25 maggio 2017
Pavia, Collegio Ghislieri
Ieri sera a Pavia è iniziato un nuovo appuntamento con la letteratura: 5 giorni, 5 coppie di autori che fino al 30 maggio dialogheranno su due temi che non smettono di sorprendere e, qualche volta, di confondersi, trasformandosi enigmaticamente l'uno nell'altro.
Due autori al Collegio Ghislieri con un unico "dovere": lasciare che i due temi si scontrino, che le loro idee si mettano a confronto, in un dialogo più o meno concorde, qualche volta dibattito o addirittura scontro.
A inaugurare gli incontri, Stefano Piedimonte e Luca Ricci, introdotti da Giorgio Scianna. I due autori hanno portato con sé la loro esperienza di scrittura, molto diversa: Stefano Piedimonte, infatti, arriva da lunga esperienza di scrittura sulle pagine di cronaca nera, per poi essersi avventurato nel noir, spesso ibridato con l'ironia e la messa in discussione del genere. Luca Ricci figura senza dubbio tra gli scrittori di racconti più rilevanti nel panorama letterario italiano, ma un ulteriore merito va alla sua prosa critico-saggistica e alla visione attenta (quasi profetica) su ciò che accade nell'editoria.
Luca Ricci, Stefano Piedimonte, Giorgio Scianna al Collegio Ghislieri. Foto di ©GloriaGhioni per CriticaLetteraria |
Dunque, tre autori sul palco del Ghislieri: Giorgio Scianna, appena uscito in libreria con La regola dei pesci (Einaudi), ha ceduto presto la scena a Piedimonte, con il suo L'innamoratore (Rizzoli), e a Luca Ricci, con I difetti fondamentali (Rizzoli).
Il dialogo si è aperto con una domanda: che cosa significa amare i lettori? E odiarli? Il fulcro della risposta, per Ricci, sta nello stile: scrivere vuol dire anzitutto comunicare. Quindi, chi si arrocca dietro posizioni di velleitarismo intellettuale fine a se stesso viene meno al rispetto che dovrebbe nutrire per il lettore. D'altro lato, anche molti scrittori da classifica non amano il loro lettore, perché cercano di anticipare i gusti della massa, semplificano il dettato e la storia, spesso banalizzandola, pur di non spiazzare chi hanno davanti e di non rischiare. Secondo Luca Ricci,
per amarvi (rivolto ai lettori) bisogna pensare a come raccontare una storia nel modo migliore possibile.
Insomma, al di là del momento ideativo, anche l'attenzione allo stile è imprescindibile. E Luca Ricci cita più volte come esempio positivo L'innamoratore di Piedimonte, come esempio di scrittura solo apparentemente semplice, perché è complesso raggiungere livelli di alta comunicazione, non tradendo mai il compito di raccontare una storia e di arrivare dritta al lettore. Viceversa, secondo Piedimonte Luca Ricci con I difetti fondamentali e le opere precedenti è riuscito nel compito, molto complesso in Italia, di pubblicare racconti, peraltro scritti molto bene.
Ma anche come lettori Piedimonte e Ricci hanno gusti molto netti: entrambi concordano nell'odiare gli scrittori troppo rassicuranti, quelli che eliminano il male dalla loro narrazione e che raccontano un mondo più facile del reale. Secondo Piedimonte, che cita Cioran, un libro deve frugare nelle vecchie ferite e scavarne di nuove, aiutando il lettore a... vivere peggio! Un buon scrittore porta il lettore a porsi domande, a mettere in dubbio ciò che già conosce, per poter aprire la mente a nuove riflessioni.
È con una speranza che il dibattito si conclude: in questo mondo ultra-tecnologico, negli ultimi anni il lettore è diventato meno prevedibile e anche gli editori faticano ad anticipare i suoi gusti per realizzare "prodotti targhettizzati". Che si stia ritornando alla purezza e che, quindi, presto gli autori potranno riprendere a scrivere senza sentirsi continuamente strattonati dalle richieste del pubblico?
Da parte nostra, ce lo auguriamo, come ci auguriamo che eventi come questo ricordino che il lettore non deve essere un target imposto dal mercato, ma semmai un "lettore ideale" a cui ogni scrittore aspira di raccontare una storia.
GMGhioni
Gli eventi proseguono. Questo pomeriggio alle 18.30, saremo in collegio con Federica Manzon e Marco Missiroli!
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