26 maggio 2017
Collegio Ghislieri, Pavia
La seconda giornata di #ScrittoriInCollegio, il festival pavese che vede sullo stesso palco due scrittori a confrontarsi su temi opposti (o almeno apparentemente tali), ha avuto per ospiti Federica Manzon e Marco Missiroli, per la prima volta al Collegio Ghislieri.
Nella bella cornice di un pomeriggio di maggio in tutto e per tutto estivo, i due autori sono stati introdotti da Andrea Grisi, libraio presso la Libreria Il Delfino di Pavia, che ha scelto due brani incentrati sull'amore tratti da due libri precedenti di Missiroli e Manzon, rispettivamente Il senso dell'elefante e Di fama e di sventura. Insomma, un inizio in medias res, per abbracciare fin da subito le parole degli scrittori.
Se l'incontro doveva incentrarsi su amore e odio, Missiroli e Manzon hanno dimostrato grande curiosità l'uno verso la scrittura dell'altra, dando il via a un fuoco incrociato di domande, risposte, confronti davvero interessanti per quei lettori che si chiedono come nasca un libro e quali sentimenti porti con sé. Al centro, i loro ultimi due romanzi: La nostalgia degli altri di Manzon (Feltrinelli) e Atti osceni in luogo privato di Missiroli (Feltrinelli). Prima cosa da notare: anche se Atti osceni è in libreria da ormai due anni, l'autore rivolge al suo libro tutto l'amore possibile e dichiara che proverà sicuramente nostalgia per il suo protagonista Libero, quando inizierà a scrivere un nuovo romanzo.
Federica Manzon e Marco Missiroli a #ScrittoriInCollegio - Collegio Ghislieri Foto ©GloriaGhioni per CriticaLetteraria |
Fin da subito, gli autori ci hanno mostrato come anche l'amore nasconda un doppiofondo che lo rende meno spensierato di quanto potrebbero far credere gli Harmony:
Quando noi scegliamo l'amore e, così facendo, diciamo "Solo tu e non un altro...", stiamo in realtà perdendo infinite altre possibilità di vita,
Foto di ©GloriaGhioni per CriticaLetteraria |
commenta Manzon. E il suo La nostalgia degli altri si occupa di pensare a quali potrebbero essere queste altre possibilità; insomma, se Atti osceni in luogo privato è un libro sulla tentazione, La nostalgia degli altri è un romanzo sulla tentazione della tentazione, secondo Missiroli. E Manzon concorda: sì, perché tra i due autori c'è un mutuo scambio di pareri, che nella maggior parte dei casi li trovano concordi. Per noi lettori è davvero stimolante assistere (e poi partecipare) a questa reciproca e generosa analisi del romanzo dell'altro/a, che spesso nasce dal confronto tra peculiarità simili o discordanti tra i due libri. Un altro esempio? Secondo Manzon, in Atti privati Missiroli tratteggia una figura di madre che ama incondizionatamente; una cosa che lei non ha mai fatto provare ai suoi personaggi, che invece devono conquistarsi l'amore, senza mai ottenere una completa e rassicurante pacificazione.
Tra i romanzi, anche due perfette rispondenze: entrambi sono stati scritti non solo con la materia grigia, ma tanto "di pancia", attraverso una profonda intimità degli autori con la propria storia; in secondo luogo, tutti e due i romanzi hanno visto la luce in soli sei mesi, contraddicendo le abitudini di Manzon e Missiroli, che si sono definiti lenti e ipercritici nei confronti delle loro pagine. Invece, in questo caso è nata una prepotente urgenza di scrittura, che ha portato a Missiroli i sintomi consueti di quando scrive un libro di suo gradimento (cerchio alla testa, fame e le gambe che ballano sotto al tavolo) e ha condotto Manzon a sfrecciare in motorino per Milano per abbreviare i tempi di percorrenza casa-lavoro per ritrovare al più presto la sua scrittura.
Insomma, si è trattato di due scritture totalizzanti, che hanno fatto uscire dagli schemi preparatori: ogni volta, durante la stesura vera e propria, nascevano dettagli quasi magicamente, senza che l'autore ne fosse perfettamente conscio.
Ed è proprio questa goduria per la scrittura veloce, che va tamponata con la ricerca di uno stile coerente e con uno sguardo al lettore ideale (ad esempio, le scene di sesso sono divertenti da scrivere ma spesso noiose da leggere). Tutto, nella conversazione, testimonia l'entusiasmo e l'amore di Manzon e Missiroli per le loro scritture, intese anzitutto come uno degli altrove possibili, svincolati dalla finalità etica, più legati all'estetica. E se vi chiedete come si può capire se un libro che state amando o odiando sia letteratura o meno, la parola va a Federica Manzon, in qualità di editor oltre che di scrittrice:
Un libro, per appartenere alla letteratura, deve avere sostanzialmente due cose: uno stile proprio, ben riconoscibile, e la capacità di lasciare il lettore un po' cambiato.
Certamente anche incontri come questo lasciano cambiati, o meglio arricchiti di tanto entusiasmo nell'aprire i libri di Manzon e Missiroli e, perché no?, di provare a cimentarsi con la scrittura del proprio, per provare la stessa goduria.
GMGhioni
Vi aspettiamo questa sera alle 21 per il terzo incontro, con Claudio Giunta e Daniela Ranieri!