Come non
odiare tuo marito dopo i figli
di Jancee
Dunn
Sonzogno,
2017
Traduzione di Paola Bertante
pp. 254
€ 16,50
Spesso quando leggo un libro mi
capita di fare un gioco, ossia quello di immaginare, nel farsi della lettura,
un titolo alternativo rispetto a quello scelto dall’autore, non per presunzione
ma, al contrario, per riassumere in un inciso di poche parole ciò che il libro
ha lasciato dentro di me, cedendo a quel potere di espansione
dell’immaginazione da sempre proprio della letteratura. E in questo mio gioco è
coinvolto anche il libro di J. Dunn che, prendendo spunto da un romanzo di Raymond
Carver, avrei intitolato Di che cosa
parliamo quando parliamo di… rapporti di coppia.
Questo perché il romanzo di J. Dunn è la storia ironica nello stile, ma serissima sul piano dei significati, della protagonista – che in questo caso è l’autrice stessa - e della sua esperienza di recupero e trasformazione della relazione coniugale con il marito Tom, duramente provata dalla nascita della loro figlia Sylvie. Quest’ultima, com’è normale che accada, ha turbato l’equilibrio coniugale richiedendo una ridefinizione dei ruoli e dei compiti declinati nella nuova prospettiva della genitorialità.
In questa esperienza di costruzione di nuovi equilibri, J. Dunn guida i lettori con uno stile brillante, agile, ritmato e decisamente efficace, illuminandoli con consigli pratici frutto degli incontri che l’autrice ha avuto con esperti di ogni tipo, dal terapeuta famigliare fondatore del Relational Life Institute di Boston, ultimo stadio delle coppie proiettate al divorzio, fino, e perfino, al capo dell’Unità di negoziazione di crisi dell’Fbi.
Il risultato di questi incontri, narrati con ironia affilata e coinvolgente, sono le cosiddette “regole di combattimento” che l’autrice propone per evitare che la vita di coppia degeneri in una spirale di richieste insoddisfatte e di conseguente rabbia esplosiva. Dalle critiche svilenti, all’atteggiamento difensivo fino all’ostruzionismo, l’autrice svela con sapiente efficacia narrativa i meccanismi psicologici che spesso governano i conflitti coniugali trasformandoli in guerre non solo senza fine ma, spesso, con l’unico scopo di misurare e affermare il proprio dominio nella coppia. Attraverso l’appassionante descrizione delle soluzioni da adottare per affrontare i conflitti quotidiani in modo costruttivo, l’autrice svela una lezione corale, preziosa per tutte le coppie: non si incontra l’altro per misurare il proprio potere, ma il proprio potere si misura nel momento in cui si riesce a incontrare l’altro nel segno del rispetto reciproco.
L’analisi proposta dalla Dunn, tuttavia, non si arresta al solo piano psicologico, ma tenta di andare oltre, introducendo il lettore in un percorso più profondo di analisi dei conflitti coniugali, le cui cause sono spesso riconducibili ai presupposti culturali da cui si originano le rappresentazioni dei ruoli di coppia.
L’esito di questo percorso è una narrazione intrigante che, prendendo spunto dalle vicende quotidiane vissute dall’autrice, sposta l’attenzione su studi e ricerche scientifiche nel tentativo di trovare una spiegazione profonda alle dinamiche disfunzionali in cui spesso si impigliano le coppie alle prese con la genitorialità. E in questa continua oscillazione dal soggettivo all’oggettivo, dall’individuale al collettivo sta, a mio avviso, l’aspetto più intelligente e innovativo di questo libro, che vuole aprire lo sguardo dei lettori con l’intento di depurare la vita di coppia e l’esperienza della genitorialità da ogni aurea di magia per restituirla alla sua dimensione pratica e concreta, mostrandola come un complesso processo di negoziazione del proprio spazio vitale e di quello dell’altro, in cui oltre all’amore sono coinvolti tanti altri aspetti quali la ragionevolezza, l’impegno e… la profonda onestà, in primis con se stessi.
Questo perché il romanzo di J. Dunn è la storia ironica nello stile, ma serissima sul piano dei significati, della protagonista – che in questo caso è l’autrice stessa - e della sua esperienza di recupero e trasformazione della relazione coniugale con il marito Tom, duramente provata dalla nascita della loro figlia Sylvie. Quest’ultima, com’è normale che accada, ha turbato l’equilibrio coniugale richiedendo una ridefinizione dei ruoli e dei compiti declinati nella nuova prospettiva della genitorialità.
In questa esperienza di costruzione di nuovi equilibri, J. Dunn guida i lettori con uno stile brillante, agile, ritmato e decisamente efficace, illuminandoli con consigli pratici frutto degli incontri che l’autrice ha avuto con esperti di ogni tipo, dal terapeuta famigliare fondatore del Relational Life Institute di Boston, ultimo stadio delle coppie proiettate al divorzio, fino, e perfino, al capo dell’Unità di negoziazione di crisi dell’Fbi.
Il risultato di questi incontri, narrati con ironia affilata e coinvolgente, sono le cosiddette “regole di combattimento” che l’autrice propone per evitare che la vita di coppia degeneri in una spirale di richieste insoddisfatte e di conseguente rabbia esplosiva. Dalle critiche svilenti, all’atteggiamento difensivo fino all’ostruzionismo, l’autrice svela con sapiente efficacia narrativa i meccanismi psicologici che spesso governano i conflitti coniugali trasformandoli in guerre non solo senza fine ma, spesso, con l’unico scopo di misurare e affermare il proprio dominio nella coppia. Attraverso l’appassionante descrizione delle soluzioni da adottare per affrontare i conflitti quotidiani in modo costruttivo, l’autrice svela una lezione corale, preziosa per tutte le coppie: non si incontra l’altro per misurare il proprio potere, ma il proprio potere si misura nel momento in cui si riesce a incontrare l’altro nel segno del rispetto reciproco.
L’analisi proposta dalla Dunn, tuttavia, non si arresta al solo piano psicologico, ma tenta di andare oltre, introducendo il lettore in un percorso più profondo di analisi dei conflitti coniugali, le cui cause sono spesso riconducibili ai presupposti culturali da cui si originano le rappresentazioni dei ruoli di coppia.
L’esito di questo percorso è una narrazione intrigante che, prendendo spunto dalle vicende quotidiane vissute dall’autrice, sposta l’attenzione su studi e ricerche scientifiche nel tentativo di trovare una spiegazione profonda alle dinamiche disfunzionali in cui spesso si impigliano le coppie alle prese con la genitorialità. E in questa continua oscillazione dal soggettivo all’oggettivo, dall’individuale al collettivo sta, a mio avviso, l’aspetto più intelligente e innovativo di questo libro, che vuole aprire lo sguardo dei lettori con l’intento di depurare la vita di coppia e l’esperienza della genitorialità da ogni aurea di magia per restituirla alla sua dimensione pratica e concreta, mostrandola come un complesso processo di negoziazione del proprio spazio vitale e di quello dell’altro, in cui oltre all’amore sono coinvolti tanti altri aspetti quali la ragionevolezza, l’impegno e… la profonda onestà, in primis con se stessi.
Perché forse è proprio di ragionevolezza, di impegno e di onestà che parliamo quando parliamo di rapporti di coppia.
Barbara D'Amen