di Federica Manzon
Feltrinelli, 2017
pp. 212
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Ogni amore si porta dietro anche una folle rabbia per tutte le possibilità che ci sono precluse: scegliamo un amore e non un altro, una vita e non un'altra, proprio tu, pretendiamo l'esclusività, e diciamo addio all'orizzonte delle vite possibili. Prigionieri incatenati a una fortezza di buone intenzioni. Eppure là in fondo c'è sempre quell'abisso che dà legittimità alle storie e ci fa reclamare di più, ancora una chance, almeno una: avere dei segreti, fare dentro e fuori dalla nostra vita come quel gioco del rocchetto. Entrare e uscire senza fare danni, non chiediamo altro. (p. 124)
Siamo ormai profondamente immersi nel mondo virtuale, al quale accediamo come utenti ogni giorno. Ma sappiamo che cosa si cela dietro a schermate dai colori accattivanti e dietro a comandi semplicissimi? Che cosa "guadagnano" i siti osservando la nostra presenza online? All'Acquario si occupano di creare realtà parallele, esperienze completamente coinvolgenti, che facciano percepire sempre meno la distanza dal mondo concreto. Lizzie fa proprio questo ed è bravissima, «padroneggia le emozioni umane perché le guarda con la distanza asettica di uno scienziato che non ha niente a che spartire con gli esseri nel vetrino» (p. 71).
Abituata ad avere il controllo della situazione, a evadere all'improvviso dall'atmosfera nerd dell'Acquario (completamente slegata dalla Milano che ospita l'azienda) e a carpire emozioni e sensazioni da riprodurre poi nel laboratorio informatico, Lizzie gestisce anche le sue relazioni con precisione e un po' di capriccio, restando ben padrona della situazione. Almeno finché non incontra Adrian, timido fino a risultare sociopatico, ma amichevole, sia con Lizzie sia con l'io-narrante, che resta testimone silente, onnisciente nel ripercorrere le tappe di questa singolarissima storia d'amore e ricerca d'identità. A tratti terzo incomodo, il narratore osserva la Lizzie con cui è cresciuto, forse di cui è innamorato, invaghirsi progressivamente di Adrian e rinunciare alle sue straordinarie difese.
La stranezza è che Adrian ogni sera scrive a Lizzie, il rumore di monetina caduta che lei ha per suoneria rintocca ossessivamente: lentamente, Adrian e Lizzie perdono il sonno pur di cercarsi, di raccontarsi, di scoprirsi. Ma dal vivo le cose sono ben diverse: nonostante la palese attrazione tra i due ragazzi, Adrian resta sfuggente, teme il potere che Lizzie ha su di lui e fa di tutto per non cedervi.
Anche quando Lizzie decide di indagare sul passato di Adrian, che affiora solo di tanto in tanto, evidenziando però contraddizioni, traumi, ecco che internet non risponde come ci si aspetterebbe: lentamente, molto lentamente, si fa strada un dubbio atroce. D'altra parte, come più volte sottolinea il narratore, Lizzie è completamente in balia di Adrian e dei suoi cambiamenti d'umore:
Sono certo che se Lizzie non fosse stata innamorata di Adrian fino a quel punto, avrebbe scoperto la verità molto prima. Lei sa meglio di noi cosa vuol dire flirtare con la finzione. (p. 133)
È sempre preferibile conoscere la verità? E qual è l'identità di ognuno di noi, ai tempi di internet, dove ogni mistificazione è possibile, con pochi click?
Federica Manzon, nell'approcciare un tema estremamente attuale, intricandolo con il sempreverde gioco delle relazioni di coppia e di un potenziale triangolo amoroso, continuamente frustrato, scrive un romanzo complesso, che mette in dubbio persino l'autenticità del racconto. Ma questo è un ulteriore livello di lettura, che avrete modo di scoprire direttamente, preparandovi ai colpi di scena!
GMGhioni