Essere figlio: punto di osservazione privilegiato e raccordo tra chi non c'è più

Tra loro. Ricordando i miei genitori
di Richard Ford
Feltrinelli, 2017

Traduzione di Vincenzo Mantovani

pp. 136
€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Scrivere di loro, non voltare le spalle, non è solo un mezzo per esaudire il mio desiderio immaginandoli vicini, ma è anche puntare verso quell'attualità, che - ancora una volta - è il punto dove inizia la mia comprensione dell'importanza. (p. 128)

Richard Ford è tra i nomi più importanti delle letteratura americana contemporanea: dunque, cosa ha mosso uno scrittore che per anni ha celato la propria vita, o l'ha rimasticata nelle sue varie opere, a scrivere i memoriali dei suoi genitori e a pubblicarli? Erra chi pensa che Ford risponda a un bisogno nostalgico: i due memoriali, scritti a trent'anni di distanza, sono stati «una fonte di immensa euforia» (p. 131). Se il memoriale per la madre è stato scritto appena a ridosso della morte materna (nel 1981), ci sono voluti più di cinquantacinque per elaborare la morte del padre (del 1960) e scrivere della sua vita, in occasione della presente pubblicazione. L'ordine in cui leggiamo i due memoriali è però inverso, ovvero risponde a una scelta autoriale: prima la vita del padre, proiettata nella prima metà del Novecento; poi quella della madre, che si spinge fino ad anni più recenti. Dunque un ordine cronologico degli eventi, ma non di composizione. 

In ogni pagina di Tra loro si percepisce il fortissimo legame tra i due genitori, Parker Ford ed Edna Akin, vissuti a lungo senza figli, in giro per l'America, dal momento che per lavoro Parker girava di stato in stato con la macchina e la moglie si era presto adattata a una vita di pensioni, letti d'albergo, pasti consumati tra un appuntamento e l'altro. In questa atmosfera, in cui l'unica costante è l'amore tra i due, si inserisce la nascita di Richard, che destabilizza l'armonia di coppia, quando ormai Parker aveva trentotto anni e la moglie trentatré. Il desiderio di un figlio si era infatti mutato in una pacata rassegnazione e la notizia della gravidanza ha certamente sconvolto Parker ed Edna, o almeno questo è il pensiero dello scrittore-figlio. Come si sa, 
scrivere un memoriale e considerare l'importanza di un altro essere umano significa provare ad accreditare ciò che altrimenti potrebbe passare inosservato: un po' riconoscendo che dentro tutti noi ci sono dei misteri e un po' identificando, dentro quei misteri, le virtù. (p. 47)
E, allo stesso modo, «il tempo ricordato può mutare e scostarsi dalla realtà» (p. 45) e in qualche modo mistificarla, ma il punto di vista di Richard Ford è senza dubbio privilegiato. Dopo la prima infanzia in auto con i genitori per una vita raminga e senza punti fermi, la situazione si è parzialmente stabilizzata ed era ormai il solo Parker a viaggiare dal lunedì al venerdì: dunque, Richard ha vissuto con la parca presenza del padre, mai perfettamente penetrabile ai suoi occhi, come emerge da alcune supposizioni e dalle tante domande senza risposta in Tra loro. Dell'impossibilità di una completa ricostruzione, come avviene per ogni biografia, Richard Ford è ben consapevole:
La vita più vera, naturalmente, è sempre la vita vissuta. Ma il modo in cui io, suo unico figlio, posso meglio accreditare e caratterizzare la vita di mio padre e le sue virtù è il modo in cui lui le viveva sotto i miei occhi, vale a dire senza lo strato addizionale di infelici cognizioni posteriori, la vita vissuta come se ci fosse stato sempre un domani, fino al momento in cui non c'era più. (p. 47)
Per la madre è più facile trattare, perché Edna è stata sempre più vicina a Richard, ma è soprattutto il calvario della sua malattia a guadagnarsi una buona quantità di pagine, forse sintomo del bisogno di elaborare il lutto da parte del figlio, che, come già detto, stende il memoriale poco dopo la scomparsa materna. 
C'era una vita di piccoli fatti. Ne ho ricordati più di quanti io ne ricordi oggi. Ho scritto memoriali, alterato importanti avvenimenti per travasarli nei romanzi, narrato storie ripetutamente per tenerli alla mia portata. Ma i pezzi possono stare abbastanza bene nel suo intero. Anche se per me ognuno di essi deve fare la differenza, altrimenti non li ricorderei così bene. (p. 87)
In ogni pagina, in ogni riga Richard Ford appare pienamente consapevole delle sue scelte: pur tradendo le emozioni del figlio orfano prima di padre e poi di madre, resta vigile e controlla la pagina, calibra quanto soffermarsi su singoli eventi, senza cadere nel patetico. Eppure, nonostante tutto, l'operazione di Tra loro fa sentire tutta l'incompiutezza di un rapporto sereno, ma perfettibile, in grado di eternarsi e mitizzarsi solo sulla pagina scritta, dove i fatti possono essere riplasmati e rivissuti a proprio piacimento. D'altra parte,
la mia è stata una vita di osservazioni e testimonianze. Quasi tutte le vite degli scrittori sono così. (p. 128)

GMGhioni