di Mohsin Hamid
Einaudi, 2017
Traduzione di Norman Gobetti
pp. 160
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Dove si svolge questo romanzo? Difficile dirlo, perché la guerra civile che sconvolge la città di Nadia e di Saeed potrebbe riguardare qualsiasi paese in guerra, ai giorni nostri. Un posto in cui esistono coprifuochi e milizie pronte ad abbattere civili innocenti, proiettili vaganti, bombe e armi a ogni angolo. È difficile incontrarsi e viversi con la libertà a cui siamo abituati in Occidente, ma niente è come sembra: anche Nadia e Saeed possono provare a coltivare il loro amore a prima vista con pazienza e cocciutaggine, andando oltre le difficoltà quotidiane più dure, che mettono a repentaglio addirittura la sopravvivenza.
In questa quotidianità di segregazione nelle proprie case, c'è un modo per non finire succubi e provare a cercare una forma di libertà: attraversare una delle porte che si trovano in giro per la città. Si tratta di porte dal potere magico di trasferire i profughi in un'altra realtà, traghettandoli in luoghi più o meno agiati a seconda delle loro possibilità economiche. Unica condizione? Non tornare indietro al proprio paese natale, o si incorre nella pena di morte. Anche Saeed e Nadia, sebbene a malincuore, si vedono costretti a migrare, per provare a far sopravvivere il loro amore. Tanto la patria era sfumata e indistinguibile, quanto i luoghi attraversati hanno un nome: Mykonos e Londra sono solo due delle realtà che i ragazzi attraversano, tra difficoltà, scarsità di cibo e di denaro, frodi subite, pericoli da ogni parte...
Ma forse, sotto i loro piedi, si cela una mina ancor più pericolosa, che li segue ovunque e che potrebbe scoppiare in qualunque momento: così ridotto all'osso, in una vita di privazioni crescenti e senza abbellimenti, il loro amore saprà resistere?
Ce lo chiediamo anche noi lettori, mentre attraversiamo con i protagonisti le porte magiche - unico elemento fantastico in un romanzo che sa narrare crude realtà. Vi si trovano infatti molte altre comunità di migranti che cercano di insediarsi nei luoghi più appetibili, spesso senza tentare di integrarsi con i locali. D'altra parte, lavoro e risorse prime scarseggiano e la minaccia di una carestia di portata internazionale porta a temere una guerra di tutti contro tutti. Come ne usciranno Nadia e Saeed? In fondo, esperienze tanto estreme schiaffeggiano giornalmente e portano a un'altrettanto inevitabile guerra dell'io contro sé stesso e contro i difetti dell'Altro.
Elogiato dalla critica per lo stile letterario di grande eleganza, Exit West è un romanzo che riversa paure e speranze del presente in una dimensione atemporale, in cui l'elemento fantastico è funzionale a narrare con grande concisione il percorso psicologicamente e concretamente complesso dei migranti, oggi. Privo di qualsivoglia retorica, il romanzo non concede edulcorazioni: sono le tante pieghe di sentimento a scontrarsi con l'inevitabilità del mondo esterno, che decide senza mai chiedere ai cittadini le loro aspettative per il futuro.
Un richiamo sociale vestito da romanzo d'amore, a sua volta abbellito dall'elemento fantastico.
GMGhioni