdar, scaturita dalla penna dello scrittore francese Mathias Enard (vincitore del prestigioso premio Goncourt nel 2015). Piccolo gioiello letterario, “Via dei ladri” è un libro intenso e poetico, ricco di colpi di scena ed impreziosito da una vena di erudizione storico-letteraria che, senza mai stonare o appesantire, apporta un innegabile valore aggiunto al romanzo. Con questo libro, lo scrittore francese ci restituisce un indimenticabile affresco della gioventù marocchina (araba, in senso lato), così spesso ignorata o incompresa. Non solo. Attraverso le vicende umane di Lakhdar, Enard ripercorre con grande maestria letteraria le vicende storiche (Primavera araba, Rivolta degli Indignados) che fra il 2010 e 2011 hanno visto coinvolto il Mediterraneo e marcato in modo indelebile un’intera generazione di giovani.