La felicità è a portata di trolley
di Marta Perego,
De Agostini, maggio 2017
€ 16 (cartaceo)
55x40x20: sono le (ristrettissime) misure con cui, viaggiatori moderni, dobbiamo fare i conti: quelle, per intenderci, del bagaglio a mano concesso sui voli RyanAir e che, ad ogni partenza, ci tengono con il fiato sospeso e le dita incrociate sperando di non aver sforato in centimetri e peso della nostra valigia. Marta Perego, giornalistica culturale che da un decennio si divide fra cinema e libri, è una nomade spesso in viaggio per lavoro e per passione, e con quelle rigide misure ha dovuto imparare a fare i conti. Con il tono ironico e intelligente che la contraddistingue, ha scritto un libro a metà strada fra il manuale e il memoir, tra consigli per superare il trauma da bagaglio ridotto e aneddoti, ricordi e riflessioni di una viaggiatrice appassionata che proprio da quelle valigie ha imparato molto. Un testo divertente, dalla grafica accattivante, ricco di consigli e trucchi da esperta viaggiatrice, ma anche il pretesto per fermarsi a riflettere su noi stessi, di fronte ad una valigia aperta, pronta a contenere non soltanto abiti e oggetti ma un pezzo di quello che vorremmo essere in quel viaggio.
Ho capito che ogni valigia non è altro che un mio ritratto, scattato nel preciso istante in cui mi trovo. In equilibrio sottile tra la me stessa che va e la me stessa che ritorna.
In piedi ad osservare le pile – si spera – ordinate di vestiti da mettere in valigia, costruiamo l’immagine di noi che vorremmo raccontare in quel viaggio, magari osando un po’ di più rispetto al nostro quotidiano, senza stravolgere del tutto ciò che siamo ma imparando ad aprirci al cambiamento e, perché no, all’imprevisto del viaggio. Perché a volte è proprio l’inaspettato, quella paura folle dell’ignoto che ci costringe a stipare la valigia di troppe cose “perché non si sa mai potrebbe anche far freddo in Sardegna ad agosto”, quando sappiamo benissimo che non si può prevedere tutto e in fondo va bene anche così.
Sia chiaro, Marta Perego non suggerisce certo di intraprendere il viaggio muniti solo del nostro spirito zen – avercelo, poi – , ma “semplicemente” di accettare che tenere tutto sotto controllo è praticamente impossibile e scoprire che, molto spesso, quei centimetri tirannici sono più che sufficienti a contenere la versione di noi stessi che vogliamo mostrare. Una versione magari rinnovata, consapevole che il viaggio – anche quello di lavoro – è l’occasione per aprirsi al mondo, a nuove esperienze, un punto di rottura dalla routine quotidiana: un momento di crescita, come da sempre insegnano i veri viaggiatori.
Non si tratta di fare una valigia, ma di capire chi siete voi che state impacchettando la vostra, e che cosa volete imparare. […] Nei viaggi si conosce qualcosa di più do se stesse, si osa, si cambia. Lontano dalla solita routine e dalle solite persone.
Il libro non manca, naturalmente, di fornire anche suggerimenti pratici per la preparazione del bagaglio ideale, frutto dell’esperienza maturata dall’autrice e, come facile immaginare, di crisi di fronte ad una valigia che non vuol proprio saperne di chiudersi. Consigli pratici e suggerimenti appresi dal vissuto personale e da amici e colleghi intervistati per l’occasione, trucchetti semplici da mettere in pratica ma proprio per questo efficaci. E forniti con l’ironia di chi si dichiara, fin dalle primissime pagine, «una donna estremamente disordinata»: è proprio questa capacità di ridere di se stessa, di raccontarsi anche nell’aspetto meno glamour, di condividere con il lettore i trucchi imparati ma anche scivoloni, errori, delusioni e pezzi di vita, che rende speciale questo libro-manuale.
Le donne sono diverse dagli uomini. Non c’è nulla da fare.
Noi affrontiamo ogni viaggio con la leggerezza di un convegno di dieci ore sul funzionamento delle turbine idrauliche.
Un libro in cui, è evidente, c’è moltissimo dell’autrice, delle sue passioni, a partire naturalmente dal cinema e dai libri: aneddoti divertenti, incontri professionali importanti, i film del cuore, gli autori e i libri per cui trovare sempre spazio in valigia, compagni fidati di ogni nuova avventura.
Pillole di Marta, da cui traspare l’amore per il proprio lavoro, spesso faticoso e solitario, e la tenacia con cui si realizzano i sogni. Ecco, quindi, che la valigia che prepariamo con cura e un pizzico d’ansia prima di partire, è molto di più di un mucchio di vestiti, scarpe, oggetti vari: è la custode delle nostre aspettative su quel viaggio, dell’immagine di noi che abbiamo deciso di trasmettere, ma anche delle nostre paure e insicurezze. Ben vengano i consigli pratici, le piccole astuzie apprese in anni da “trascinatrice” di trolley, lo spazio bianco per noi lettori-viaggiatori, gli appunti alla fine di ogni capitolo da rileggere e mettere in pratica prima di preparare la valigia.
Soprattutto, però, quello che rende speciale questo piccolo manuale-memoir è lo spirito con cui è scritto: l’ironia di chi non si prende troppo sul serio ed è capace di raccontare – e riderci su insieme ai lettori – di quella volta che si è presentata ad intervistare Emmanuel Carrère con ai piedi un paio di improbabili stivali di pelo, dell’ansia da bagaglio smarrito – «la paura più terribile di un viaggiatore» - , degli imprevisti che capita a tutti di incontrare lungo la strada. E, non da ultimo, la consapevolezza che, in fondo, più della valigia perfetta è la nostra attitudine al viaggio a fare la differenza: essere pronti a cambiare, aprirsi agli altri, guardarsi intorno con curiosità e desiderio di fare di ogni esperienza un motivo di crescita. E, perché no, credere alla serendipità:
È abbandonarsi al destino, ma cogliendo in maniera intelligente le opportunità inattese che si presentano.
E domani sera Marta Perego porta la sua valigia nel levante ligure! Appuntamento all'Hotel Vis à vis di Sestri Levante. Intervista a cura di Debora Lambruschini e Massimo Santimone.
Vi aspettiamo!
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